Il Bitcoin è solo una bolla? Cosa ne pensa il Nobel Paul Krugman

Pierandrea Ferrari

07/06/2021

Dalle colonne del New York Times il Nobel per l’economia Paul Krugman ha risposto ai tanti che gli chiedevano un parere sul Bitcoin. E il giudizio, con accenni alle bolle e agli schemi Ponzi, non è stato tenero.

Il Bitcoin è solo una bolla? Cosa ne pensa il Nobel Paul Krugman

La grande corsa del Bitcoin è solo una bolla che aspetta lo spillo giusto per scoppiare, sulla falsariga di quanto accaduto nelle prime settimane del 2018? L’interrogativo non perde di attualità, ed è finito persino sul tavolo di Paul Krugman, insignito del premio Nobel per l’economia nel 2008.

Krugman, per rispondere ai tanti che gli chiedevano un parere sulla grande epopea di BTC&Co., ha scelto il suo solito spazio sulle colonne del New York Times, e il giudizio non è stato tenero.

Il Bitcoin è solo una bolla? Cosa ne pensa il Nobel Paul Krugman

Si perché per Krugman, e questa è una evidenza, “le criptovalute non giocano quasi alcun ruolo nella normale attività economica”, sebbene siano passati dodici anni dal primo token minato, e “abbiamo sentito parlare del loro utilizzo come metodo di pagamento quasi unicamente in associazione a determinate attività illegali”.

Perché, allora, la quotazione del Bitcoin e delle altre criptovalute, sebbene con gli up and down noti e stranoti, si è gonfiata fino a questo punto in poco più di un anno? La risposta, per Krugman, è che “i prezzi di questi beni continuano a salire, così che i primi investitori hanno fatto un sacco di soldi e il loro successo continua ad attirare nuovi investimenti”.

Insomma, una bolla. Ed è proprio Krugman a tirare fuori il capitolo più spinoso: “Tutto questo potrebbe ricordarvi una bolla speculativa, o forse uno schema Ponzi. Le bolle speculative sono, in effetti, schemi Ponzi naturali”.

Ma Krugman smonta anche l’intera narrazione attorno al quale hanno proliferato le criptovalute, una “ciarla libertaria”, o persino delle “tecno-supercazzole”, tra il mito della rivoluzione del sistema monetario e cavalli di battaglia come la tecnologia blockchain. E allora sorge quasi spontaneamente una domanda: il Bitcoin, e a cascata le altre Altcoin, sono destinate al crollo?

Il Bitcoin è destinato al crollo?

Krugman, qui, apre uno spiraglio. “Non necessariamente”, ricordando come anche l’oro, che pure non ha alcun attributo per essere una valuta utile, vede la mistica che lo circonda e la sua valutazione perlopiù inalterate. Tuttavia, rimane improbabile che le criptovalute riescano a raggiungere la sua longevità: “I Governi potrebbero prendere sulle criptovalute dei provvedimenti che, per ampiezza profondità, non hanno mai preso prima sul commercio dell’oro”. Insomma, si parla di strette regolatorie, il cui solo accenno ha già innescato pesanti pullback nelle ultime settimane.

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