Contratto di comodato d’uso gratuito: cos’è e come si stipula

Francesco Oliva

24/03/2020

Quali sono gli aspetti principali del contratto di comodato d’uso gratuito? Come si stipula e si registra e quali sono le regole da seguire? Chi deve pagare IMU, Tasi e Tari su un immobile in comodato?

Contratto di comodato d’uso gratuito: cos’è e come si stipula

Il comodato come il contratto con cui una parte (c.d. comodante) consegna all’altra (c.d. comodatario) un bene mobile o immobile affinché se ne serva per un periodo o un uso determinato, assumendo l’obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta alla scadenza del termine convenuto.

Il comodato d’uso per sua natura è gratuito motivo per cui non sarebbe necessario specificare la gratuità di questo tipo di contratto.

Si tratta, ad ogni modo, di un tipo di contratto molto diffuso sia in ambito privato (per esempio per cedere in uso una casa o un’auto a un familiare) sia in ambito commerciale (per macchinari e attrezzature).

Il comodato è un contratto per sua natura gratuito e gli artt. 1803 e seguenti del codice civile ne dettano le caratteristiche fondamentali.

Nonostante la disciplina non preveda obblighi di forma, è tuttavia preferibile, soprattutto qualora lo si utilizzi in ambito industriale o commerciale, redigerlo in forma scritta con una certa attenzione per evitare possibili contenziosi tra le parti.

Contratto di comodato d’uso gratuito: diritti e obblighi delle parti nel comodato

Il comodatario è tenuto a custodire e conservare il bene concesso dal contratto con la diligenza del buon padre di famiglia e non può servirsene che per l’uso determinato dal contratto o dalla natura della cosa e al termine del contratto è obbligato a riconsegnarlo.

Se il comodatario non rispetta tali obblighi contrattuali, il proprietario può richiedere sia l’immediata restituzione del bene, sia il risarcimento dei danni.

Il comodatario in generale non ha diritto al rimborso delle spese sostenute per servirsi del bene, ma può chiedere di essere rimborsato delle spese straordinarie sostenute ma solo se queste erano necessarie e urgenti.

Chiusura o rescissione del contratto di comodato d’uso gratuito

La durata del contratto può essere stabilita o desunta dalla specifica destinazione del bene, se non si prevede nulla il bene deve essere restituito non appena il comodante lo richieda.

In tutti gli altri casi, il comodante più richiedere la restituzione anticipata della cosa solo qualora sopraggiunga un bisogno urgente e imprevisto.

Resta fermo che il comodatario può restituire la cosa in qualsiasi momento.

La morte del comodatario non estingue automaticamente il rapporto di comodato, in questo caso infatti il comodante ha la facoltà di chiedere agli eredi la restituzione della cosa, se non lo fa gli eredi subentrano nell’obbligo del comodatario. In caso di morte del comodante invece si estingue il comodato precario, ma non quello a termine.

La registrazione del contratto di comodato d’uso

In linea generale non vi è alcun obbligo di registrazione per i contratti di comodato, tuttavia, qualora si decida di stipularlo in forma scritta, può essere opportuno, specialmente se viene stipulato tra imprese o professionisti, procedere alla registrazione dello stesso presso l’Agenzia delle Entrate.

La registrazione di un contratto di comodato può essere effettuata presso qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate. Al momento della richiesta di registrazione dell’atto l’ufficio restituisce una copia dell’atto timbrata e firmata.

I passaggi da seguire per la registrazione del contratto sono i seguenti:

  • Predisposizione e firma in originale, da parte di entrambe le parti, del contratto di comodato, in tre copie (una per ciascuna delle parti e la terza per l’Ufficio);
  • Applicare sul contratto una marca da bollo da 16 euro, ogni 4 pagine del contratto da registrare. La procedura deve essere effettuata su ogni copia del contratto che si intende registrare. Fate attenzione al fatto che le marche devono riportare data non successiva a quella di stipula del contratto;
  • Compilare il Modello 69, reperibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, che deve essere firmato dal una delle parti e dall’eventuale soggetto delegato che registrerà l’atto;
  • Effettuare il versamento dell’imposta di registro di 200 euro, tramite modello F23, riportando il codice tributo 109T;
  • Consegnare agli uffici dell’Agenzia delle Entrate le copie del contratto di comodato, il modello 69 e il modello F23 quietanzato, assieme a copia delle carte di identità del soggetto comodante e del comodatario.

IMU, TASI, TARI e comodato d’uso: chi deve pagare?

Il proprietario di casa che concede il proprio immobile in comodato d’uso gratuito a figli e partenti in linea retta può ottenere un bonus fiscale pari al 50% dell’imponibile IMU e TASI 2020.

Per ottenere l’agevolazione fiscale su IMU e TASI 2020 è necessario porre in essere i seguenti adempimenti:

  • registrazione del contratto di comodato d’uso gratuito a figli e parenti in linea retta di primo grado. Il costo per la registrazione del contratto è di 216 euro, di cui 200 per l’imposta di registro e 16 per la marca da bollo;
  • la registrazione deve essere richiesta entro 20 giorni dalla data della stipula dell’atto;
  • il comodante deve presentare la dichiarazione IMU 2019 entro il 30 giugno 2020 poiché le condizioni di accesso sono cambiate rispetto alle precedenti dichiarazioni (si ricorda che la dichiarazione IMU non deve essere obbligatoriamente presentata se non variano le condizioni di proprietà degli immobili).

In linea generale, al pagamento dell’IMU sono tenuti i proprietari oppure i titolari di un diritto reale di uso, usufrutto, abitazione, enfiteusi e superficie su fabbricati, terreni ed aree edificabili.

Il comodatario è titolare di un diritto personale di godimento e non di un diritto di proprietà. Infatti, il comodatario è un semplice detentore del bene immobile, pertanto non deve pagare l’IMU.

Per quanto riguarda la TASI, l’imposta deve essere ripartita tra proprietario e comodatario e nel caso in cui uno dei due non dovesse pagare, l’altro non ne risponde. L’occupante versa la TASI nella misura, stabilita dal comune nel regolamento, compresa fra il 10 e il 30% dell’ammontare complessivo e può avere un’aliquota agevolata nel caso di abitazione principale.

Se il Comune non delibera la suddivisione tra proprietario e inquilino, quest’ultimo deve pagare il 10% dell’imposta.

Il comodatario è il soggetto che occupa l’immobile e come tale è tenuto al pagamento della TARI, tassa sui rifiuti.

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