La neo ministra all’Agricoltura Teresa Bellanova ha detto di voler aprire il confronto su cibi Ogm e accordo Ceta. È già scontro con le associazioni di contadini e le imprese agricole locali.
Non parte esattamente con il piede giusto il mandato di Teresa Bellanova, le cui recenti dichiarazioni hanno già creato attrito con le associazioni di contadini e le imprese agricole locali. La neo ministra delle Politiche Agricole del governo Conte bis, che ha letteralmente fatto esperienza sul campo e ha tanti anni di attività sindacale alle spalle, ha detto di voler aprire un confronto su Ogm e Ceta.
“Sugli Ogm voglio aprire un confronto rapidamente anche con le parti imprenditoriali, è un tema delicato che non va affrontato in modo azzardato”.
Ai microfoni di Radio 24 Bellanova ha aperto anche alla ratifica del trattato commerciale tra Canada ed Europa, il Ceta. Queste le sue parole: “Dobbiamo lavorare perché si arrivi alla ratifica del Ceta, l’accordo di libero scambio tra Ue e Canada, con l’obiettivo di dare competitività al Sistema Italia”. Nessuna affermazione azzardata né parole forti quelle usate da Bellanova, ma sia nel suo stesso partito che il M5S si prendono le distanze.
Come affermato da Nicola Morra, Presidente della Commissione antimafia, “la posizione del ministro Bellanova è legittima ma personale. La ratifica del Ceta non è nel programma di governo. Il Movimento 5 stelle è fortemente contrario a questo trattato di libero scambio con i paesi nord americani”.
Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura della Camera, ha invitato il ministro Bellanova a confrontarsi piuttosto con i parlamentari della sua maggioranza prima di prendere posizione su temi sensibili come l’adesione al Ceta o sugli Ogm.
Cos’è il Ceta
Il Ceta, sigla di Comprehensive economic and trade agreement, è il Trattato Commerciale Europa-Canada approvato dai governi europei e dall’Europarlamento a febbraio 2017, attualmente applicato in via provvisoria. Per entrare in vigore definitivamente è necessario che ogni stato membro dell’UE lo approvi e ratifichi.
In sintesi il Ceta prevede la liberalizzazione del mercato dei servizi, l’accesso delle imprese europee agli appalti pubblici canadesi, l’abolizione della maggior parte dei dazi doganali, maggiori garanzie in materia di proprietà intellettuale, il riconoscimento della tutela dei prodotti D.O.P. e D.O.C. dal rischio contraffazione, e il reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali. In sostanza il trattato si pone l’obiettivo di rendere le imprese europee più competitive in Canada, di ridurre i costi per gli esportatori dell’UE agevolando gli scambi tra UE e Canada ed eliminando la maggior parte dei dazi doganali su prodotti agricoli, bevande, formaggi ecc. Così facendo infatti le esportazioni diverranno più economiche e si creeranno nuove opportunità per agricoltori e produttori, senza però compromettere le norme di conformità, sicurezza e tutela dell’autenticità dei prodotti. In alcuni casi sarà, inoltre, più facile per i cittadini dell’UE lavorare in Canada.
Per saperne di più leggi Trattato CETA: cos’è, cosa prevede e significato. Pro e contro
No a Ceta e Ogm: l’appello dei contadini al ministro Bellanova
Il no netto al Ceta e agli Ogm, in seguito alle parole di apertura della Bellanova, è arrivato da alcune organizzazioni di agricoltori, contadini, imprese e cittadini. L’appello lanciato al ministro dell’Agricoltura riguarda la volontà di difendere la terra e i suoi prodotti, e il “lavoro svolto quotidianamente per la costruzione di filiere economiche innovative e sostenibili per aumentare le opportunità di chi sceglie di rimanere al Sud”.
Sul Ceta i firmatari dell’appello dicono che non favorisce il made in Italy né tutela le produzioni di qualità italiane. Anzi, può essere utilizzato con furbizia per aggirare tutti quei limiti che l’Unione europea impone alla circolazione di prodotti alimentari con residui di pesticidi nel cibo, all’uso di ormoni ed antibiotici negli allevamenti.
“La sua visione, ministro Bellanova, non ci appartiene”, scrivono. “Lei ha detto di voler confrontarsi con le associazioni di categoria: noi la invitiamo a confrontarsi anche con le piccole realtà come la nostra, che rappresentano davvero un’eccellenza nel nostro Paese ma che dalle istituzioni raramente vengono considerate”.
Conoscendo l’excursus della ministra, non è difficile prevedere che l’invito sarà accolto.
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