In Francia è in corso la prima giornata del G7: temi scottanti come l’Amazzonia, ma anche la Brexit, Iran e il ritorno nel G8 della Russia ed i dazi economici.
Il G7 è stato aperto oggi: giornate determinanti con tante tematiche sul tavolo delle potenze economiche mondiali riunite in Francia per affrontare numerose questioni spinose e delicate.
Il padrone di casa è Emmanuel Macron, che ha fatto il punto sulla situazione e sul piano di discussione: in primis l’Amazzonia al centro dell’attenzione mediatica e non solo. Un argomento veramente molto delicato soprattutto con la presa di posizione durissima da parte della Francia nei confronti del Brasile ed una politica ambientale sotto la lente d’ingrandimento. Dopo le parole di tensione e di minaccia nei confronti dello stato dell’America del Sud, si arriverà ad un accordo per aiuti verso il Brasile? O la situazione è definitivamente compromessa?
Altri temi cruciali sono sicuramente quello della Brexit, come verrà gestita la transizione dell’uscita dall’Europa per la Gran Bretagna? Poi si parlerà anche di dazi ovviamente, vista la presenza di Trump e si cercherà di sventare la minaccia di dazi nei confronti dei vini francesi. Infine argomento sarà l’Iran e le eventuali sanzioni e la Russia, esclusa dal G8 dopo l’annessione della Crimea e pronta ad essere riaccolta al tavolo della grandi mondiali?
Il discorso sulla necessità di un intervento in Amazzonia
Il caso del momento è la questione Amazzonia: il Brasile è con le spalle al muro, abbandonato dai Paesi europei, che gli puntano il dito contro, e dall’opinione pubblica mondiale. Al tempo stesso però gli Stati Uniti sembrano essere pronti a dargli un sostegno per far fronte agli incendi.
Cosa ha spinto questa rottura? La politica poco attenta ai tempi ambientali per Macron da parte del Paese del Sud America. Minacce sono arrivate anche questa mattina direttamente dall’Eliseo, Bolsonaro è stato attaccato duramente: in caso di mancato cambiamento da parte del Presidente del Brasile della sua politica, la Francia si opporrà alla stesura finale dell’accordo tra Ue-Mercosur per il libero scambio. Ance per il presidente del Consiglio Ue Fonald Tusk al momento è «difficile immaginare la ratifica dell’accordo Ue-Mercosur mentre l’Amazzonia brucia. L’Ue sostiene l’accordo UE-Mercosur, ma è difficile immaginare un processo di ratifica fino a che il governo brasiliano consentirà la distruzione dell’Amazzonia».
Macron nel discorso di apertura del G7 ha parlato della gravità della situazione, chiedendo una mobilitazione di tutte le potenze in ballo per frenare gli incendi e migliorare le condizioni del nostro pianeta. Grande attenzione sarà su questi temi: «Sarà un vertice ecoresponsabile, con particolare attenzione al settore tessile il secondo settore più inquinante del mondo.».
Un monito è arrivato in tal senso anche all’Italia da parte del WWF italia.
A Giuseppe Conte è stato chiesto di essere promotore di una presa di posizione forte da parte dell’Italia in questa situazione di grande fermento dell’opinione pubblica su questa tematica.
Brexit, capitolo delicato: cosa rischia la Gran Bretagna?
In caso di Brexit con no deal ovvero mancanza di accordo UE-Regno Unito, ci sarebbe una situazione piuttosto delicata da affrontare a livello economico. In caso di fumata nera infatti (e non restano molti giorni per trovare una via favorevole per tutti) tra circa 2 mesi la Gran Bretagna rischia a livello politico ed economico:
- Ritorno frontiera con l’Irlanda (significato simbolico e pratico)
- Import ed export con l’Europa prevederebbero costi doganali e tempi di attesa
- scarsità di medicine
- scarsità di carburante
- scarsità di alcuni generi alimentari
- problemi lungo il canale della Manica
- no condivisione dati personali e danni al mercato digitale
- tensioni e disordini
Per fare fronte a queste situazioni sono stati stanziati 2,1 miliardi di sterline dal Governo per affrontare le conseguenze di una Brexit senza accordo.
La situazione al momento quale è? Ne ha parlato il primo ministro britannico Boris Johnson che ha richiesto all’Unione europea di togliere il backstop sull’Irlanda come è contenuto attualmente nell’accordo tra le parti. In questo caso, con lo scenario attuale, il backstop garantisce che non vi sarà alcuna realizzazione di muri o confini rigidi tra l’Irlanda del Nord e l’Irlanda.
Discorsi tra Trump e Macron sui dazi contro la Francia
Durante il pranzo discorsi aperti tra Trump e Macron: il presidente americano è stato ospite di quello francese ed è stata la giusta occasione per parlare di dazi economici e delle minacce di tariffe sui vini francesi. Un tema molto sentito dalla nazione francese che ha negli Stati Uniti uno dei maggiori partner a livello di export di questo prodotti di punta dell’economia nazionale.
Trump aveva minacciato la Francia chiaramente parlando di Google in particolare ed altri giganti della tecnologia statunitensi: «Si tratta di grandi società americane e francamente non voglio che la Francia tassi le nostre aziende. È molto ingiusto. Se lo faranno, tasseremo i loro come non hanno mai visto».
Dall’altro lato aveva risposto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk: «Proteggerò il vino francese con sincera determinazione. Se gli Stati Uniti impongono dazi, l’Unione europea risponderà»
Si arriverà ad una calma nelle tensioni su commercio, come auspicato da Macron? Un monito è arrivato dal presidente francese: «Le tensioni sul commercio sono una cattiva cosa per tutti». Trump lo ascolterà?
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