Forze Armate e Polizia: tutti i vantaggi della Legge di Bilancio 2022

Simone Micocci

29 Ottobre 2021 - 11:29

La Legge di Bilancio 2022 interviene sulle pensioni di militari, poliziotti e vigili del fuoco. Riconosciuta la specificità del ruolo, miglioramenti economici per tutti.

Forze Armate e Polizia: tutti i vantaggi della Legge di Bilancio 2022

Con la Legge di Bilancio 2022 vengono raggiunti due traguardi importanti per quanto riguarda le Forze Armate e di Polizia. Nel dettaglio, la prima novità - descritta dall’articolo 27 del testo della manovra - riguarda tutti gli appartenenti alle Forze Armate, di Polizia e al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, mentre la seconda - articolo 28 - solamente il personale delle Forze di Polizia a ordinamento civile.

Nel dettaglio: con il primo punto viene fatto un importante passo avanti verso il riconoscimento della specificità delle Forze Armate, di Polizia e Vigili del Fuoco, mentre con il secondo si chiude un contenzioso in ambito pensioni che durava ormai da troppi anni.

Ma andiamo con ordine e vediamo quali sono le novità apportate dalla Legge di Bilancio 2022 che riguardano da vicino Forze Armate e di Polizia.

Legge di Bilancio 2022: verso il riconoscimento della specificità di Forze Armate e Polizia

Il disegno di legge di Bilancio prevede per il Comparto Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico uno stanziamento di risorse utili per “accendere i riflettori sull’anno problema delle pensioni” (così Francesco Gentile, delegato Co.Ce.R.).

Nel dettaglio, l’articolo 27 istituisce un fondo per la realizzazione d’interventi perequativi di natura previdenziale per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. La motivazione è molto importante in quanto si legge che le risorse vengono stanziate “in relazione alla specificità del personale” suddetto. Vi è quindi, un primo riconoscimento - anche economico - della specificità che la legge riconosce al personale in divisa.

Nel dettaglio, il fondo ha una dotazione di:

  • 20 milioni di euro per il 2022;
  • 40 milioni di euro per il 2023;
  • 60 milioni di euro per il 2024.

Le risorse sono destinate “all’adozione di provvedimenti normativi volti alla progressiva perequazione del relativo regime previdenziale, attraverso l’introduzione, nell’ambito degli istituti già previsti per il medesimo personale, di misure” di tipo:

  • compensativerispetto agli effetti derivanti dalla liquidazione dei trattamenti pensionistici per il personale in servizio il giorno precedente la data di entrata in vigore del relativo provvedimento normativo”;
  • integrative delle forme pensionistiche complementari - “di cui all’articolo 26 comma 20 della legge 448 del 1998” - per il personale immesso a decorrere dalla data di entrata in vigore della manovra.

Finalmente, scrive Gentile, “i militari (così come tutti gli appartenenti al comparto Difesa, Sicurezza e soccorso pubblico, ndr) potranno cominciare a guardare alla pensione con occhi sereni”.

Aumenta la pensione del personale delle Forze di Polizia

La Legge di Bilancio chiude - finalmente - l’annosa questione dell’articolo 54 del decreto del Presidente della Repubblica 1092 del 29 dicembre 1973, con il quale si parla di aliquote retributive per il personale delle Forze di Polizia.

Nel dettaglio, d’ora in avanti al personale che alla data del 31 dicembre 1995 ha un’anzianità contributiva inferiore ai 18 anni, “effettivamente maturati”, si applica - sempre in relazione alla specificità - un’aliquota di rendimento più alta rispetto a quella che veniva applicata dall’INPS fino a oggi, ossia pari al 2,33% nei primi 15 anni e dell’1,8% dal 1° al 20° anno.

La Legge di Bilancio 2022 semplifica il tutto fissando un’aliquota del 2,44%. Cosa cambia allora? Pensiamo a un appartenente alla Polizia di Stato che alla data del 31 dicembre 1995 ha maturato 13 anni di contributi: per il calcolo della pensione - secondo le regole del sistema retributivo - si fa una media delle migliori retribuzioni e ne viene riconosciuta una certa percentuale per ogni anno di lavoro.

Fino a oggi la percentuale sarebbe stata del 2,33%, per un totale dunque del 30,29% della retribuzione pensionabile. Con la novità apportata dalla Legge di Bilancio 2022, invece, l’aliquota di rendimento sale a 2,44%: nel caso di specie, su un totale di 13 anni di contributi, vorrebbe dire riconoscere il 31,72% della retribuzione pensionabile.

Pensiamo ad esempio che a questo risulti una media di 40.000€ di retribuzione media lorda annua: nel primo caso avrebbe avuto diritto a 12.116€, mentre nel secondo a 12.688€, più di 500 euro in più l’anno.

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