Massimo Bitonci della Lega ha spiegato il piano per far partire da subito la Flat Tax. Il costo sarebbe di circa 10 miliardi, che potrebbero essere trovati dall’addio agli 80 euro del bonus Renzi che diventerebbero una detrazione fiscale.
Scampato il pericolo di una procedura di infrazione tra le fila del governo gialloverde si torna a parlare di Flat Tax, anche se i toni sono molto più cauti rispetto alle scorse settimane quando Matteo Salvini minacciò anche la sua uscita dal governo in caso di una mancata riforma fiscale.
Se nella legge di Bilancio 2019 l’aliquota del 15% è stata estesa per quanto riguarda le partite IVA ai redditi fino ai 65.000 euro, nelle intenzioni della Lega c’è l’aggiungere un ulteriore tassello del progetto Flat Tax anche nella manovra 2020.
Secondo il sottosegretario all’Economia della Lega Massimo Bitonci, ci potrebbe essere un abbassamento al 15% per tutti i redditi tra i 35.000 e i 50.000 euro, una misura questa che “riguarderebbe 3 milioni di italiani che adesso pagano un’aliquota media del 24%”.
Una sforbiciata questa che dovrebbe avere un costo annuo di circa 10 miliardi, lo stesso degli 80 euro mensili del bonus Renzi che a questo punto potrebbe “trasformarsi” da spesa a detrazione fiscale.
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Il bonus Renzi per finanziare la Flat Tax?
Come si è capito fin dalla nascita del governo del cambiamento, il progetto della Flat Tax ovvero un’aliquota piatta del 15% per tutti i contribuenti sarà portato avanti per passi. Per questo in teoria sarebbe più corretto comunque parlare di riforma fiscale.
Dopo l’estensione del regime forfettario nel 2019, la legge di Bilancio 2020 dovrebbe contenere un ulteriore step: il 15% verrebbe applicato ai redditi tra i 35.000 e i 50.000 euro, mentre per le imprese ci sarebbe un’ulteriore riduzione dell’Ires dal 27% al 24%.
Come è ben noto in materia di Flat Tax il problema principale è quello delle coperture. Per evitare la procedura di infrazione, l’Italia si è impegnata con la Commissione Europea a tenere i conti in ordine nel 2020.
Questa riforma fiscale quindi non potrà essere finanziata in deficit per non riaccendere la diatriba con Bruxelles. “Vanno trovate soluzioni per le coperture - ha aggiunto Massimo Bitonci - è chiaro che vanno messe risorse”.
Dove trovare quindi i circa 10 miliardi l’anno capaci di poter garantire il prosieguo della Flat Tax e i buoni uffici con l’Europa? A riguardo, tutti gli indizi sembrerebbero portare agli 80 euro del Bonus Renzi.
Già tempo fa il viceministro leghista Massimo Garavaglia aveva in qualche modo anticipato quello che sarebbe il piano del Carroccio: “La Flat Tax non toglie il bonus Renzi di 80 euro, ma lo trasforma da spesa a riduzione di imposte e migliora enormemente il bilancio dello Stato in quanto riduce la spesa e le tasse con una operazione a saldo zero”.
Un tesoretto questo del bonus Renzi che comunque potrebbe anche non essere sufficiente, tanto che al vaglio ci sarebbe anche il taglio di alcune agevolazioni che non dovrebbero comunque interessare le detrazioni più pesanti.
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