L’auto “appiccicosa” di Google permetterebbe al pedone investito di restare attaccato al cofano e di non subire i danni dell’impatto con la strada. Ecco in cosa consiste la nuova tecnologia di Google.
Google ha brevettato un’auto “appiccicosa” che incolla i pedoni al cofano in caso di incidente. La tecnologia adesiva sulla parte anteriore del veicolo avrebbe lo scopo di ridurre i danni causati quando un pedone investito da una macchina viene scagliato in aria colpendo altri veicoli, oggetti e, infine, la strada.
Google, che attualmente sta testando la sua Google Car con pilota autonomo, spiega che far attaccare i pedoni all’auto in caso di incidente sia molto più sicuro del farli rimbalzare sull’asfalto. Secondo le analisi contenute nel brevetto, infatti, la maggior parte dei danni alle persone investite avvengono durante la caduta e l’impatto con l’asfalto o con altri oggetti.
L’auto “appiccicosa” è stata progettata da Google specificamente per le macchine che si guidano da sole, come la Google Car, ma questo sistema può essere applicato anche alle auto normali.
“Nei prossimi cinque anni i veicoli autonomi dovrebbero arrivare sulle strade”, ha detto l’amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, che di recente ha stretto un accordo con Google per la produzione di auto driverless.
Secondo l’azienda di Mountain View gli standard di sicurezza delle macchine senza conducente saranno più elevati dei veicoli tradizionali, e il nuovo brevetto dell’auto adesiva di Google va proprio in questa direzione.
Google: come funziona l’auto adesiva
L’auto adesiva messa a punto da Google riesce, attraverso una sostanza appiccicosa, a mantenere i pedoni investiti attaccati alla carrozzeria invece di scagliarli a terra.
Come funziona? Si tratta di un materiale molto simile a quello usato per catturare la mosche, ma prodotto in modo da essere adatto anche agli uomini.
Secondo la descrizione del brevetto “il rivestimento adesivo posto sul cofano anteriore dell’auto si attiverà al contatto col pedone e sarà in grado di aderire al suo corpo quasi istantaneamente”.
Questa azione istantanea andrebbe a limitare le capacità di movimento del pedone investito, che sarebbe così protetto dallo strato appiccicoso finché il conducente del mezzo (o il pilota autonomo) non frena.
In questo modo si ottiene una frenata più lenta e meno pericolosa sia per il mezzo che per la persona investita rispetto al caso in cui il pedone rimbalza sul cofano e finisce a terra.
Google Car avrà la tecnologia adesiva?
Ma il brevetto sull’auto adesiva di Google non è l’unico sistema ideato per la sicurezza stradale. Molte case automobilistiche hanno adottato da tempo misure per salvare i pedoni dall’impatto in caso di incidenti.
Ad esempio Citroën e Jaguar utilizzano un dispositivo che prevede il sollevamento di alcuni cm del cofano motore pochi istanti prima dell’’impatto, in modo da creare un effetto cuscino. Altri, come Land Rover e Volvo, hanno sviluppato airbag esterni che si aprono al momento dell’impatto per proteggere il pedone dall’infortunio.
Tuttavia, riporta Google, “la tecnologia di questo tipo usata finora sulle automobili non ha fatto granché per attutire l’eventuale secondo impatto, ovvero quello con la strada e gli oggetti”.
Non è ancora chiaro se le intenzioni di Google siano quelle di installare la nuova tecnologia adesiva sulla Google Car. L’azienda non ha rilasciato commenti al riguardo, ma un portavoce ha risposto che Google possiede brevetti su tantissime idee. “Alcune di queste poi si trasformano in prodotti e servizi reali, altre rimangono chiuse nel cassetto”.
Quello che ci chiediamo noi è se un’auto come Google Car, che non diremmo sia stata progettata per sfrecciare in autostrada bensì per consentire di fare altro mentre siamo nel traffico o guidiamo a bassa velocità su percorsi cittadini, abbia davvero bisogno di uno strato adesivo per salvare la vita in caso di incidente.
Google Car-Fca: a che punto è l’accordo
A qualche settimana dall’annuncio ufficiale, l’accordo tra Google e Fiat Chrysler nella produzione di auto a guida autonoma potrebbe non avere ulteriori sviluppi. A placare gli animi di tutti quelli che avevano accolto la notizia della partnership, definendola “alleanza storica”, ci ha pensato John Krafcik alias “Mr Google Car”.
“Stiamo parlando solo di Google ed FCA che costruiscono 100 auto insieme. Al momento, però, stiamo parlando con molte altre case automobilistiche per trovare nuovi accordi. Il nostro intento è quello di aprirci a tutto ciò che può aiutarci, e sappiamo che in questo senso sarà necessario trovare molte partnership. Perché abbiamo una responsabilità importante: arrivare alla tecnologia self-driving il prima possibile”,
ha detto Krafcik.
Questo non vuol dire che il patto Google-Fca non sia più valido, ma che sarà limitato (almeno per ora) alla progettazione, da parte di Fiat Chrysler, di 100 auto per il programma di guida autonoma di Google; da parte sua Big G integrerà sensori e computer in grado di far camminare la macchina da sola in mezzo al traffico.
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