Svelate le cifre dei big di Hollywood. Pubblicata la top 10 completa dei patrimoni più cospicui; lampante la totale assenza di figure femminili.
Nuova classifica Forbes, nuovo sguardo alla scena dell’intrattenimento hollywoodiano in chiave economica; ecco quanto guadagnano registi,
cantanti e attori più noti del panorama internazionale.
La celebre rivista statunitense di economia anche quest’anno ci permette di dare uno sguardo dettagliato ai ricchi patrimoni delle nostre star del cuore (e non solo) con un focus particolare su cosa ha permesso a tutti loro di arrivare tanto in alto.
Queste indagini sono ormai il marchio distintivo internazionale della testata e il loro valore aggiunto è proprio questo: ci aiutano a tracciare i contorni dei settori professionali che gli esperti analizzano di volta in volta.
In questa occasione abbiamo modo di comprendere più da vicino come funziona davvero lo star system americano. Dando uno sguardo alla top 10 in questione ad esempio scopriamo che non compare neppure un nome femminile.
Peter Jackson in vetta: chi è l’uomo più ricco di Hollywood
Partiamo dalla vetta, l’apice lo conquista Peter Jackson.
Il regista de «Il Signore degli Anelli», senza troppe sorprese, è risultato il vero e proprio numero uno per il 2021. Secondo la classifica si attesta a quota 580 milioni di dollari. La recente svolta nella sua carriera, un turning point che per l’appunto lo ha portato in cima a questa lista, è stata la vendita del suo impero di effetti speciali Weta Digital a Unity Software.
La transazione, avvenuta lo scorso novembre, cede quindi l’azienda alla società già nota per videogiochi come «Pokémon Go» e «Call Of Duty: Mobile». L’affare è stato concluso per 1,6 miliardi, una somma tale da renderlo a tutti gli effetti il terzo miliardario nella storia del cinema dopo i grandi Steven Spielberg e George Lucas.
La rosa dei miliardari: gli altri nomi di punta
Secondo la nuova classifica Forbes, nella top 10 dei «paperoni» dell’entertainment ci sono anche Bob Dylan, Paul Simon e Bruce Springsteen, tutti grazie alla vendita dei loro cataloghi musicali.
Springsteen ad esempio è sul secondo gradino del podio avendo ceduto alla Sony il suo catalogo musicale per circa 500 milioni di dollari. Affari d’oro anche per l’ottantenne Premio Nobel Dylan che ha venduto in due tranche nel 2020 e nel 2021, si è piazzato decimo con 130 milioni. Simon è invece arrivato al settimo posto con 200 milioni.
Altri tre grandi nomi completano però la top 5:
- Jay-Z (304 milioni) per il terzo posto;
- Dwayne «The Rock» Johnson (270 milioni) con il quarto posto;
- Kanye West (235 milioni) al quinto posto.
In tutti i casi però queste quotazioni non derivano solo dal loro lavoro di musicisti e attori, è importante dirlo.
Jay-Z porta a casa la vendita del servizio di streaming Tidal alla società di pagamenti Square di Jack Dorsey per 302 milioni, mentre la fortuna di Johnson è il business che ha creato con la tequila.
Kanye invece punta sulle scarpe con accordi Adidas e con il suo brand di sneakers Yeezy. Ultima grande risorsa è stata Gap, il progetto pilota in cui collaborerà con Demna Gvasalia, direttore artistico di Balenciaga.
Completiamo il quadro con Trey Parker e Matt Stone, sesti con 210 milioni e il contratto da 900 milioni in sei anni con Paramount+ per realizzare una serie di film.
Una top 10 senza donne
Forbes ci svela tutto su retribuzioni degli artisti in classifica così come sul loro posizionamento. Proprio quest’ultimo ci racconta la scena cinematografica contemporanea nelle sue tante sfaccettature e dei suoi coni d’ombra.
Il glass ceiling non è solo una pretestuosa teoria femminista; nelle top 10 degli artisti più ricchi al mondo non ci sono donne.
Reese Witherspoon è l’unica che ci va vicino (dodicesimo posto) con 20 milioni di dollari per il suo ruolo nel dramma di Apple tv «The Morning Show» e altri 115 milioni di dollari guadagnati grazie alla sua società di produzione Hello Sunshine! che, per l’appunto, sostiene film a leadership femminile.
A Hollywood è infatti in atto una dura lotta per consentire pari opportunità a donne e uomini soprattutto sul fronte della regia.
Il problema però è sistemico ed è stato evidenziato dal Center for the study of Women in Tv and film di San Diego nel report Celluloid Ceiling. Rispetto all’incoraggiante prospettiva del 2020 con il 16% dei 250 film che hanno sbancato al botteghino diretti da donne, oggi la percentuale è in calo netto. Come riporta Elle, siamo passati al 12%.
In positivo, secondo gli stessi studi comparati, solo voce «produttrici esecutive» con il 31%. Autrici, montatrici e direttrici della fotografia sono invece stabili senza cali o senza ascese al 17%, 22% e 6%.
Insomma più dell’80% dei film non vedono una donna dietro la macchina da presa o in altri ruoli apicali. L’unico spiraglio per il 2022 è la promessa dei grandi Studios americani di avere almeno due grandi film diretti da donne.
Del resto è arduo scalare la classifica di Forbes (o qualsiasi altro indice di posizionamento) senza un punto di partenza equo tra i generi.
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