Tornano in prima pagina i conti (in rosso) dei comuni italiani dopo i dati snocciolati dal titolare del Tesoro, Daniele Franco, sui prestiti statali pro-imprese creditrici che hanno allargato i disavanzi di 1.750 enti locali. Ecco la classifica dei primi dieci, in termini di debito accumulato, che rischiano il fallimento (dati Ifel-Anci).
Lo stop della Consulta alla norma salva-bilanci che permetteva di ripianare i debiti in 30 anni, e che riporta la gestione dei disavanzi nei ben più stretti tempi ordinari, solleva più di un interrogativo sulla possibilità che i comuni riescano a chiudere il rosso accumulato con i prestiti statali pro-imprese creditrici degli scorsi anni. E a poco serve, o servirà, la pezza dei 500 milioni del Decreto Sostegni bis, visto che manca ancora un percorso chiaro da seguire per dare una riassestata ai bilanci.
Secondo i dati Ifel-Anci, dei 1.750 comuni con deficit da anticipazioni di liquidità 812 sono a rischio fallimento, distribuiti al 91% al Sud. A spiccare sono soprattutto le regioni Calabria, Campania, Lazio e Sicilia, che ne raccolgono circa tre quarti. Di seguito una classifica dei primi dieci per volume di indebitamento.
1. Napoli
Sul trono dei bilanci sconquassati siede Napoli con 946,7 milioni, che si traduce in un ripiano annuale – su un periodo di tre anni, come da sentenza della Consulta – da 315,6 milioni. “Se il Governo non interviene ci sarà la rivolta delle città, ma mi sembra che abbia la consapevolezza che lasciare indietro le città significa lasciare indietro il paese e non assicurare i servizi ai cittadini”, ha commentato, sull’allarme comuni, il sindaco De Magistris.
2. Torino
Al secondo posto Torino, che ha accumulato un extra deficit da 429,8 milioni. Per l’amministrazione della grillina Appendino il ripiano annuale per rimettere in sesto il bilancio si attesta a quota 143,3 milioni.
3. Reggio Calabria
Sull’ultimo gradino del podio, ma a distanza di sicurezza dai comuni di Napoli e Torino, c’è Reggio Calabria, uno dei tanti enti locali in dissesto della regione. Il debito è pari a 176 milioni, per un piano di rientro da 58,7 milioni l’anno.
4. Salerno
Al quarto posto Salerno, uno dei comuni più indebitati della seconda regione per enti locali in dissesto, la Campania. Secondo i dati il monte debiti tocca i 127,3 milioni, ripianabili con fondi accantonati da 42,4 milioni l’anno.
5. Pozzuoli
Subito dietro Salerno troviamo Pozzuoli, comune campano da oltre 80.000 abitanti situato nella città metropolitana di Napoli. L’extra deficit ammonta a 33,2 milioni, per un piano di rientro da 11,1 milioni l’anno.
6. Lecce
Al sesto posto il primo comune pugliese, Lecce. Anche qui, come per gli altri comuni, l’illegittimità delle regole sui ripiani a 30 anni del deficit stabilita dalla Consulta rischia di minare gli equilibri del bilancio, sul quale pesano debiti per 28,1 milioni con rientro a 9,4 milioni l’anno.
7. Catanzaro
Torna la Calabria al settimo posto, con Catanzaro, comune da oltre 86.000 abitanti. I prestiti statali hanno portato le amministrazioni che si sono alternate ad accumulare un debito di 25,5 milioni, per un rientro stimato in 8,5 milioni l’anno.
8. Aprilia
Vicino al fondo di questa classifica spunta Aprilia, comune del Lazio. Il debito è da 17,5 milioni e per rientrare nei tempi dettati dalla Consulta servirebbero accantonamenti nei bilanci annuali da 5,8 milioni.
9. Afragola
Al nono posto il quarto comune campano di questa classifica, Afragola. Qui il debito accumulato è pari a 8,5 milioni, che potrebbe essere colmato con 2,8 milioni di fondi accantonati all’anno.
10. Vittoria
Chiude la classifica l’unico comune siciliano nella top-10 dei più indebitati, Vittoria, parte del libero consorzio comunale di Ragusa. I debiti ammontano a 4,8 milioni e richiedono un piano di rientro da 1,6 milioni l’anno.
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