È la domanda che tutti i forex trader si stanno facendo in questi giorni: “quanto durerà ancora il rally sul dollaro?”. Per trovare una risposta è necessario guardare gli indicatori economici dell’ultimo mese
Analizzare i risultati sugli indicatori economici degli Stati Uniti dell’ultimo mese può essere molto utile per rispondere alla domanda nella testa di tutti i forex trader in questi giorni: quanto durerà ancora il rally sul dollaro?
In base a come il biglietto verde sta ultimamente salendo di corsa contro le sue valute forex rivali, sembra che il dollaro USA sia pronto a replicare la performance del 2014.
Vediamo se i dati economici rilasciati finora questo mese dimostrano se ci sono ancora delle possibilità che il dollaro continui a salire:
Occupazione
Parlando di occupazione, gli Stati Uniti sono sicuramente sulla strada giusta: il tasso di disoccupazione del Paese è sceso al 5,5% nel mese di febbraio. Il dato non sorprende poi così tanto, visto che gli Stati Uniti hanno costantemente registrato letture più forti del previsto sul cambiamento dell’occupazione negli ultimi sei mesi.
Guardando alle componenti sottostanti, si nota come l’aumento maggiore dell’occupazione si sia registrato in tutti i settori dell’economia, il che riflette i miglioramenti del mercato del lavoro in tutto il Paese.
Tuttavia, la crescita dei salari è rimasta debole e la partecipazione della forza lavoro è aumentata solo lievemente, il che significa che non è rimasto un notevole spazio di miglioramento.
Spesa dei consumatori
Con tutti questi aumenti stellari sull’occupazione, si potrebbe pensare che anche la spesa dei consumatori stia procedendo bene. Questo però non è il caso dell’economia degli Stati Uniti: infatti, ultimamente il dato sulle vendite al dettaglio è sceso per tre mesi consecutivi.
Nel mese di febbraio, le vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,6% invece di mostrare l’aumento previsto dello 0,3%, mentre le vendite al dettaglio versione core sono diminuite dello 0,1% rispetto al previsto aumento dello 0,6%. Il dato segue un calo precedente dell’1,1% di gennaio per la spesa dei consumatori versione core e una discesa dello 0,8% sulle vendite al dettaglio.
Come si è visto, le dure condizioni atmosferiche hanno spinto gli americani a chiudersi a casa piuttosto che prendere d’assalto i centri commerciali o mangiare fuori.
È da tenere a mente che la spesa dei consumatori incide molto sulla crescita economica generale negli Stati Uniti, il che suggerisce che il recente calo delle vendite al dettaglio potrebbe influenzare negativamente il PIL del mese corrente.
Inflazione
Recentemente, il calo dei prezzi costituisce una grande preoccupazione per la maggior parte delle economie di recente e gli Stati Uniti non sono da meno.
Infatti, l’inflazione debole è probabilmente l’unico fattore che impedisce ancora alla Fed di rialzare i tassi di interesse.
L’inflazione è scesa più del previsto allo 0,7% nel mese di gennaio, mentre l’inflazione core ha messo a segno un desolante aumento dello 0,2%, con i livelli dei prezzi al consumo trascinati giù dal crollo del prezzo del petrolio rispetto allo scorso anno.
L’IPC annuo dovrebbe rimanere in zona negativa per i prossimi mesi, più lontano dal target sull’inflazione della Fed al 2%.
Politica monetaria della Fed
Finora, la Fed ha dato segnali e indizi contrastanti, giocando con i sentimenti dei forex trader. Mentre il presidente della Fed Janet Yellen ha cercato di mantenere basse le aspettative per un aumento dei tassi minimizzando le probabilità di un rialzo a giugno, altri membri “falchi” del FOMC, come Williams e Bullard, hanno lasciato intendere che la banca centrale potrebbe aumentare i tassi di interesse prima del previsto.
Non si può negare che gli Stati Uniti stiando facendo meglio rispetto al resto delle economie concorrenti, quando si tratta di prestazioni economiche e che la Fed è probabilmente l’unica banca centrale che si appresta ad un rialzo dei tassi di interesse.
I forex trader restano in attesa della prossima dichiarazione post-riunione del FOMC.
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