Il Pnrr punta a sostenere l’Italia nel processo di ripartenza dopo la crisi pandemica, vediamo come sono strutturati gli aiuti nel 2022.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) include una serie di investimenti e riforme divise in sei missioni. Ora è un momento molto importante per l’attuazione delle manovre necessarie per l’ottenimento delle risorse del Next Generation Eu.
Il Piano promuove un’ambiziosa agenda di riforme, e in particolare, le quattro principali riguardano:
- pubblica amministrazione;
- giustizia;
- semplificazione;
- competitività;
Le risorse che sono state stanziate per il Pnrr sono pari a 191,5 miliardi di euro e le missioni perseguite sono le seguenti:
- 40,32 miliardi per digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
- 59,47 miliardi per rivoluzione verde e transizione ecologica;
- 25,40 miliardi per infrastrutture per una mobilità sostenibile;
- 30,88 miliardi per istruzione e ricerca;
- 19,81 per inclusione e coesione;
- 15,63 per salute.
Per quanto riguarda gli incentivi alle imprese il Pnrr prevede molte agevolazioni con il fine di sostegno e rilancio. L’obiettivo è porre le basi per uno sviluppo sostenibile dell’economia garantendo rapidità di esecuzione dei progetti. Tutto questo è da raggiungere attraverso una semplificazione degli strumenti in modo da favorire un aumento della produttività. Le iniziative più importanti che il Pnrr finanzia nell’anno 2022 sono di seguito esposte.
Transizione 4.0
La Legge di Bilancio 2022, nell’ambito del Piano Nazionale Transizione 4.0 ha previsto l’eliminazione di misure precedenti, iperammortamento e superammortamento, a beneficio del nuovo credito d’imposta 4.0.
Il Mise ha l’obiettivo di aiutare lo sviluppo tecnologico e supportare la trasformazione digitale. Per perseguire questo scopo il ministero, utilizzando i fondi Pnrr, ha scelto le seguenti agevolazioni:
- credito d’imposta per investimenti in beni strumentali;
- credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione;
- credito d’imposta formazione 4.0.
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Con la prima misura si vuole facilitare la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. La struttura dell’incentivo varia tra il 10 e il 40% a seconda delle dimensioni del progetto.
Il credito d’imposta in ricerca e sviluppo persegue il fine di sostenere la competitività delle imprese nella transizione 4.0. Fino al 31 dicembre 2022 il credito d’imposta riconosciuto, per un limite annuale di 4 milioni di euro, è del 20% per le seguenti attività:
- ricerca fondamentale;
- ricerca industriale;
- sviluppo sperimentale.
La terza tipologia di credito d’imposta è utile nel supportare le imprese nella trasformazione tecnologica creando competenze utili a realizzare la transizione 4.0. La struttura pensata dal Mise per questa misura è la seguente:
- per le micro e piccole imprese: il 50% delle spese ammissibili per un tetto massimo di 300.000 euro;
- per le medie imprese: il 40% delle spese ammissibili con un limite di 250.000 euro;
- per le grandi imprese: il 30% delle spese ammissibili fino a un massimo di 250.000 euro.
Inoltre, è importante sapere che questa agevolazione legata ai crediti d’imposta è cumulabile con altri incentivi. Questo può avvenire per esempio con la «Nuova Sabatini», ovvero l’agevolazione del Mise che sostiene gli investimenti delle Pmi italiane in beni strumentali. Se l’investimento risulta ammissibile per entrambe le agevolazioni è possibile recuperare fino al 50% della spesa sostenuta.
Internazionalizzazione: sace Simest
Questo contributo sostenuto dai fondi Pnrr supporta le fasi di crescita dell’azienda sui mercati esteri. Con questo finanziamento è possibile accedere a liquidità a tasso agevolato e anche ad una quota di fondo perduto fino al 25%.
Le spese che possono essere coperte dalle imprese tramite il bando Simest sono le seguenti:
- patrimonializzazione;
- partecipazione a fiere internazionali, mostre e missioni di sistema;
- inserimento mercati esteri;
- temporary export manager;
- e-commerce;
- studi di fattibilità;
- programmi di assistenza tecnica.
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Pnrr: Contratti di sviluppo
Gli incentivi agevolativi più importanti, dedicati al sostegno di programmi d’investimento strategici e innovativi di grandi dimensioni, sono i contratti di sviluppo. Questo strumento può agevolare programmi di ricerca e sviluppo, e anche opere infrastrutturali. La gestione dei contratti di sviluppo è assegnata a Invitalia che lavora a stretto contatto con il Mise. Una o più imprese, italiane o estere, possono realizzare programmi di sviluppo anche mediante lo strumento del contratto di rete.
Nei contratti di sviluppo, finanziati dai fondi Pnrr, coloro che beneficiano dell’agevolazione possono essere divisi in:
- soggetto proponente;
- imprese aderenti.
Le spese ammissibili per il complessivo programma di sviluppo da parte del soggetto proponente non devono essere inferiori a:
- 10 milioni di euro per i programmi di sviluppo industriali e la tutela ambientale;
- 3 milioni di euro per le attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli;
- 5 milioni di euro per le attività turistiche.
Gli investimenti dei soggetti aderenti non devono presentare spese inferiori a 1,5 milioni di euro.
Le agevolazioni possono assumere diverse strutture, che possono anche essere utilizzate in modo combinato tra di loro:
- finanziamento agevolato, nei limiti del 75% delle spese ammissibili;
- contributo in conto interessi;
- contributo in conto impianti;
- contributo diretto alla spesa.
Le istanze di accesso devono essere presentate a Invitalia, soggetto gestore della misura agevolativa, seguendo le istruzioni indicate nella sezione dedicata del sito web.
L’Agenzia procede allo svolgimento delle attività istruttorie di competenza nel rispetto dell’ordine cronologico di presentazione delle domande di agevolazioni, tenuto conto delle risorse finanziarie disponibili.
Contratti di filiera e distretto
Il 22 aprile 2022, su iniziativa del ministero delle politiche agricole, è stato pubblicato il quinto bando per i contratti di filiera del settore agroalimentare. Questo intervento è finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con una dotazione totale di 1.203 milioni di euro.
Le imprese che vogliono beneficiare della agevolazione devono aver firmato un accordo di filiera con lo scopo di realizzare un programma integrato di rilevanza nazionale.
Le spese ammissibili sono le seguenti:
- investimenti materiali e immateriali nelle aziende agricole legate alla produzione primaria;
- investimenti in trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli;
- investimenti in trasformazione di prodotti agricoli in prodotti agroalimentari;
- organizzazione di concorsi, fiere o mostre;
- ricerca e sviluppo in ambito agricolo;
- investimenti in produzione di energia da fonti rinnovabili
I contratti di filiera ammissibili all’agevolazione devono essere compresi tra i 4 e i 50 milioni di euro. La struttura assunta da questo intervento è sia del contributo in conto capitale che del finanziamento agevolato.
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