Google ed il Fisco italiano sono alla resa dei conti: notificato ieri al presidente della divisione italiana l’atto di chiusura indagini. Ecco cosa rischia Google.
Il gigante di Mountain View è ormai in lotta perenne con il Fisco europeo. Dopo le “battaglie” fiscali con Parigi e Londra, adesso è giunta l’ora di Roma...anzi di Milano.
E’ la Procura della Repubblica milanese, infatti, che starebbe per chiedere il rinvio a giudizio per cinque manager di Google accusati di omessa dichiarazione fiscale.
Si tratta di Daniel Lawrence Martinelli (attuale presidente della divisione italiana di Google), Thomas Herlihy e John Kent Walker (predecessori di Martinelli), Graham Law e Aubyn Roman Harris.
Secondo l’accusa, i manager di Google avrebbero occultato 98,2 milioni di euro al Fisco italiano.
La querelle tra Google ed il Fisco italiano non è l’unica in materia di fiscalità internazionale applicata ai giganti del web, così come dimostrato dai precedenti di Apple e Amazon.
Fisco, ecco l’accusa a Google
In cosa consiste l’accusa del Fisco italiano a Google? Secondo l’accusa a Google, i manager impegnati in Italia avrebbero occultato al Fisco circa 98,2 milioni di euro di base imponibile IRES nei bilanci compresi tra il 2009 ed il 2013.
Google avrebbe quindi emesso fatture agli inserzionisti italiani per oltre 1 miliardo di euro, non dichiarando però la stabile organizzazione di fatto presente sul territorio italiano.
Fisco: l’accusa di Profit Shifting a Google
Dal punto di vista tecnico-fiscale, l’accusa che il Fisco italiano muove a Google è quella di profit shifting ovvero di aver spostato gli utili realizzati verso Paesi a regime fiscale privilegiato (le isole Bermuda nella fattispecie).
Come viene realizzato il profit shifting e qual è stato il comportamento tenuto da Google?
Il profit shifting rappresenta quindi una tecnica di evasione/elusione fiscale con la quale si cerca di ottenere un risparmio fiscale sulle imposte da pagare.
Il profit shifting può essere realizzato “attribuendo un valore fittizio ai corrispettivi da applicare alle operazioni commerciali intercorse tra società collegate e/o controllate residenti in nazioni diverse, al fine di trasferire l’imponibile dove più è conveniente”.
E ciò rappresenta esattamente l’accusa che viene mossa a Google con riferimento al triangolo Irlanda-Olanda-Bermuda.
A Google viene contestata, in particolare, la mancanza di trasparenza nel dichiarare la propria stabile organizzazione in Italia.
Giganti del web e fiscalità internazionale
Google non è l’unico gigante del web ad essere incappato in scontri di natura giuridica con il Fisco italiano.
In precedenza, anche Apple ed Amazon hanno avuto diversi problemi. In attesa del probabile rinvio a giudizio dei manager di Google Italia, si pone oggi una grande questione fiscale comunitaria ed internazionale ovvero quella di individuare una normativa maggiormente organica e comune nella disciplina amministrativa e fiscale dei colossi del web.
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