Guerra e obbligazioni: quale impatto? Cambiano le stime sul rialzo tassi

Violetta Silvestri

02/03/2022

Come si sta muovendo il mercato obbligazionario nel contesto della guerra in corso in Ucraina? La corsa al debito pubblico, asset rifugio, sta cambiando l’equilibrio. E le stime sulle banche centrali.

Guerra e obbligazioni: quale impatto? Cambiano le stime sul rialzo tassi

I titoli sovrani aumentano ed estendono un rally globale mentre l’invasione russa dell’Ucraina ha stimolato una fuga verso la sicurezza del debito pubblico.

L’impennata della domanda arriva quando i trader tagliano le scommesse sugli aumenti dei tassi di interesse delle banche centrali dei mercati sviluppati, gonfiando la mole globale di obbligazioni sovrane a rendimento negativo di $ 3 trilioni in due giorni.

“I mercati si stanno preparando per un conflitto prolungato e sembrano concentrarsi più sulle implicazioni negative sulla crescita che sui rischi di inflazione”, secondo gli strateghi di Australia e della Nuova Zelanda Banking Group.

Cosa succede al mercato obbligazionario con la guerra?

Rendimenti giù per i bond sovrani: che succede?

Corsa al ribasso per i rendimenti dei titoli di Stato. Stamane, 2 marzo, il BTp benchmark decennale italiano rende l’1,49% e il Bund tedesco a 10 anni registra un rendimento negativo a -0,039%.

Da segnalare, che il rendimento delle obbligazioni a 10 anni della Germania è sceso sotto lo zero per la prima volta in un mese già nelle negoziazioni del 1 marzo, mentre i mercati hanno reagito a una serie di commenti dei principali responsabili politici della BCE che si opponevano a qualsiasi cambiamento drastico nella politica monetaria fino a quando non diventa più chiaro come la crisi in Ucraina influenzerà l’economia della zona euro.

Anche i Treasury USA sono stati travolti nel rally, con il rendimento a 10 anni in calo di 0,12 punti percentuali all’1,72%, il livello più basso da fine gennaio.

Secondo Antoine Bouvet, uno stratega delle tariffe presso ING: “C’è un grande repricing accomodante in corso. Il mercato ha ritenuto che le implicazioni dell’Ucraina siano che la BCE e le altre banche centrali si muoveranno più lentamente.”

Intanto, lo spread fra Btp e Bund tedesco segna circa 153 punti.

Rialzo dei tassi: cambia tutto con la guerra?

Nel mirino del mercato obbligazionario ci sono le previsioni sulle prossime scelte delle banche centrali.

I prezzi dell’energia sono aumentati dall’inizio dell’invasione russa, pressando i banchieri centrali che cercano di tenere a freno l’inflazione più alta degli ultimi decenni in molte economie globali. Ciò lascia la Fed alle prese sia con gli effetti inflazionistici della guerra che con il potenziale rallentamento economico.

Cosa succederà?

Gli investitori prevedono ancora che la Fed andrà avanti alla fine del mese e realizzerà il suo primo aumento del tasso di interesse di un quarto di punto dal 2018, ma le aspettative su quanto aggressivamente potrà inasprire la politica monetaria dopo quel punto si sono moderate.

I trader stanno ora scontando circa cinque rialzi dei tassi quest’anno, in calo rispetto ai sei di qualche giorno fa.

Sul fronte Eurozona, ci si aspetta che la BCE alzi i tassi di interesse di meno di 0,2 punti percentuali dall’attuale minimo storico di -0,5% entro la fine dell’anno. Due settimane fa i mercati stavano valutando un ritorno allo zero quest’anno.

In vista della riunione politica della prossima settimana, i funzionari dell’Eurotower hanno affermato che la crisi in Ucraina potrebbe far salire l’inflazione della zona euro dai suoi livelli già record aggravando le pressioni sui mercati energetici e potrebbe ridurre la crescita interrompendo il commercio e colpendo la fiducia di imprese e famiglie.

“Non sarebbe saggio impegnarsi in anticipo su future misure politiche fino a quando le ricadute dell’attuale crisi non saranno più chiare”, ha affermato lunedì 28 febbraio Fabio Panetta, membro del consiglio esecutivo della BCE, in un discorso.

Il contesto sta cambiando i piani. Prima che la Russia invadesse l’Ucraina gli investitori si aspettavano che la BCE avrebbe normalizzato la politica monetaria ponendo fine agli acquisti di attività prima del previsto per poi aumentare i tassi di interesse entro la fine dell’anno.

Ora tutto è di nuovo in discussione.

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