Fase 2: per l’OMS l’Italia non è il modello da seguire. Qual è il Paese più virtuoso?

Leonardo Pasquali

30/04/2020

Il modello da seguire per capire come convivere con il coronavirus? Non è l’Italia, secondo l’OMS

Fase 2: per l’OMS l’Italia non è il modello da seguire. Qual è il Paese più virtuoso?

È la Svezia il modello da seguire per la Fase 2. Per l’OMS il Paese scandinavo potrebbe aver trovato la chiave per convivere con il coronavirus.

Non l’Italia quindi che il prossimo 4 maggio inizierà il graduale allentamento delle misure restrittive e il progressivo alleggerimento del lockdown.

Dopo le critiche piovute sulla decisione di non imporre restrizioni, la Svezia si prende una piccola rivincita ed è pronta a fornire linee guida per la gestione dell’epidemia.

“Svezia esempio di convivenza col coronavirus” rivela l’OMS

ll capo del Programma di emergenze sanitarie dell’OMS, Michael Ryan, ha affrontato in conferenza stampa il tema della Fase 2 che sta iniziando in diversi Paesi europei in queste settimane.

Anche in Italia sono stati messi a punto i preparativi per poterla avviare dal prossimo 4 maggio. Tuttavia, secondo Ryan il vero modello di convivenza col virus sarebbe quello della Svezia, che ha deciso di puntare su una strategia soft, non imponendo il lockdown.

Queste le sue parole in merito:

“Se dobbiamo arrivare a un nuovo modello di vita di ritorno alla società senza nuovi lockdown, penso che la Svezia possa essere un esempio da seguire. Il loro modello è una strategia forte di controllo, una forte fiducia e collaborazione da parte della comunità”.

Non solo, visto che il Paese scandinavo come ricordato da Ryan ha puntato su una strategia di potenziamento della sanità pubblica, facendo leva sull’importanza delle misure di igiene, di distanziamento sociale e ponendo particolare attenzione alle persone presenti nelle residenze assistenziali.

Come sta gestendo l’emergenza la Svezia

In Svezia sono stati registrati oltre 20.000 casi di coronavirus e un totale di 2.462 morti dall’inizio dell’emergenza. Questi i numeri scaturiti da una strategia inusuale attuata dal Governo svedese che ha deciso di non imporre restrizioni agli spostamenti e non ha chiuso bar, negozi e ristoranti. In alcune aree sono addirittura rimaste aperte le scuole.

Gli unici divieti hanno riguardato gli eventi con più di 50 persone, gli ingressi ai musei e l’organizzazione di manifestazioni sportive. Per il resto la gestione dell’emergenza è stata affidata alla responsabilità dei cittadini e la vita è rimasta più o meno quella di sempre. Un atteggiamento aspramente criticato da molti altri Paesi ma che adesso sembrerebbe aver trovato un riscontro anche nelle istituzioni.

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