Governo Draghi, è tempo di bilanci: 15 Ministri politici, 8 i tecnici. Soddisfatti Partito Democratico e Lega, il Movimento 5 Stelle poteva aspettarsi di più.
Si è accesa la luce sul Governo Draghi: un Esecutivo tra il politico e il tecnico, con tutti i partiti che formeranno la maggioranza che hanno ottenuto almeno un Ministero.
L’interrogativo della vigilia era proprio questo: ci si chiedeva, infatti, come avrebbe fatto Mario Draghi a mettere d’accordo tutti i partiti pensando ad una squadra di Governo con una forte rappresentanza politica. In conferenza stampa sono arrivate le risposte che aspettavamo e adesso è arrivato il momento di trarre un primo bilancio.
Abbiamo provato, infatti, a rispondere a coloro che si chiedono quale partito può dire di aver “vinto” in questa delicata trattativa che ha portato alla formazione del Governo: scopriamolo partendo dall’analisi della nuova squadra di Ministri.
Governo Draghi: mix tra politici e tecnici
Sono sei i partiti che formeranno il Governo Draghi: Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Lega, Forza Italia, Liberi e Uguali e Italia Viva. A questi è toccato almeno un Ministero; complessivamente, su un totale di 23 Ministri, 15 sono politici mentre 8 sono i tecnici.
Partiamo subito dall’area tecnica: Luciana Lamorgese confermata all’Interno, mentre le new entry sono Marta Cartabia alla Giustizia, Daniele Franco all’Economia, Enrico Giovannini alle Infrastrutture, Vittorio Colao all’Innovazione tecnologica e Roberto Cingolani alla Transizione ecologica. Anche al MIUR, diviso ancora in due diversi Ministeri, vanno due tecnici: all’Istruzione Patrizio Bianchi e Cristina Messa all’Università.
Sul fronte politico, invece, ci sono conferme dell’ultimo Governo, come pure dei ritorni. Nel dettaglio, il Movimento 5 Stelle, che resta la forza politica più rappresentata in Parlamento, ottiene quattro Ministeri, di cui:
- Esteri, con Luigi Di Maio;
- Agricoltura, con Stefano Patuanelli;
- Rapporti con il Parlamento, con Federico D’Incà;
- Politiche giovanili, con Fabiana Dadone.
Tre Ministeri, invece, vanno al Partito Democratico, con la conferma di Dario Franceschini alla Cultura e Lorenzo Guerini alla Difesa, e il ritorno di Andrea Orlando che dopo l’esperienza alla Giustizia nel Governo Renzi-Gentiloni guiderà il Ministero del Lavoro.
Anche alla Lega vanno tre Ministeri: sicuramente il nome più di spicco è quello di Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo economico, mentre Erika Stefani sarà alle Disabilità. Il nuovo Ministero del Turismo, invece, sarà guidato da Massimo Garavaglia.
Tre i Ministri ottenuti da Forza Italia, con altrettanti ritorni: Renato Brunetta sarà alla Pubblica Amministrazione, Maria Stella Gelmini agli Affari regionali e Mara Carfagna al Sud.
Infine due conferme: al Ministero della Salute confermato Roberto Speranza, un segno di continuità alla lotta al Covid-19, mentre alle Pari opportunità e alla famiglia è confermata la Ministra dimissionaria Elena Bonetti di Italia Viva.
Rimarrà deluso chi auspicava una parità tra uomini e donne: quest’ultime sono solamente otto, rappresentando il 33% del Governo. L’età media è di 54 anni.
Governo Draghi: quale partito può dire di aver vinto?
Da una prima analisi potremmo pensare ad una vittoria di Forza Italia. Pur essendo meno rappresentato in Parlamento rispetto a Lega e Partito Democratico, Forza Italia ottiene lo stesso numero (tre) di Ministeri.
Ebbene, va detto però che si tratta di tre Ministri “senza portafoglio”, quindi non preposti ad uno specifico ministero. Pur facendo parte a pieno titolo della squadra di Governo, questi eserciteranno le sole funzioni che verranno delegate dal Presidente del Consiglio, senza la titolarità di un dicastero. Per importanza, quindi, un gradino sotto rispetto agli altri Ministri.
Non si possono, quindi, paragonare i tre Ministeri ottenuti da Forza Italia con quelli ottenuti da Lega e Partito Democratico. Specialmente quest’ultimo può dirsi soddisfatto per aver ottenuto tre Ministeri “con portafoglio” come Cultura, Difesa e Lavoro, con l’ingresso nel Governo del vice segretario del Partito Democratico Andrea Orlando.
Può essere soddisfatta anche la Lega, specialmente per la nomina di Giorgetti, braccio destro di Salvini, al MISE, Ministero che avrà un’importanza strategica nella fase di rilancio del Paese.
Poteva andare meglio al Movimento 5 Stelle, largamente il partito più rappresentato in Parlamento che ottiene quattro Ministeri di cui due senza portafoglio, ma comunque con la conferma di Di Maio agli Esteri (che immaginiamo fosse una delle condizioni poste dal Movimento 5 Stelle in sede di consultazione).
Anche Italia Viva probabilmente si aspettava di più: a questa va un solo Ministero, con la conferma della Bonetti alla Famiglia. Ma d’altronde, la vera vittoria di Matteo Renzi è proprio la nomina di Mario Draghi a Presidente del Consiglio.
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