Gino Strada di recente è venuto tristemente a mancare: la biografia del medico e fondatore di Emergency e quanto ammonta l’ultimo bilancio della ong.
L’improvvisa morte di Gino Strada ha scosso il mondo intero, con il medico che si è spento all’età di 73 anni provocando subito un sentimento di cordoglio unanime in tutti i continenti.
Del resto Emergency è senza dubbio una delle più famose e apprezzate ong visto il suo impegno, direttamente sul campo, nel fornire assistenza medica e sanitaria alle popolazioni presenti in zone coinvolte in guerre.
In pochi però sanno che l’associazione umanitaria opera anche in Italia con 3 poliambulatori, 3 ambulatori, 3 ambulatori mobili, 2 unità mobili e uno sportello di orientamento socio-sanitario.
Di recente Gino Strada adesso si era detto disponibile a dare una mano anche in Calabria, per aiutare la Regione a fronteggiare l’emergenza Covid durante il difficile momento della seconda ondata.
Vediamo allora la biografia e a storia di Gino Strada, dando uno sguarda anche al bilancio di Emergency che fornisce gratuitamente le proprie cure mediche sostenendosi grazie alle donazioni e al 5x1000.
La biografia di Gino Strada
Nato a Sesto San Giovanni il 21 aprile del 1948, Gino Strada è cresciuto in un ambiente cattolico progressista, avvicinandosi durante gli anni dell’università alla corrente comunista studentesca.
Durante il periodo universitario, oltre ai movimenti studenteschi frequenta anche il mondo del volontariato cattolico, dove conosce sua moglie Teresa Sarti (venuta a mancare nel 2009) con la coppia che ha avuto un’unica figlia Cecilia Strada.
Nel 1978 Gino Strada consegue la laurea in Medicina e Chirurgia all’Università Statale di Milano, specializzandosi poi in chirurgia d’urgenza. Quando entra all’ospedale di Rho, si indirizza anche nella cura delle vittime di guerra.
Dopo aver lavorato anche negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Sudafrica, tra il 1989 e il 1994 presta servizio con la Croce Rossa in paesi che si trovavano a vivere situazioni di guerra: dal Pakistan fino alla Somalia, passando per la Bosnia e l’Etiopia.
Nel 1994 così insieme alla moglie Teresa Sarti e ad alcuni amici come Carlo Garbagnati, decide di fondare Emergency con lo scopo di dedicarsi alla cura e alla riabilitazione delle vittime delle mine antiuomo.
“Da allora - si legge sul loro sito - siamo intervenuti in 18 Paesi costruendo ospedali, centri chirurgici, centri di riabilitazione, centri pediatrici, posti di primo soccorso, centri sanitari, ambulatori e poliambulatori, ambulatori mobili, un centro di maternità e un centro cardiochirurgico”.
In una stima, si parla di oltre 9 milioni di persone che sarebbero state curate da Emergency in tutto il mondo. Oltre all’Italia, al momento la ong è presente con progetti in corso in Afghanistan, Iraq, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone e Sudan.
Grande tifoso dell’Inter, Gino Strada da sempre si è schierato contro ogni conflitto “io non sono pacifista, sono contro la guerra”, criticando anche i vari governi italiani, compresi quelli di centrosinistra, per i loro appoggi a conflitti e per l’aumento delle spese militari.
La sua morte arrivata d’improvviso ha provocato sui social un forte sentimento di cordoglio, con Gino Strada che adesso potrà riabbracciare l’amata moglie Teresa.
Il bilancio di Emergency
Emergency visti i suoi tanti progetti in tutto il mondo, al momento conta circa 3.000 collaboratori. Dal 1994 al 2009 è stata presidente Teresa Sarti, mentre dalla morte della madre fino al 2017 l’incarico è stato ricoperto da Cecilia Strada. Attualmente presidente è Rossella Miccio.
Con un post social, nel 2017 Cecilia Strada ha annunciato il suo addio alla guida della ong. In teoria si è trattato di un normale avvicendamento, mentre secondo un articolo de L’Espresso sarebbe stata una vera e propria rottura interna.
Casus belli ipotizzato sarebbero le donazioni da parte di imprese private, come Impregilo o Eni, ma anche l’arrivo di fondi governativi. Una parte della ong non avrebbe voluto questi soldi, l’altra invece non li avrebbe rifiutati viste le dimensioni sempre maggiori di Emergency e l’aumento dei progetti.
“Una calunnia - ha commentato all’epoca Strada intervistato dal Corriere - Sono incazzato e ho querelato chi l’ha scritto. Il giudice ha archiviato il caso senza nemmeno consultarci e quindi farò ricorso. La verità è che non abbiamo mai preso soldi da Eni e mai li prenderemo. La storia è stata montata ad arte per colpire me”.
L’associazione umanitaria, che anche in Italia svolge la sua mission in forma totalmente gratuita, si regge grazie alle donazioni e al 5x1000. Sul suo sito sono consultabili i vari bilanci con quello 2019 che è l’ultimo che è stato pubblicato.
Nel bilancio preventivato 2020 Emergency prevede entrate pari a 53,299 milioni di euro, mentre i costi sono stati di 53,345 milioni, con un saldo negativo così di 46.000 euro.
Alcuni anni fa ha fatto notizia il lascito ereditario di un impiegato di banca di Bergamo che, al momento della sua morte, ha deciso di lasciare in eredità 1,3 milioni proprio a Emergency.
Quanto a Gino Strada, sempre nell’intervista al Corriere della Sera ha ribadito come di aver sempre “vissuto solo del mio stipendio”, ribadendo con orgoglio come non si sia mai fatto pagare per una prestazione medica.
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