Eni ha presentato l’IPO di Plenitude, la newco che integra rinnovabili, energia e servizi energetici retail. Tutto quello che c’è da sapere sul debutto in Borsa della società, ora congelato.
Torna sotto i riflettori l’IPO di Plenitude, newco Eni, già lanciata mesi fa.
L’Offerta Pubblica Iniziale della divisione, che integra le attività di retail gas&power e il settore rinnovabili, era attesa come la più importante del 2022 a Piazza Affari.
Considerata dal board societario la soluzione migliore per valorizzare la transizione energetica, la quotazione in Borsa di Plenitude è stata annunciata ufficialmente da una nota societaria del 9 giugno, ma il 23 giugno il Cane a sei zampe ha dichiarato di congelare, al momento e con attento monitoraggio dei mercati, il lancio dell’IPO. Troppa turbolenza finanziaria ed economia, i tempi si allungano
Di seguito, tutto quello che c’è da sapere sull’IPO di Plenitude, che resta comunque un evento di Borsa importante.
IPO Plenitude, Eni: cosa c’è da sapere sulla quotazione in Borsa
IPO Plenitude: tempi e dettagli sulla quotazione
Dopo un comunicato ufficiale di Eni del 7 ottobre, che aveva annunciato il via libera alle operazioni necessarie per l’Offerta Pubblica Iniziale della divisione R&R, approvata dal CdA, il Cane a sei zampe aveva confermato la linea con questa nota del 9 giugno:
“Eni Plenitude S.p.A. Società Benefit ha annunciato oggi l’intenzione di lanciare un’offerta pubblica iniziale (l’“IPO”) per la quotazione delle proprie azioni ordinarie...su Euronext Milan, mercato regolamentato organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A. (“Euronext Milan”).”
Tuttavia, in data 23 giugno, ha cambiato in parte rotta, decidendo di posticipare l’IPO senza ulteriori indicazioni della tempistica. Il motivo sono “condizioni di mercato deteriorate” dal 9 giugno a oggi.
Sul tavolo restano comunque i punti chiave dell’operazione, che non è stata annullata, ma solo ritardata. La nuova società sarà finanziariamente indipendente da Eni. Stando a indiscrezioni, Mediobanca, Goldman Sachs e Credit Suisse sarebbero stati nominati global coordinator dell’operazione.
La divisione Eni che si appresta a debuttare in Borsa avrebbe una valutazione compresa tra i 9 e gli 11 miliardi di euro.
Eni ritiene che l’IPO sia la miglior soluzione per rendere evidente il valore del business rinnovabile e intende completare l’operazione nel 2022, in base alle condizioni di mercato. Entro fine giugno, secondo le indiscrezioni.
La quotazione “consentirà alla Società di diversificare la propria struttura proprietaria con una base di azionisti di lungo termine....[e] permetterà inoltre alla Società di accedere a finanziamenti competitivi, consolidare il proprio posizionamento e svilupparsi più rapidamente, creando valore.”
La nuova entità sostiene la strategia a lungo termine di Eni: imporsi come una compagnia energetica decarbonizzata e incentrata sulla sostenibilità.
Eni mira a mantenere una partecipazione di maggioranza dopo l’IPO.
Eni Plenitude: quanto vale e come si sviluppa la nuova società
Plenitude è controllata al 100% da Eni S.p.A attualmente e ha l’obiettivo di integrare “la generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili, la vendita di energia elettrica, gas e soluzioni energetiche a famiglie e imprese e un network europeo di punti di ricarica per veicoli elettrici.”
Al 31 marzo 2022, la capacità installata di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili della società era pari a circa 1.4 GW, oltre a contare “una pipeline di progetti rinnovabili per oltre 10 GW, un portafoglio clienti retail pari a circa 10 milioni e una rete di stazioni di ricarica per i veicoli elettrici con circa 7.300 punti di ricarica installati di proprietà (esclusi i punti inter-operati)”.
