IQOS fa meno male delle sigarette? Report smentisce, ecco la verità

Fiammetta Rubini - Giulia Adonopoulos

25/05/2020

I rischi tossicità di IQOS e prodotti per il tabacco riscaldato al centro dell’inchiesta di Report, entrato in possesso di una relazione dell’Istituto Superiore di Sanità mai pubblicata dal Ministero della Salute.

Negli ultimi anni le aziende del tabacco hanno puntato allo svapo e a prodotti alternativi alle sigarette normali: quelli a tabacco riscaldato, o HTC, con cui si assume nicotina ma senza combustione. Tra questi il marchio più noto è IQOS, la sigaretta elettronica di Philip Morris che ha contribuito a dare nuovo slancio (anche in termini di fatturato) al brand.

IQOS, che sta per I Quit Original Smoking (“Smetto col fumo tradizionale”), esattamente come GLO e sorelle, sarebbe meno rischiosa per la salute rispetto alle classiche “bionde”, ma una relazione stilata dall’Istituto Superiore di Sanità rimasta secretata ma di cui Report, il programma d’inchiesta di Rai3, è entrato in possesso, lo smentisce.

La questione IQOS e prodotti per il tabacco riscaldato è al centro di un’indagine portata avanti dal programma di Ranucci e il Consorzio di giornalismo investigativo OCCRP nel progetto “Blowing Unsmoke”: non viene solo reso noto il contenuto del documento ISS mai pubblicato, ma si chiede anche conto ai centri di ricerca che dicono di lottare contro il fumo ma vengono finanziati dalle multinazionali del tabacco.

IQOS meno tossica: Report smentisce

Stando a quanto ricostruito da Report, a inizio 2019 Philip Morris ha chiesto di poter pubblicizzare le IQOS come prodotto meno tossico per la salute, richiesta non accolta dal Ministero della Salute che avrebbe risposto che non è possibile riconoscere la minor tossicità al prodotto rispetto alle sigarette normali.

A dicembre 2018 il Ministero aveva chiesto all’Istituto Superiore di Sanità una relazione sulla tossicità degli HTC, ma la relazione non è mai stata pubblicata ed è rimasta chiusa nel cassetto. L’ex ministro della Salute Giulia Grillo, intervistata da Report, ha confermato che quel documento non è mai arrivato sulla sua scrivania nonostante “le arrivasse tutto”.

Nel report elaborato dall’Istituto di Sanità si avanza più di una critica di metodo alla qualità degli studi fatti da Philip Morris. Gli esperti spiegano che rispetto alle sigarette tradizionali, le IQOS e i prodotti a tabacco riscaldato contengono delle sostanze nocive in minor quantità, ma comunque presenti.

Anche se i livelli sono inferiori, troviamo nicotina, nitrosammine cancerogene, formaldeide, acroleina e acetaldeide. Per non parlare di tutta una serie di sostanze contenute di cui non sappiamo ancora nulla e il cui impatto sulla salute è sconosciuto ma non per questo assente.

Anche l’OMS si è espressa contro il fenomeno dello svapo e i suoi rischi, sottolineando come nonostante un inferiore contenuto di nicotina e altre sostanze nocive, le e-cig possono creare dipendenza esattamente come le sigarette tradizionali. In ogni caso gli studi sono ancora in corso e potenziali danni a lungo termine ancora da determinare con precisione.

Cosa nasconde il Ministero della Salute?

Perché, nonostante si tratti di prodotti del tabacco con rischi per la salute, IQOS e gli HTP delle altre aziende godono in Italia di una tassazione molto più favorevole delle normali sigarette? Si chiede Report. Secondo alcuni il motivo dei vantaggi commerciali nel nostro Paese risiede in pressioni da parte dei ministeri economici. D’altronde, quando Philip Morris ha proposto l’apertura di uno stabilimento di IQOS vicino Bologna per rifornire il mercato europeo, l’iniziativa fu ampiamente sostenuta dal Governo di allora.

Senza considerare il grande indotto che garantiscono i prodotti per il tabacco riscaldato: secondo le statistiche, l’Italia è il paese con il più alto numero di non fumatori che utilizzano l’IQOS. Dato che preoccupa i medici visto che lo svapo è una rampa di lancio per il consumo di sigarette soprattutto da parte degli adolescenti.

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