Domani a Piazza Affari è previsto l’avvio dei processi di quotazione per la nuova matricola emiliana. Il range di prezzo dell’IPO è stato fissato tra 1,75 e 1,90 euro per azione. Il Presidente Marco Ciscato ci racconta chi è MAPS e perché ha scelto la via della Borsa
AIM Italia è pronta ad accogliere una nuova matricola: è MAPS, una PMI innovativa fondata nel 2002 ed attiva nel settore della digital transformation.
Ieri l’azienda emiliana ha presentato a Borsa Italiana la richiesta di pre-ammissione funzionale all’ammissione alle negoziazioni delle proprie azioni ordinarie e dei relativi warrant (abbinati gratuitamente nella misura di 2 warrant ogni 4 azioni sia esistenti sia di nuova emissione) su AIM Italia.
L’inizio del bookbuilding per la quotazione su AIM Italia di MAPS è stato fissato per domani, venerdì 22 febbraio. Il range di prezzo è stato fissato tra un minimo di 1,75 e un massimo di 1,90 euro per azione. Ricordiamo che l’operazione è rivolta esclusivamente a investitori istituzionali, italiani ed esteri, e a investitori professionali ed è “destinata a supportare la crescita per linee esterne, gli investimenti in innovazione di prodotto e l’internazionalizzazione”, ha specificato la società in una nota.
Per l’occasione Money.it ha avuto il piacere di rivolgere qualche domanda a Marco Ciscato (nella foto), Presidente del gruppo MAPS, che ha spiegato il business della società, le prospettive per il mercato di riferimento e le strategie per il futuro del gruppo.
Dott. Ciscato, qual è il core business del gruppo MAPS?
MAPS è a tutti gli effetti una PMI innovativa che opera nel settore della digital trasformation. Offriamo ai nostri clienti soluzioni software per la raccolta e l’analisi di dati aziendali, big data, e la condivisione delle informazioni a supporto alle decisioni del management. Nel perseguire i nostri obiettivi facciamo leva su due asset: il capitale umano di cui disponiamo e le nostre soluzioni. Possiamo contare su un personale altamente qualificato e su elevate potenzialità tecnologiche derivanti da approcci moderni che abbiamo consolidato negli ultimi anni.
Dalla vostra fondazione ad oggi avete registrato una forte crescita. Il 2018 è stato un anno positivo?
Il gruppo MAPS ha chiuso il 2018 con ricavi consolidati pari a 16,7 milioni e un EBITDA pari a 3,6 milioni (EBITDA margin pari a 21,8%). La crescita è stata sensazionale, soprattutto negli ultimi 5 anni nei quali MAPS ha raddoppiato i ricavi e decuplicato l’EBITDA. Il nostro business è caratterizzato da elevati livelli di recurring revenues e cash conversion. Nel corso degli anni, alla crescita organica del gruppo si è affiancata un’importante attività di M&A. Ad oggi come gruppo abbiamo un portafoglio di oltre 180 clienti altamente fidelizzati appartenenti a differenti settori, da quello dei servizi alla sanità, passando anche per la Pubblica Amministrazione.
Perché avete fatto la scelta di accedere la mercato dei capitali attraverso l’IPO in Borsa?
La scelta di quotare MAPS deriva da una serie di motivi. I più evidenti riguardano l’accesso a nuove e diversificate fonti di finanziamento che verranno impiegate per i nostri progetti di espansione. Noi ci aspettiamo che l’ingresso in Borsa possa consentire di accedere a capitale nel breve ma anche nel lungo termine, proprio perché siamo confidenti nel poter mantener fede agli impegni presi in questa fase verso gli investitori. Poi altri elementi, per certi versi anche più importanti, sono quelli legati agli aspetti reputazionali che lo status di azienda quotata in Borsa comporta: maggior riconoscibilità presso i clienti e verso la comunità finanziaria e maggior attrattività nei confronti del mercato dei giovani talenti che vogliamo assumere. L’ultimo aspetto ma non per importanza riguarda tutte le regole e gli adempimenti che lo status di azienda quotata comporta. Ritengo che certi valori di buona governance, trasparenza, certificazioni e nell’insieme la cultura che il mondo della Borsa porta con sé siano un enorme plus per il mercato in grado di generare ulteriore valore per gli azionisti.
Quali sono i progetti più importanti che andrete a sostenere con le risorse raccolte?
Il capitale raccolto andrà a sostenere il nostro percorso verso l’esterno. Negli ultimi anni ci siamo impegnati in diverse operazioni M&A come ad esempio IG Consulting (2011) e Artexe (2018). Il tema M&A non è accidentale ma è un processo strutturato che continuiamo a portare avanti. Di recente abbiamo analizzato e incontrato diversi interlocutori con i quali ci sono tavoli aperti per diverse aziende. Per quanto riguarda i proventi IPO, quelli non saranno il tetto agli investimenti ma solo il punto di partenza: avendo a disposizione molta cassa, noi pensiamo di investire ben di più utilizzando quella leva finanziaria che fino ad oggi non abbiamo utilizzato.
C’è anche l’estero nei vostri piani d’espansione?
Oggi produciamo il 10% dei ricavi al di fuori dell’Italia. L’espansione verso l’estero è un processo che ci interessa moltissimo quello e lo stiamo già perseguendo su una specifica linea di business. In questo senso mi piace usare la parola “ponderazione”: MAPS è un player di dimensioni limitate, dobbiamo crescere ancora e la quotazione ci aiuterà in questo, l’internazionalizzazione rimane sicuramente un tema di grandissimo interesse per il futuro.
Il vostro mercato di riferimento è in fermento. Cosa vi aspettate a livello di numeri?
MAPS opera in un contesto globale, quale è quello della digital trasformation, caratterizzato da un elevato potenziale di crescita: il mercato mondiale delle tecnologie per la trasformazione digitale ha raggiunto nel 2018 la dimensione di 1.300 miliardi di dollari; nei prossimi due anni si stima una crescita ad un CAGR del +20% circa, il mercato dovrebbe quindi toccare i 2.100 miliardi di dollari nel 2020.
© RIPRODUZIONE RISERVATA