Al 31 Dicembre 2021, l’EBITDA Adjusted e la generazione di flussi di cassa operativi (“CFFO”) si sono attestati rispettivamente pari a €0,6 miliardi e a €0,4 miliardi.
L’ad De Scalzi ha sottolineato mesi fa che la creazione di Plenitude e l’Offerta Pubblica Iniziale:
“È il primo passo nella creazione di un soggetto industriale e finanziario volto a ridurre le emissioni di CO2 Scope 3, e si inquadra nel nostro più ampio impegno volto a creare valore attraverso la transizione energetica.”
La società integra la produzione da rinnovabili, soluzioni energetiche per i clienti e una rete di impianti di ricarica per i veicoli elettrici, in un’unica soluzione.
Stefano Goberti ricopre la carica di amministratore Delegato di Plenitude. La newco è partita con un debito netto prossimo a zero dal 1° gennaio 2022.
Gli obiettivi strategici della divisione sono di sviluppare oltre 6 GW di capacità rinnovabile entro il 2025 e più di 15 GW per il 2030.
La stima societaria è di raggiungere oltre 15 milioni di clienti entro il 2030, superando gli attuali 10 milioni di utenti. L’ambizione è anche di rafforzare con oltre 30.000 punti di ricarica la rete di infrastrutture per la mobilità elettrica sul territorio nazionale.
La previsione sull’Ebitda della società è di un incremento dai circa 0,6 miliardi di euro stimati nel 2021 a 1,3 miliardi di euro nel 2025.
Gli obiettivi della quotazione a Piazza Affari
L’IPO di Plenitude consentirà al gruppo oil di accrescere il suo ruolo nel promettente business delle rinnovabili.
Nello specifico, l’amministratore delegato Claudio Descalzi ha evidenziato nell’intervento di presentazione del progetto mesi fa:
“Oggi, per valorizzare le nostre soluzioni tecnologiche e liberare il loro pieno potenziale, stiamo creando veicoli aziendali indipendenti, come Plenitude, con strutture finanziarie pienamente ottimizzate. Questa società attirerà nuovo capitale, libererà valore e accelererà la transizione energetica. Tramite l’IPO, puntiamo a liberare più risorse per offrire maggiori ritorni ai nostri azionisti e disporre di capitale aggiuntivo per la transizione energetica”
La quotazione in Borsa, secondo le indicazioni aziendali, valorizzerà i punti forti della divisione Eni R&R, già considerata un modello esclusivo di business integrato, capace “di creare significative sinergie di costi, di stabilizzare i flussi di cassa grazie alla combinazione tra generazione di energia e vendite retail, e di creare opportunità legate alla fornitura di elettricità rinnovabile e servizi ai clienti, incrementando i ritorni sul capitale.”
Sul piano sostenibilità, si punta a:
- emissioni nette pari a zero entro il 2040, con100% di energia decarbonizzata a tutti i clienti;
- energia elettrica: vendite B2C completamente decarbonizzate già dal 2022;
- gas: contratti di fornitura con emissioni Scope 3 azzerate tramite compensazione, per fornire il 100% di gas decarbonizzato entro il 2040
Le previsioni degli esperti sull’IPO Plenitude
C’è un generale ottimismo e una positiva accoglienza dell’IPO Plenitude tra gli analisti.
Secondo Equita Sim la nuova società quotata sarà un punto di riferimento per investimenti del settore e potrà attrarre debito ed equity preclusi alle società esposte all’oil&gas.
Bestinver Securities stima un valore di mercato di Eni R&R intorno ai 10 miliardi di euro, con una possibile raccolta di capitale per Eni di circa 2 miliardi da un’IPO al 30%.
Intesa Sanpaolo intravede una valutazione di mercato anche superiore, mentre gli esperti di Citi si esprimono con maggiore cautela, visto che “la materialità relativa di questo business [R&R] è solo circa il 9% del flusso di cassa operativo stimato per il 2025”. Ai dubbi si aggiunge il fatto che Eni vuole mettere in vendita solo una quota di minoranza.
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