La Germania è solo l’ultimo caso di rivolta del mondo agricolo contro le politiche green e i tagli ai sussidi agrari. Un movimento che avvantaggia la destra.
Gli agricoltori tedeschi marciano su Berlino, paralizzano una Germania sempre più in affanno politico, mostrano le fragilità della coalizione di governo di Olaf Scholz chiamata dalla Corte Costituzionale a un doloroso autodafé austeritario e risvegliano la rivolta dell’Europa rurale.
Cosa anima la rivolta tedesca
La rivolta degli agricoltori in Germania dura da inizio anno stata causata dai tagli ai sussidi voluti dal governo del cancelliere Olaf Scholz. Dopo che la Corte Costituzionale ha, in autunno, bocciato i conti pubblici del Paese e evidenziato nella legge di bilancio dell’anno scorso l’esistenza di un rovinoso buco da 30 miliardi di euro, in Germania ha ripreso quota la posizione del super-falco delle Finanze, il liberale Christian Lindner. Il governo del socialdemocratico Scholz, dei Verdi e dei liberali dell’Fdp ha, come noto, imposto un taglio alla spesa di 17 miliardi in cui ricadono anche le agevolazioni di cui godono gli agricoltori, profondamente sussidiati dallo Stato tedesco fin dal 1951. Questa decisione ha portato alla protesta degli agricoltori tedeschi, che hanno organizzato una settimana di scioperi e manifestazioni a Berlino. [...]
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