Il modello Gran Bretagna funziona? Calano i contagi senza alcuna restrizione

Luna Luciano

06/11/2021

Diminuiscono i contagi nella Gran Bretagna di Boris Johnson. Nessuna norme restrittiva introdotta, ma il premier londinese preme per accelerare la campagna vaccinale sulla terza dose.

Il modello Gran Bretagna funziona? Calano i contagi senza alcuna restrizione

Diminuiscono i contagi nel Regno Unito. Dopo settimane di funeste previsioni, a causa del vertiginoso aumento dei casi, per una Paese senza misure restrittive, i contagi tornano a scendere. Nessun distanziamento sociale, nessun green pass per la Gran Bretagna di Boris Johnson. Eppure dopo quell’improvviso aumento dei casi, il Primo Ministro non si è scomposto e ha deciso di rimanere ben saldo al suo “modello inglese”, e i dati oggi gli danno ragione, registrando un calo del 16%.

Davanti a questa situazione non si può non domandarsi se il “modello Gran Bretagna” sia più efficace di quello italiano o meno, ma non bisogna lasciarsi ingannare: i contagi staranno pur diminuendo, ma il Prime Minister ha deciso di velocizzare la campagna per la terza dose del vaccino.

Il modello Gran Bretagna funziona? Contagi in calo

Vince una nuova scommessa il Premier britannico Boris Johnson: i contagi sono in diminuzione. Per settimane il Regno Unito ha registratopiù di 40.000 contagi al giorno, segnalando un preoccupante incremento del 15% dei casi positivi rispetto a metà ottobre. A preoccupare gli esperti era stata soprattutto la crescita dei casi tra i bambini appartenenti alla fascia tra i 7 e gli 11 anni, sprovvisti di vaccino.

Per giorni le previsioni più fosche si sono rincorse sui tabloid inglesi, pronosticando un andamento dell’epidemia di Covid con 100 mila contagiati al giorno, invitando il Prime minister a ordinare nuove quarantene, e introdurre misure restrittive. Una situazione non facile per il Ministro, che infine ha deciso di non ascoltare i consigli, proseguendo per un’altra via, registrando vittoriosamente la riduzione dei contagi. Infatti gli ultimi dati degli uffici di statistica hanno segnato un calo del 16% dei contagi rispetto alla settimana precedente, con 37.269 test positivi, equivalenti a 574 persone per milione. Sebbene la Gran Bretagna si sia fatta portavoce di un modello “senza restrizioni”, con eccezione della mascherina sui mezzi di trasporto pubblici, ci si domanda se questo risultato sia da imputare a questo “modello libero” o ad altri elementi altrettanto fondamentali. Molto dipende anche da come si leggono i dati.

Europa a confronto: perché aumentano i contagi

È vero. Con l’inverno alle porte tutti gli esperti parlavano di una crescita dei casi e molti temevano una recrudescenza. L’aumento vertiginoso dei casi in Gran Bretagna aveva destato non poche preoccupazioni anche qui in Italia, dove si sta registrando una ripresa dei contagi. Eppure non si può far a meno di notare come Paesi come l’Austria, il Belgio e l’Irlanda, stiano registrano più contagiati nonostante le misure di contenimento, come lo smart working e il green pass. Addirittura in Austria, dove bisogna indossare la FFP2 sui trasporti pubblici, nello stesso giorno ha registrato 674 persone per milione positive: il 17% in più rispetto al Regno Unito.

Questa disparità tra previsioni e andamento della pandemia è l’alibi di molti no vax per continuare a non vaccinarsi: la vaccinazione non serve. In realtà non è così. Bisogna leggere bene la situazione: La Gran Bretagna registra numeri assoluti molto alti perché presenta una popolazione più ampia di quella di altri Paesi, allo stesso tempo è stata una delle prime Nazioni a partire con le vaccinazioni. L’aumento dei contagi in Gran Bretagna, come in tutta Europa, non può non leggersi alla luce del calo dell’immunità che si verifica mesi dopo l’inoculazione, lasciando il Regno Unito per primo scoperto. Quindi l’unico modo per arginare l’aumento rapido dei contagi non può non essere che la vaccinazione.

Modello Gran Bretagna: Johnson accelera la terza dose

È proprio per il calo d’immunità che 0Boris Johnson ha deciso di accelerare la distribuzione della terza dose, cercando di avere un occhio di riguardo anche per i più piccoli, infatti il premier sta pensando di immunizzare anche i dodicenni. In questo modo si ridurrebbe il numero di persone che il virus potrebbe ancora infettare.

Così facendo la Gran Bretagna potrebbe non rinunciare alla propria libertà raggiunta a luglio nel Freedom Day, quando quasi tutte le restrizioni sono state revocate.

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