Stretta sul gioco d’azzardo: dal 15 luglio entrano in vigore le multe in caso di pubblicità e sponsorizzazioni. Lo prevede il Decreto dignità.
Finalmente una stretta sul gioco d’azzardo. Dopo molte deroghe, da lunedì 15 luglio è un vigore il divieto di pubblicizzare e sponsorizzare il gioco d’azzardo, previsto dal Decreto dignità.
La misura è necessaria a contrastare la preoccupante diffusione della ludopatia, soprattutto tra le categorie più deboli, ovvero giocatori patologici, giovani e anziani. Pertanto sono vietate tutte le forma di promozione dei giochi d’azzardo e di prodotti ad essi riconducibili.
Per i trasgressori sono previste pesanti sanzioni: multe del valore del 20% della cifra della sponsorizzazione e, in ogni caso, non inferiore a 50mila euro per ogni singola pubblicità.
Tuttavia, nonostante il nobile intento, il provvedimento si presenta piuttosto lacunoso. Per questa ragione è stato necessario l’intervento di Agcom, che ha stabilito le linee guida per l’applicazione del divieto e i casi che fanno eccezione. Facciamo il punto della situazione.
Vietato pubblicizzare il gioco d’azzardo: cosa prevede il Decreto dignità
A partire da lunedì 15 luglio 2019 è entrato in vigore il divieto di pubblicità e sponsor dei giochi d’azzardo, previsto dal Decreto dignità. Il divieto si estende a tutte le forme di pubblicizzazione con contenuto promozionale che hanno ad oggetto giochi e scommesse che prevedono vincite in denaro (ad eccezione della Lotteria Italia e dei contratti già in corso di esecuzione).
Dunque, da ora in poi non vedremo più spot sui giochi d’azzardo su giornali, in televisione e nemmeno sulle magliette dei calciatori.
Per i trasgressori sono previste pesanti sanzioni amministrative: in particolare la multa pari al 20% del valore della pubblicità e, in ogni caso, mai inferiore a 50mila euro per ciascuna violazione. Le cifre ricavate andranno a confluire in un fondo per il contrasto della ludopatia.
Gioco d’azzardo: le linee guida di Agcom
In tema di contrasto del gioco d’azzardo, tuttavia, il testo del Decreto resta piuttosto scarno. Per questa ragione, è stato necessario l’intervento di Agcom (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) che ha emanato precise linee guida per l’applicazione del divieto e i casi che fanno eccezione.
Dunque, secondo l’Agcom, non rientrano nel divieto le comunicazioni che hanno carattere meramente informativo - ad esempio probabilità di vincita, jackpot, valore delle puntate di gioco -, le insegne poste fuori dai negozi e gli sponsor posizionati sui motori di ricerca.
Sono consentiti anche gli spazi quote, che prevedono la comparazione delle offerte e l’esposizione da parte dei tabaccai delle vincite realizzate dai giocatori.
Gioco d’azzardo, le stime del Mef
Il Ministero dell’Economia e della Finanza ha stimato che il divieto di pubblicità dovrebbe far ridurre le entrate di circa 150milioni di euro l’anno, dal 2020 in poi. Invece per il 2019, il minor gettito sarà leggermente inferiore, circa 112milioni di euro. Cifra in ogni caso tutt’altro che trascurabile.
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