Tutto pronto per la 101° edizione del Giro d’Italia: tra scatti e salite, vediamo anche il giro d’affari dello storico e amato evento ciclistico firmato RCS.
Prosegue il nostro viaggio nei costi relativi ai grandi eventi. Dopo aver fatto i conti in tasca al concerto del Primo Maggio, questa volta è il momento di analizzare il fatturato del Giro d’Italia che prenderà il via venerdì 4 maggio.
Prendendo spunto da un’accurata indagine svolta da Giuliano Balestrieri per Business Insider, vediamo allora qual è il giro d’affari del Giro d’Italia e quanto stima di incassare RCS che è l’organizzatrice dell’evento.
RCS e il Giro d’Italia
La 101° edizione del Giro d’Italia si terrà dal 4 al 27 maggio prendendo il via da Gerusalemme, restando in Israele per tre tappe prima del trasferimento a Catania con gran finale poi a Roma dopo aver sudato sulle Alpi.
Al via ci saranno 22 squadre per un totale di 176 corridori ai nastri di partenza: Chris Froome, Thibaut Pinot, il nostro Fabio Aru e il campione in carica Tom Dumoulin, sono i grandi favoriti di questa edizione.
Gli ingredienti per un grande spettacolo quindi ci sono come sempre tutti, visto che non mancheranno anche le montagne con il ritorno di due arrivi storici per il Giro d’Italia: il Gran Sasso e il mitico Zoncolan, forse la salita più dura da affrontare in bicicletta.
A organizzare la manifestazione sarà RCS Sport, controllata al 100% dalla RCS di Urbano Cairo. Oltre al giro, l’azienda è proprietaria anche di altre corse ciclistiche come la Milano-Sanremo e la Tirreno Adriatica, ma ha interessi anche nel calcio (è advisor della Lega di Serie B) e nel basket.
Da sempre il Giro d’Italia è uno degli appuntamenti più importanti del panorama sportivo nazionale. Nel’ambiente del ciclismo, viene considerato il secondo evento per prestigio dietro il Tour de France.
Da quando è in sella a RCS, l’obiettivo di Cairo è stato quello di diminuire il gap con la Grand Boucle soprattutto in termini di introiti. Se nel 2016 il Tour ha avuto un fatturato di 150 milioni, il Giro si è fermato a 25 milioni.
Troppo poco per un evento capace lo scorso anno di essere visto in televisione da un totale di oltre 700 milioni di spettatori, mentre quasi 11 milioni sono state le persone che si sono accalcate lungo le strade del Giro per applaudire i corridori.
Sempre nel 2017 comunque si è ottenuto un netto miglioramento rispetto l’edizione precedente, grazie anche al richiamo del centenario, con il fatturato che è salito a 35 milioni, ben 10 milioni in più del 2016.
I costi e gli introiti
Per i diritti televisivi e radiofonici delle edizioni 2017 e 2018 del Giro d’Italia, il contratto stipulato da RCS con la RAI prevede un incasso di 25 milioni. Per quanto riguarda gli sponsor invece, l’introito è di circa 14 milioni.
Pagano e anche parecchio pure le varie città che ospitano l’arrivo o la partenza di una tappa. Mentre in Francia c’è un tariffario fisso, da noi tutto avviene tramite trattativa privata e quindi i costi possono variare da un comune all’altro.
Per esempio le prime tre tappe che si terranno in Israele porteranno nelle casse del Giro 4 milioni, mentre per la passerella finale a Roma il Campidoglio ha dichiarato che spenderà 100.000 euro, una cifra opinabile visto che di solito Milano pagava cinque volte tanto per essere l’arrivo dell’ultima tappa.
Per il resto dalle cifre che circolano sembrerebbe che in Italia il costo minimo per ospitare un partenza sia di 10.000 euro, mentre per un arrivo si può arrivare anche fino a 120.000 euro.
In Francia invece il costo fisso è di 65.000 euro per la partenza e di 110.000 euro per l’arrivo. Se si volesse ospitare sia un arrivo che poi una partenza il giorno dopo, c’è uno sconto con 160.000 euro in totale da dover sborsare.
Soldi questi comunque spesi molto bene, visto che il ritorno di immagine è sempre alto con le varie città che ogni anno si mettono in fila per essere scelte.
Urbano Cairo dunque ha lanciato la propria sfida al Tour, vedremo se negli anni il numero uno di RCS riuscirà ad avvicinare il fatturato dei francesi visto che, in quanto a spettacolo, il Giro non ha nulla da invidiare alla Grand Boucle.
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