Fusione AT&T-Time Warner: c’è l’accordo. Spunti operativi

Riccardo Magalotti

24 Ottobre 2016 - 17:58

Accordo raggiunto tra AT&T e Time Warner, il colosso delle telecomunicazioni è pronto all’acquisizione record da 85 miliardi. Trump boccia la trattativa, in caso di vittoria la fusione non si farà. Ora è tutto in mano all’Antitrust.

Fusione AT&T-Time Warner: c’è l’accordo. Spunti operativi

È arrivata nella serata di venerdì la notizia ufficiale dell’accordo tra i cda per la fusione di AT&T e Time Warner, chiacchiere che a Wall Street circolavano già da qualche tempo.
Quali spunti operativi nascono sul titolo AT&T in seguito alla notizia?

La conclusione della fusione AT&T e Time Warner dovrebbe arrivare prima della fine del 2017, anche se Donald Trump ha già annunciato che nel caso in cui fosse lui a vincere le elezioni non consentirà l’affare.
Secondo il candidato repubblicano si creerebbe troppa concentrazione di potere nelle mani di pochi.

Ora la palla passa all’Antitrust che sta esaminando da vicino la possibile fusione.

Fusione AT&T e Time Warner: i numeri della trattativa

Si parla di 85 miliardi di dollari ed una valutazione per azione di 107,5$, ben oltre gli 85$ che Rupert Murdoch aveva offerto all’ad di Time Warner due anni fa.

Per portare a termine l’acquisizione AT&T si sarebbe assicurata una linea di credito da 40 miliardi di dollari, 25 dei quali arriverebbero da JPMorgan e 15 da Bank of America. Al momento AT&T sarebbe già sotto osservazione degli analisti in quanto avrebbe in cassa poco più di 7 miliardi di dollari a fronte di un debito di quasi 120. Dei 107,5$ ad azione, 53,75$ dovrebbero arrivare cash ed il restante 53,75$ in titoli AT&T.

L’accordo prevede inoltre una clausola per cui Time Warner si impegnerebbe a pagare 1,7 miliardi in caso ricevesse un’offerta rivale e la accettasse, mentre AT&T pagherebbe una commissione di 500 milioni se l’accordo venisse bloccato.

Fusione AT&T-Time Warner: cosa comporterebbe la fusione?

La fusione tra i due colossi crea molte perplessità, tanto che le critiche arrivano sia dal fronte democratico che da quello repubblicano. La paura principale si ha per la concentrazione del potere derivante dalla fusione.

AT&T ha già acquistato nel 2014 Direct TV, primo fornitore americano di TV via cavo. Con Time Warner andrebbe a completare l’offerta acquisendo implicitamente anche CNN, TNT, CBO e la storica casa di distribuzione hollywoodiana Warner Brothers.

La paura è quella di un innalzamento dei prezzi e della violazione del libero mercato, in quanto in questo modo AT&T avrebbe il predominio su ogni forma di telecomunicazione. La società statunitense deve solo sperare in una conclusione dell’affare prima della fine dell’anno o comunque prima delle elezioni presidenziali, in quanto il candidato repubblicano Donald Trump ha già dichiarato che in caso di una sua vittoria non permetterà la fusione.

L’antitrust sta esaminando quella che si prospetta essere il più grande affare del 2016.

Fusione AT&T-Time Warner: spunti operativi derivanti dalla fusione

Caduta libera dei prezzi del titolo AT&T iniziata già da giovedì, quando le prime voci riguardo la fusione erano comparse sul mercato. L’incertezza per quello che si annuncia essere l’affare più grande del 2016 è alta. Antitrust e organi di governo diffidano dalla fusione ed i prezzi ne risentono.

Il titolo AT&T ha visto prezzi in grande ascesa durante l’ultimo anno. Nella parte bassa del grafico se può notare la formazione di un canale rialzista che è stato addirittura rotto al rialzo durante i primi mesi del 2016, trasformando quella che era la trendline superiore del canale in un supporto dinamico dei prezzi. Dimostrazione di grande forza del titolo che ha raggiunto i massimi durante la scorsa estate.

Da fine agosto però è iniziata un fase di discesa che ha portato i prezzi prima alla rottura del supporto dinamico in area 40,5 e poi di quello statico poco sotto i 40$. Dopo la rottura i prezzi hanno accumulato lateralmente per alcuni giorni senza cercare nuovi minimi, fino alla notizia della fusione che ha portato i prezzi non solo alla rottura del secondo supporto dinamico, ma anche alla violazione al ribasso della media a 200 periodi e del supporto statico al di sotto dei 38$.

In 3 sedute il titolo ha perso oltre il 6% portandosi in area 37$. Ora tutto dipende da come i prezzi continueranno a reagire all’incertezza della fusione e nelle tempistiche dell’antitrust. Un primo segnale di forza si avrà se i prezzi riusciranno a tornare al di sopra del supporto statico in area 38$.

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