La graduale riduzione del bilancio della banca centrale americana porterà gli Stati Uniti ad una recessione, come già successo abitualmente in passato?
La Fed aveva già provato sei volte in passato a ridurre il suo bilancio, cinque delle quali hanno portato ad una recessione, come mostrano i dati di MKM Partners.
Il bilancio è di 4,5 trilioni di dollari ed è composto prevalentemente da titoli di Stato e MBS.
L’imminente avvio della Federal Reserve alla riduzione del suo gigantesco portafoglio titoli giunge con una serie storica pesante: praticamente ogni volta che la Banca centrale ci ha provato in passato, ne sono seguite solo recessioni.
Durante i mesi scorsi, la Fed ha preparato i mercati per l’imminente inizio di una riduzione del patrimonio di 4,5 trilioni di dollari, aumentato a dismisura nel tentativo della Fed di portare l’economia fuori dal pantano della crisi finanziaria.
La Fed si è imbarcata in sei riduzioni simili in passato: nel 1921-22, nel 1928-1930, nel 1937, nel 1941, negli anni 1948-1950 e nel 2000. Di questi episodi, cinque hanno causato una recessione, secondo le ricerche di Michael Darda, chief economist e market strategist di MKM Partners.
I trend del bilancio della banca centrale rispecchiano ciò che è successo la maggior parte delle volte in cui la Fed ha provato ad aumentare i tassi di interesse dopo un prolungato periodo di tempo, con 10 delle 13 normalizzazioni finite in recessione.
In realtà, la situazione della Fed è senza precedenti.
Tre piani di stimolo attraverso un programma noto come quantitative easing, hanno portato il bilancio della banca a questi livelli. Le intenzioni rese note recentemente mostrano in che modo Fed ridimensionerà il proprio patrimonio.
Da quando è cominciata l’espansione del bilancio, la Fed ha reinvestito il ricavato ottenuto dai bond ogni mese per mantenere stabile la dimensione.
In un piano che, si pensa, sarà annunciato a settembre, la Fed comincerà ridimensionare una parte del portafoglio ogni mese e a reinvestire il resto. Il target del roll-off sarà inizialmente piccolo e crescerà trimestralmente fino a raggiungere 50 miliardi di dollari al mese.
Le attuali aspettative del mercato sono che la Fed terrà i ricavati del roll-off finché il bilancio non si aggirerà intorno ai 2/2,5 miliardi di dollari, processo che potrebbe durare dai quattro ai cinque anni.
Janet Yellen, a capo della Federal Reserve, ha dichiarato che il processo sarà come “vedere della vernice che si asciuga” e non sarà distruttivo per i mercati. Comunque, c’è molto scetticismo se la questione sarà davvero indolore.
“Contro questo quadro storico, si pone una domanda pressante: i mercati del credito e la volatilità dei mercati finanziari rimarranno inerti durante la seconda metà del prossimo anno, quando la riduzione del bilancio della banca e il rialzo dei tassi - due operazioni di normalizzazione - comincerà svolgersi con pieno vigore?”,
si chiede Darda.
L’esperto crede che se Fed seguisse una traiettoria lenta che tiene conto dell’inflazione bassa, “allora pensiamo che non ci sarà nulla di cui preoccuparsi”. Comunque, Darda avverte che la Fed potrebbe non avere spazio sufficiente per intensificare la sua politica come crede.
In generale, i mercati sembrano dare ragione a Darda. Nonostante alcuni membri della Fed abbiano indicato che un ulteriore rialzo dei tassi quest’anno è verosimile, i trader danno allo scenario una probabilità del 45,5%.
I futures sui Fed fund presuppongono un rialzo dei tassi entro la fine del 2018 all’1.45%, il che anticipa appena due amenti dei tassi da oggi alla fine del prossimo anno. Di contro, le proiezioni di Fed rilasciate a giugno indicano quattro aumenti nello stesso periodo.
Diversi economisti, incluso un gruppo che si fa chiamare Fed Up, stanno esortando i responsabili della banca centrale ad incrementare l’attuale target di inflazione e a ritardare ulteriori aumenti dei tassi.
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