Secondo un sondaggio condotto da Ipsos, gli italiani sono più pessimisti rispetto al 2018 e per il 53% non si intravedono miglioramenti dal punto di vista economico.
Nel dicembre 2018 il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sostenne che il 2019 sarebbe stato «un anno bellissimo». A distanza di 365 giorni, il giudizio degli italiani su questo 2019 ormai agli sgoccioli - e sull’azione di governo - appare però impietoso.
Che cosa pensano gli italiani dei governi Conte I e Conte II e, soprattutto, che giudizio danno a questo 2019 ormai agli sgoccioli che secondo il presidente del Consiglio sarebbe stato «bellissimo»?
A quanto pare, il giudizio è impietoso.
Secondo un recente sondaggio condotto da Ipsos di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera, per il 49% degli intervistati il governo sta andando nella direzione sbagliata e solo il 21% dà un giudizio positivo all’esecutivo. Rispetto al dicembre 2018, i delusi aumentano del 10% e la fazione dei sostenitori subisce un crollo del 14%. Molto alta la percentuale degli intervistati che preferisce non dare un giudizio, pari al 30%.
Italiani pessimisti: preoccupa la situazione economica
La situazione economica del Paese preoccupa la maggior parte degli intervistati: il 76%, infatti, dà un giudizio negativo mentre solamente il 15% considera positiva l’azione economica di governo. Per il 53% non si intravedono segnali di ripresa - giudizio negativo che aumenta di sei punti percentuali rispetto al 2018 - mentre il 24% degli intervistati sostiene che all’orizzonte si intravedano flebili miglioramenti. Solamente il 2% ritiene che ci siano evoluzioni positive dal punto di vista economico.
Cambiano le priorità degli italiani: l’immigrazione perde posizioni
Ma quali sono le preoccupazioni degli intervistati? Secondo Ipsos, si registrano dei cambiamenti rispetto allo scorso anno in relazione alle tematiche considerate prioritarie per il Paese. A livello nazionale, per il 77% le priorità massime sono il lavoro e l’economia (+2% rispetto al 2018), in seconda posizione vengono indicati il funzionamento delle istituzioni e la situazione politica (43%, +10% rispetto al 2018).
Al terzo posto troviamo invece il Welfare (36%, -2% rispetto al 2018) mentre l’immigrazione crolla in quarta posizione, registrando un forte calo da dicembre 2018 (23%, -14% rispetto all’anno scorso). Anche la sicurezza perde posizioni e viene indicata come fonte di preoccupazione dal 22% degli intervistati (-2% rispetto al 2018) mentre l’ambiente si attesta al 14% (+6% rispetto al 2018).
A livello locale, però, i dati mostrano un quadro differente: sebbene economia e lavoro rimangano saldamente in testa (44%), le problematiche indicate dagli intervistati per «zone di residenza» sono differenti e «al secondo posto, con lo stesso livello di citazioni (31%), si collocano le questioni ambientali e quelle della mobilità, a seguire la situazione politica locale (28%), welfare e assistenza (24%), la sicurezza (20%) e l’immigrazione che con il 7% si è quasi dimezzata rispetto al 2018», scrive Pagnoncelli.
Qualità della vita: positiva al Nord, il giudizio si spacca per i residenti del Sud
Nonostante i giudizi sfavorevoli, dunque, la qualità della vita per zone di residenza sembra delineare una tendenza ben più positiva rispetto al livello nazionale. Il 66% degli intervistati esprime infatti un giudizio positivo (-2% rispetto al 2018) con punte oltre l’80% nelle regioni settentrionali e centrali. Situazione differente al Sud e Isole, dove si registrano giudizi positivi e negativi equivalenti al 49%.
«Confrontando la situazione attuale con quella degli ultimi anni il 45% ritiene che non sia cambiato nulla, il 36% è convinto che sia peggiorata e solo il 14% coglie un miglioramento», spiega Ipsos. Rispetto alle prospettive economiche personali e familiari, il malessere è evidente: il 46% degli intervistati non si attende cambiamenti, il 24% si definisce pessimista a riguardo e solo il 22% dà un giudizio ottimista.
Bene le realtà locali, a preoccupare è il sistema Italia
Insomma, stando ai dati diffusi da Ipsos per gli italiani il 2019 non sembra essere stato «un anno bellissimo» e, anzi, a livello nazionale sul giudizio fortemente negativo pesano soprattutto l’attualità politica e il rilievo mediatico assegnato ai vari temi mentre a livello locale la situazione appare decisamente più positiva perché maggiormente ricondotta all’esperienza personale e sul territorio.
Il tema dell’immigrazione, per esempio, risulta fortemente ridimensionato rispetto allo scorso anno, quando il 45% degli italiani lo indicava come prioritario. In sintesi, a preoccupare gli italiani è più che altro la situazione del sistema Italia più che la qualità di vita delle zone di residenza, che invece delineano giudizi molto più positivi:
«Siamo in presenza di una sorta di cortocircuito: più i cittadini mostrano delusione per il Paese, più cercano gratificazioni nel loro territorio. Quando le trovano si acuisce la distanza dal resto dell’Italia. E tutto ciò si ripercuote sulla fiducia nelle istituzioni e sulla coesione sociale che sono essenziali per mettere in atto i processi di cambiamento che tutti reclamano ma nessuno sembra volere realmente», conclude Ipsos.
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