L’ultimo report del centro di ricerca di Bill Gates ha provato a prevedere lo scenario pandemico in Italia da qui fino a giugno: si rischiano fino a altri 33.000 morti senza una accelerata sui vaccini, con diverse Regioni che vengono indicate con un alto livello di rischio.
In Italia tra marzo e aprile ci potrebbe essere l’apice della terza ondata del Covid, con i morti che da qui a giugno potrebbero essere fino a 33.000 se non ci sarà una accelerata sul fronte dei vaccini.
Questo è il responso per quanto riguarda l’Italia dell’Institute for health metrics and evaluation, un centro considerato tra i più autorevoli nel settore con sede a Seattle e che è stato voluto nel 2007 dalla Fondazione Bill Gates.
Il report aggiornato, che include anche il fattore delle varianti, ha ipotizzato lo scenario nel nostro Paese considerando possibili misure restrittive in caso di aumento dei contagi e che la campagna vaccinale subisca dei ritardi visti i tagli nelle forniture.
Il responso della fondazione di Bill Gates non sembrerebbe essere positivo: nella migliore delle ipotesi infatti sarebbero 28.000 i morti da qui fino a giugno a causa del Covid, con il numero che potrebbe salire fino a 33.000.
Fondazione Bill Gates: le Regioni più a rischio in Italia
Sempre secondo il report dell’Institute for health metrics and evaluation, nel caso di una accelerata nella campagna vaccinale si potrebbero evitare altri 10.000 morti, con il conto che salirebbe a 11.000 se tutti dovessero continuare a indossare le mascherine.
Per i ricercatori del centro della Fondazione Bill Gates, non sembrerebbero esserci dubbi sul fatto che in Italia una terza ondata del Covid ci sarà e avrà il suo apice tra i mesi di marzo e di aprile.
Cattive notizie anche per quanto riguarda le previsioni sulla pressione sul nostro sistema sanitario, con ben 15 Regioni che fino a giugno potrebbero avere “un livello elevato o estremo di stress sugli ospedali”.
Spostando l’attenzioniesulle terapie intensive, per il centro collegato a Bill Gates sarebbero a rischio stress elevato “Marche, Umbria e Campania, più le province di Trento e Bolzano”, ma destano preoccupazione un po’ tutte le Regioni con una particolare menzione per “Puglia, Piemonte e Abruzzo”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA