Huawei contro tutti. Mentre la direttrice finanziaria di Huawei arrestata a Vancouver accusa il governo canadese di gravi violazioni dei diritti costituzionali, il gigante dell’elettronica di Shenzen si starebbe preparando a citare in giudizio nientepopodimeno che il governo degli Stati Uniti. Un nuovo caso Kaspersky?
Il divieto imposto dall’amministrazione statunitense all’utilizzo delle tecnologie sviluppate da Huawei è illegale. Secondo quanto riportato dal New York Times, il gigante dell’elettronica di Shenzen si starebbe preparando a citare in giudizio il governo degli Stati Uniti per aver vietato alle agenzie federali di acquistare apparecchiature Huawei.
L’autorevole testata statunitense riporta di essere in possesso dei documenti ufficiali che proverebbero la volontà del colosso dell’elettronica di citare in giudizio l’amministrazione a stelle e strisce.
Quella di Huawei ricorda la vicenda che ha coinvolto nel 2017 Kaspersky Lab, la società russa di cyber security “bannata” dall’amministrazione nel 2017 a causa dei timori di un coinvolgimento dell’intelligence di Mosca. Dopo due procedimenti avviati da Kaspersky, un giudice statunitense ha stabilito che la mossa del governo Usa è legittimata dalla necessità di proteggere i propri interessi.
Niente sanzioni in mancanza di un processo
In particolare, la mossa di Huawei fa riferimento al principio del «Bill of Attainder», la disposizione che impedisce di comminare sanzioni a un soggetto in mancanza di un processo. L’azione legale dovrebbe essere depositata in Texas, dove Huawei ha la sua sede, e per l’annuncio ufficiale sarà necessario attendere qualche giorno.
La mossa di Huawei potrebbe costringere il governo degli Stati Uniti a rendere note le accuse contro il produttore cinese.
Quella statunitense rappresenta un’interferenza in attività economiche con mezzi politici. Così Zhang Yesui, ex ambasciatore a Washington e attuale portavoce del Congresso nazionale del popolo, ha commentato la vicenda.
Wanzhou vs Canada
Non solo Stati Uniti. Nelle ultime ore i legali del colosso cinese hanno accusato il governo canadese di gravi violazioni dei diritti civili in relazione all’arresto di Meng Wanzhou.
Wanzhou, direttrice finanziaria di Huawei e figlia del presidente, a dicembre è stata arrestata dalle autorità canadesi all’aeroporto di Vancouver con l’accusa di aver ceduto tecnologia americana all’Iran.
Nei giorni scorsi i giudici canadesi hanno avviato le pratiche per l’estradizione negli Stati Uniti.
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