Il Radon è un gas inodore e invisibile, che si accumula nelle case, e che può essere pericoloso per la propria salute. Per tale motivo è importante conoscerne i rischi e come intervenire.
Invisibile, inodore ma estremamente pericoloso. Il radon è un gas pericoloso per la salute, che può accumularsi in ambienti indoor, luoghi al chiuso, come case, scuole, uffici. È infatti considerato la seconda causa, dopo il fumo al tabacco, di insorgenza del cancro al polmone. È quindi necessario conoscere la minaccia del problema e scoprire come intervenire per poter preservare la propria salute, intervenendo sulla struttura edilizia. Infatti il problema del radon è che questo gas tende ad accumularsi solo negli ambienti chiusi e a può raggiungere concentrazioni tali da rappresentare un reale rischio.
Gas Radon in casa: cos’è, quali sono i rischi?
Il radon è un gas nobile radioattivo naturale, e deriva dal decadimento dell’uranio. È normale quindi riscontrare la sua presenza in piccole quantità in natura, come nel suolo e nelle rocce. La maggior parte del gas inalato viene espirato quasi interamente prima che inizi a decadere, ciò vuol dire che solo una piccola quantità va nei polmoni, nel sangue. I prodotti di decadimento inalati, che per lo più si attaccano al particolato, si trovano sulle pareti dell’apparato respiratorio, finendo nei bronchi. Il problema in sé quindi non è il radon ma il prodotto del suo decadimento che trasporto lungo i bronchi.
Il gas essendo radioattivo, può risultare cancerogeno se inalato e l’OMS lo ha classificato nel Gruppo 1 delle sostanze cancerogene insieme al fumo e all’amianto. L’esposizione nei luoghi chiusi, indoor, aumenta il rischio di contrarre un tumore polmonare, ma tutto dipende dalla concentrazione di radon e dalla durata dell’esposizione. Nel caso di esposizione a stesse quantità di radon i fumatori sono più a rischio dei non fumatori.
Gas Radon: dove si trova?
Il radon si trova principalmente nel terreno ma altre sue fonti possono essere i materiali da costruzione, specie se di origine vulcanica come tufo o graniti, e l’acqua. Da queste fonti il gas si disperde nell’ambiente, accumulandosi in locali chiusi, e solo in questo caso diventa pericoloso. Per tale motivo è possibile che si trovino accumuli di radon in:
- costruzioni in cui sono stati impiegati materiali quali pietre laviche, granito, tufo, porfido, basalto, argille con alluminio, pozzolane o cementi di origine pozzolanica, gessi chimici, ceramiche o cementi prodotti con scorie di alto forno;
- costruzioni su terreni granitici, vulcanici o ricchi di tufo;
- edifici che poggiano direttamente sul terreno;
- edifici comunicanti direttamente con cantine o seminterrati tramite botole o scale.
Gas Radon in casa: come fare per ridurre il rischio?
Per poter fronteggiare al meglio la situazione è opportuno seguire alcune norme, per scongiurare possibili accumuli di gas Radon. Primo fra tutti è consigliabile misurare la concentrazione di radon, è disponibile una scheda dell’ISS su come si misura. Inoltre si suggerisce una frequente ventilazione degli ambienti, che in tempi Covid di certo non fa male, ed evitare di fumare nei luoghi chiusi. Nel caso in cui le rilevazioni mostrino un’elevata concentrazione è importante procedere ad alcuni interventi sulla struttura, quali:
- sigillatura di crepe e fessure;
- depressurizzazione del terreno;
- aspirazione dell’aria interna;
- pressurizzazione dell’edificio;
- ventilazione del vespaio;
- impermeabilizzazione del pavimento.
Se invece ci si trova davanti a nuove strutture da poco costruite è meglio sempre accertarsi che siano state prese misure per evitare l’ingresso del radon, come l’isolamento delle cantine.
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