Glencore come Lehman Brothers? Il gigante del settore minerario perde il 27% alla sessione di Hong Kong, dopo il crollo a Londra. Il debito è alle stelle: il fallimento avrebbe conseguenze mondiali.
Gli esperti stanno iniziando a mettere in guardia contro il terribile impatto finanziario nel settore minerario e dei metalli se Glencore (GLEN), una delle più grandi società a livello mondiale, non riuscirà a gestire i debiti ormai alle stelle.
Le azioni del gigante anglo-svizzero nel settore delle materie prime quotate ad Hong Kong sono crollate del 27 per cento martedì, sulla scia delle perdite del 29 per cento sulla quotazione alla borsa di Londra nella sessione precedente.
Il crollo di Clencore è stato innescato da una nota pubblicata lunedì da Investec, che mostra l’ammontare dei debiti della società ben più alto delle concorrenti e una base patrimoniale a marginalità più bassa.
Investec ha mostrato inoltre un possibile scenario in cui gli utili di Glencore potrebbero crollare interamente dato che la società sta lavorando esclusivamente per rimborsare il debito, il che eliminerebbe ogni valore per gli azionisti.
«Glencore è come la Lehman Brothers, ha il trading desk più sofisticato quando si tratta di metalli, carbone, rame, ferro. Non è solo una società di lavorazione a terra. Se crolla Glencore, gli effetti avranno un impatto mondiale,»
commenta Frank Holmes, amministratore delegato e responsabile degli investimenti presso la US global Investors.
I timori circa il debito di Glencore hanno già pesato o sui titoli legati alle materie prime nell’area Asia-Pacifico martedì, con la Rio Tinto e la BHP Billiton in ribasso rispettivamente del 5 e del 6 per cento, mentre la Noble Group quotata a Singapore ha perso il 12 per cento.
Per l’analisi tecnica sul titolo: Glencore, continua il sell-off. Cosa aspettarsi ora?
Glencore come la Lehman Brothers?
Glencore potrebbe essere la nuova Lehman Brothers, la società che potrebbe trascinare già l’intero mercato, perché ha un rapporto a leva elevata per garantire rendimenti elevati. L’azienda, inoltre, pratica molti scambi con la controparte, facendo sussistere delle preoccupazioni per un effetto domino nel settore.
Una fonte vicina alla Glencore ha detto alla CNBC che il paragone con la defunta banca d’investimento di Wall Street sono «totalmente errati.»
«Non abbiamo lo stesso modello di business e non abbiamo la stessa leva. La Lehman ha avuto mancanza di liquidità, noi invece abbiamo un’enorme liquidità. Il nostro bilancio aveva già 10.5 miliardi di dollari in liquidità disponibile anche prima di annunciare il nostro piano di riduzione del debito, nonché 15.3 miliardi in agevolazioni di credito.»
Questo mese, Glencore ha annunciato l’intenzione di tagliare il debito di 10 $ miliardi di dollari e proteggere il suo rating, tagliando anche i dividendi e vendendo asset.
«Siamo in campo da 40 anni e in questo tempo siamo sempre stati in grado di rifinanziare il nostro debito»,
ha detto la fonte.
L’attuale rapporto debito/capitale della Glencore è a 1.12, ben al di sopra di quello della Rio Tinto a 0,59 e dello 0,37 del colosso del rame cileno Antofagasta, stando ai dati Reuters per il trimestre concluso a giugno 2015. Il confronto però non è alla pari, perché a differenza di molti dei suoi rivali che si concentrano esclusivamente sulle miniere, la Glencore ha anche un forte braccio nel settore commerciale.
«Glencore è un buon esempio di come la debolezza delle materie prime sta interessando i mercati del credito, ed è qui che diventa preoccupante»,
ha dichiarato Andrew Burkly, amministratore delegato e responsabile della strategia istituzionale alla Oppenheimer Asset Management.
Fonte: CNBC
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