Lo scontro Germania-BCE ancora sotto i riflettori del mondo. I tedeschi si sono scagliati contro le politiche dell’istituto centrale, ma quanti soldi hanno risparmiato grazie ad esse?
Lo scontro tra la Germania e la BCE è tornato sulle prime pagine dei quotidiani all’inizio di maggio, dopo la sentenza della corte costituzionale tedesca con la quale i giudici hanno discusso sulla legalità del QE dando alla BCE un ultimatum di tre mesi per giustificare il programma.
Nella stessa occasione, ha dichiarato Erik Nielsen, capo economista di Unicredit, le cui considerazioni sono state riportate oggi da Milano Finanza, i costituzionalisti hanno altresì puntato il dito contro i tassi di interesse negativi, rei di aver arrecato danni ai cittadini risparmiatori.
Eppure, ha ricordato l’esperto, la Germania è riuscita a risparmiare centinaia di miliardi di euro grazie al basso costo del denaro della BCE.
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I costituzionalisti di Karlsruhe hanno contestato al Quantitative Easing il mancato rispetto dei principi di proporzionalità e adeguatezza e hanno puntato il dito contro la discesa dei tassi di interesse, che a loro detta ha eroso i risparmi dei cittadini tedeschi.
Da qui l’ultimatum alla BCE, che entro 3 mesi dovrà difendere la sua politica monetaria e nello specifico il suo programma di acquisti.
Come ha fatto notare il citato Erik Nielsen, però, se da un lato la sentenza ha accusato i tassi di interesse troppo bassi, dall’altro ha dimenticato di citare gli effetti positivi che questi hanno avuto sulla stessa Germania.
Stando a quanto riportato dall’analista, infatti, la Bundesbank avrebbe calcolato ben €437 miliardi di risparmi in interessi sul pagamento dei debiti. Il tutto in un arco di tempo compreso tra il 2008 e il 2019.
In questo stesso contesto, ha continuato Nielsen, altre economie del blocco hanno risparmiato meno rispetto a Berlino. La Francia, ad esempio, ha messo da parte 421 miliardi, mentre l’Italia “soltanto” 299 miliardi di euro.
La questione Germania-BCE non verrà accantonata tanto presto, anche alla luce delle ultime dichiarazioni della Commissione europea, che ha aperto le porte a una possibile procedura d’infrazione contro la locomotiva d’Europa.
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