Quanti soldi ha perso Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, e quanto denaro è stato invece risparmiato tramite la recente vendita di 5 milioni di titoli?
Il crollo di Facebook sul caso Cambridge Analytica ha immediatamente rivolto l’attenzione del mercato su Mark Zuckerberg, il fondatore del social più famoso e ora più indagato del mondo.
Il furto dei dati di oltre 50 milioni di utenti ha avuto un impatto immediato sugli investitori, che hanno dato vita ad una vera e propria fuga dal social: le azioni Facebook sono crollate e l’azienda ha bruciato 60 miliardi di dollari in valore di mercato.
Circa 9 miliardi di dollari in 48 ore: ecco quanto ha perso Mark Zuckerberg con il tonfo di Facebook. In realtà, le conseguenze di Cambridge Analytica sono state meno dolorose del previsto per il fondatore del social, che è riuscito a limitare le perdite vendendo circa 5 milioni di titoli nelle fasi antecedenti il crollo, in altre parole anticipandolo.
(L’andamento delle azioni Facebook nel corso dell’ultimo mese)
Facebook giù: i conti in tasca a Zuckerberg
In una sola sessione di Borsa, il crollo delle azioni Facebook ha bruciato 5 miliardi di dollari dalle tasche di Zuckerberg. Nell’arco di 48 ore la perdita è schizzata su quota 9 miliardi e il patrimonio di uno degli uomini più ricchi al mondo è sceso da 75 a 66 miliardi di dollari.
In realtà, le cose sarebbero potute andare molto peggio. Nei primi mesi dell’anno, il fondatore del social si è liberato di circa 5 milioni di azioni Facebook, una vendita che gli ha permesso di “mettere in salvo” ben 70 milioni di dollari, stando ai dati della SEC e ad alcuni recenti calcoli algebrici di MarketWatch.
Alla chiusura di martedì, quella stessa vendita programmata avrebbe fruttato circa 910 milioni di dollari, niente a che vedere con i $980 racimolati tramite l’alleggerimento effettuato dall’inizio dell’anno ad oggi. Per dirla in altre parole, nonostante il crollo di Facebook, il fondatore del social è riuscito a limitare le perdite.
Nulla di cui festeggiare, comunque: Zuckerberg dovrà ora fronteggiare sia il Regno Unito che l’Unione europea, pronti ad accusarlo di aver fino ad ora fornito “spiegazioni ingannevoli”.
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