Huawei ban, Zhengfei sulle conseguenze: “non ce la prenderemo con Apple”

Matteo Novelli

27 Maggio 2019 - 17:56

Il fondatore di Huawei Ren Zhengfei parla delle conseguenze del decreto voluto dagli Stati Uniti e assicura: nessun provvedimento contro Apple in Cina.

Huawei ban, Zhengfei sulle conseguenze: “non ce la prenderemo con Apple”

Sono giorni di fuoco per Huawei colpita dal decreto fortemente voluto dall’amministrazione Trump, che ha fatto revocare la licenza di Android per i futuri dispositivi della gamma. In molti hanno ipotizzato gli scenari economici a venire, compresa una vendetta commerciale nei confronti dell’americana Apple. Ma il fondatore di Huawei rassicura, affermando di non volersela prendere con l’azienda di Cupertino.

Mentre si stanno ancora valutando gli effetti a lungo termine del provvedimento anti-Huawei (con gli utenti che si interrogano in merito al destino dei propri smartphone e valutano con qualche timore l’acquisto di futuri device del colosso cinese) Ren Zhengfei, che ha fondato la compagnia tanto temuta da Trump, assicura che nessuna ascia di guerra verrà alzata contro Apple, scongiurando alcuni scenari economici potenzialmente devastanti per la mela morsicata.

Huawei ban: nessuna vendetta contro Apple

Dopo aver incassato il duro colpo imposto dagli Stati Uniti, la Cina sta reagendo rivolgendo interamente il proprio supporto a Huawei, che ha dichiarato di voler procedere contro il decreto utilizzando esclusivamente l’“arma della legge”.

In un’intervista al network televisivo cinese CCTV, Zhengfei si espresso circa le presunte voci che vedrebbero il mercato cinese protagonista di una vendetta commerciale nei confronti di Apple. Il fondatore di Huawei non ha dubbi a proposito: “Questo non succederà e anche se dovesse accadere sarei il primo a oppormi”.

Una chiara presa di posizione che ha sorpreso diversi utenti e appassionati del mondo mobile. Zhengfei ha sottolineato: “Senza Apple non ci sarebbe stato l’internet mobile come oggi lo conosciamo. Se non ci fosse stata Apple non avremmo potuto ammirare la bellezza di questo mondo, è una maestra. Apple mi ha insegnato tutto. Perché mai gli studenti dovrebbero opporsi ai propri insegnanti? Io non lo farò”.

Gli iPhone non saranno banditi in Cina, Huawei sta lavorando in tutt’altra direzione rispetto agli Stati Uniti e punta a ricercare una soluzione decisamente più diplomatica al problema.

“Gli Stati Uniti gestiscono le loro aziende, ma non sono la polizia internazionale e non possono gestire tutto il mondo. Spetterà al resto del mondo decidere se lavorare con noi oppure no. Se alcune aziende non vogliono più lavorare con noi, è come avere un buco su un aeroplano: possiamo lavorare per ripararlo ma l’aereo è ancora in grado di volare”, questa la filosofia del numero uno di Huawei che non sembra per niente intenzionato a darsi per vinto.

Zhengfei ha anche quindi ricordato che la metà della componentistica necessaria alla realizzazione dei device Huawei è per metà americana e per metà cinese, se le restrizioni dovessero andare avanti l’azienda provvederà a inserire interamente componenti cinesi, interrompendo di conseguenza l’acquisto dei chip statunitensi. Le conseguenze a lungo termine sul piano economico si avranno tra qualche mese, nel frattempo Huawei lavorerà anche al proprio sistema operativo da utilizzare al posto di Android, destinato ad arrivare entro fine anno.

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