Economia mondiale in ginocchio: FMI taglia ancora le stime di crescita

Luca Fiore

15/10/2019

Gli effetti della guerra commerciale sono decisamente simili a quelli prodotti dalla grande crisi finanziaria. A dirlo è il Fondo monetario internazionale.

Economia mondiale in ginocchio: FMI taglia ancora le stime di crescita

Nuovo taglio delle stime di crescita da parte del Fondo monetario internazionale. Gli effetti della guerra commerciale, rileva l’istituto con sede a Washington, sono decisamente simili a quelli provocati, più di 10 anni fa dalla grande crisi.

Per il Pil globale, la stima è stata ridotta dello 0,3 per cento a 3 punti percentuali, il livello più basso dal 2008-2009. La causa del rallentamento è legata al settore manifatturiero globale, mai così debole dalla grande crisi.

“Il differente andamento tra manifatturiero e settore servizi è proseguito per un periodo particolarmente lungo, e questo preoccupa in vista di un possibile contagio al settore dei servizi”, riporta lo studio, non a caso intitolato “Manifattura globale in calo, barriere commerciali in salita”.

Stime Fondo monetario: situazione dovrebbe migliorare nel 2020

Dopo il +3% di quest’anno, la crescita globale dovrebbe riguadagnare terreno nel 2020, quando è stimata al 3,4%, e rafforzarsi, stima l’istituto con sede a Washington, negli anni successivi.

La ripresa, a partire dall’anno prossimo, è riconducibile, riporta il “World Economic Outlook”, al miglioramento delle performance attese nei mercati emergenti. I “big four” dell’economia mondiale (Cina, Stati Uniti, Zona Euro e Giappone) non registreranno miglioramenti in termini di crescita nei prossimi cinque anni.

Stime Fondo monetario: limata la stima sul Pil italiano

Per quanto riguarda l’Italia, nell’anno corrente il Prodotto interno lordo non farà registrare variazioni (+0,1% stimato ad aprile e luglio) mentre l’anno prossimo la crescita del Belpaese è vista allo 0,5% (-0,3% nel confronto con luglio, -0,4% su aprile).

I numeri non sono lontani da quelli dell’Ocse (qui la nostra notizia) e dal +0,1/+0,4 per cento stimato dall’esecutivo.

Stime Fondo monetario: segno meno anche per il dato tedesco

Per quanto riguarda la prima economia europea, la Germania, tra il 2018 e il 2019 lo “spread” di crescita sarà di un punto percentuale (dall’1,5 allo 0,5%) mentre nel 2020 il Pil teutonico è visto all’1,2%.

Variazioni meno marcate per la Francia (1,7/1,2/1,3 per cento) e per l’intera Zona Euro (1,9/1,2/1,4%).

Nel caso degli Stati Uniti il Pil è stimato al 2,4 e al 2,1 nel 2019-20 mentre per gli emergenti i due dati sono rispettivamente stimati al 3,9 e al 4,6 per cento.

Stime Fondo monetario: bene intervento banche centrali

«Dopo il forte rallentamento degli ultimi tre trimestri del 2018, l’attività economica globale si è stabilizzata a un ritmo debole nella prima metà del 2019», riporta lo studio.

“Dopo un calo nella prima parte dell’anno, le tensioni commerciali sono tornate a crescere […] impattando il sentiment delle imprese e la fiducia a livello globale”. Grazie all’intervento delle banche centrali “le condizioni finanziarie si confermano accomodanti”.

Fondo monetario: Germania deve fare di più

Con i tassi di crescita ai minimi dal 2008-9, Gita Gopinath, il capo economista dell’istituto di Washington, ha detto che la politica monetaria non può e non deve essere lasciata sola: “va accoppiata, quando possibile, al supporto delle politiche fiscali”.

Il riferimento è all’economia tedesca, “che dovrebbe avvantaggiarsi della possibilità di prendere a prestito a tassi negativi”.

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