Gender Investing Gap: l’altra faccia del divario di genere che fa male alle donne e a tutti noi

Giulia Adonopoulos

05/03/2021

Salari più bassi, pregiudizi socio-culturali, minore educazione finanziaria... Sono diversi i fattori cruciali che portano le donne a investire (molto) meno degli uomini e ostacolano l’empowerment femminile in ambito finanziario. Ma una chiave per uscirne c’è, e a dare speranza e fiducia sono le nuove generazioni.

Gender Investing Gap: l’altra faccia del divario di genere che fa male alle donne e a tutti noi

C’è un assunto globalmente condiviso riguardo le donne e il denaro oggi: abbiamo un problema di divario di genere. Guadagniamo meno degli uomini (in Italia circa 14.000 euro in meno l’anno - Fonte: Global Gender Gap Report 2020), ricopriamo meno ruoli dirigenziali e decisionali in azienda, e facciamo più fatica a fare carriera, in particolare in alcuni settori come quello economico-finanziario.

Secondo il World Economic Forum di questo passo per colmare la disparità retributiva ci vorranno 257 anni. Tutto questo è ingiusto, imperdonabile, antidiluviano, oltre che causa di un altro grave divario di genere. Un divario che può costare caro a noi donne, nel corso della nostra vita finanziaria: il Gender Investment Gap, ossia il divario di genere negli investimenti.

Il Gender Investing Gap è reale

Le donne controllano il 32% della ricchezza mondiale, riporta un’analisi di Boston Consulting Group, e ogni anno che passa diventano una forza economica sempre più importante. Ciononostante, restano ampiamente sottoservite dal settore della gestione patrimoniale e non sono attive negli investimenti come la loro controparte maschile. Tanto che, come rivelato da un’indagine di Merrill Lynch Bank of America Corporation, per il 41% di loro il più grande rimorso finanziario è non sforzarsi di investire di più.

Lo studio afferma che in media le donne hanno una minore conoscenza degli investimenti e hanno meno padronanza del settore rispetto agli uomini, ma spesso sono anche insoddisfatte dei loro consulenti finanziari, che sembra le indirizzino verso rendimenti più sicuri e a basso rischio rispetto a quello che sceglierebbero di propria volontà.

Perché le donne non investono come gli uomini

Non sembra esserci dubbio sul fatto che il Gender Investment Gap sia direttamente correlato al Gender Pay Gap, ossia la differenza tra il salario annuale medio percepito da donne e uomini a parità di lavoro. “Di conseguenza, se pensiamo agli investimenti, le donne impiegate a tempo pieno dovrebbero investire una percentuale maggiore dei loro stipendi al fine di guadagnare sui loro investimenti tanto quanto i loro colleghi uomini”, afferma Matteo Masserdotti, Ceo di 200crowd, portale di crowdinvesting che fa incontrare startup e pmi in cerca di finanziamenti e platea di investitori.

Ad oggi la percentuale di donne nella community di investitori su 200crowd è appena del 7,1%, che sale al 13,8% su CrowdFundMe, la popolare piattaforma di equity crowdfunding quotata in Borsa. “Una percentuale minoritaria ma che contiamo crescerà progressivamente accanto all’aumento del numero totale di investitori e dei volumi di capitale raccolto”, spiega il Ceo e co-founder Tommaso Baldissera Pacchetti. “In una società in cui, rispetto agli uomini, le donne hanno più difficoltà nel trovare lavoro e nell’ottenere retribuzioni adeguate, allora avranno anche meno possibilità di accumulare del capitale da poter investire. Per favorire gli investimenti al femminile bisogna intervenire con maggior decisione su questi nodi”, ci dice.

Ma non solo. “La disparità di genere negli investimenti deriva in parte da un retaggio obsoleto secondo cui la gestione delle finanze è un mestiere da uomini”.

Così, nonostante siano sensibili ai temi del risparmio precauzionale, le donne tendono a delegare all’uomo decisioni più a lungo termine come può essere un investimento, finendo col non percepire i veri rischi del proprio disinteresse in ambito finanziario.

Cosa succede quando investono

Il bello è che quando investono, le donne tendono ad essere più intelligenti, sagge e hanno più successo degli uomini. L’investimento al femminile è orientato verso i settori sociali e sostenibili, con l’obiettivo di creare un impatto positivo chiaro e misurabile sulla società, non solo di generare profitto.

Non solo, grazie a una visione più prudente e a lungo termine, le donne tendono anche a prestare maggiore attenzione alla diversificazione del proprio portafoglio, con l’ausilio di prodotti a capitale protetto.

La speranza nelle nuove generazioni

Il cambiamento deve essere innanzitutto sociale. Ma i tempi stanno già cambiando, grazie al fatto che le giovani donne oggi sono più istruite finanziariamente e sta entrando nel mondo del lavoro con salari che permettono di accumulare più ricchezza rispetto alle proprie madri.

Se il mondo degli investimenti è ancora così a prevalenza maschile, le nuove generazioni sono pronte a ribaltare questo status quo. Lo conferma anche una ricerca condotta su oltre 700 utenti da Oval, l’app di finanza personale che consente di risparmiare e investire dove sono oltre 50mila le donne che investono e il 40% di loro lo fa in modo ricorrente su base settimanale.

Il 73% delle partecipanti al sondaggio ha affermato di investire per motivazioni che vanno dal creare un fondo di sicurezza contro gli imprevisti, fino al guadagno sui risparmi, cosa che implica una conoscenza dei meccanismi dell’inflazione. Il 68,2% delle investitrici, inoltre, lo fa con obiettivi di lungo periodo. I settori prediletti? In cima alle preferenze troviamo Green e energie rinnovabili, Tech e innovazione, Lusso e lifestyle, seguiti dai prodotti a capitale protetto, i beni rifugio, le criptovalute e i titoli di stato.

La strada verso l’annullamento del Gender Investment Gap è lunga. Passa per l’empowerment femminile in ogni ambito della società e per il raggiungimento dell’uguaglianza di genere nei salari, nell’istruzione, nel processo decisionale economico e politico e soprattutto per l’educazione finanziaria.

Ma, possiamo intanto partire da una strategia “slow finance” fatta di consapevolezza, diversificazione e orizzonte temporale di medio-lungo termine unito a meccanismi di investimento semplici, smart e trasparenti. Questa, secondo Oval, “potrebbe essere la chiave per aprire il mondo della finanza al maggior numero di persone e per ridurre al minimo, o addirittura azzerare, uno dei divari più significativi tra uomini e donne”.

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