I dati sul mercato residenziale rivela un rallentamento della crescita pari al 3,9%, contro l’8,8% del trimestre precedente
Dimezzata la tendenza espansiva del settore immobiliare. I dati diffusi dall’Osservatorio del mercato immobiliare rivelano un rallentamento della crescita nel secondo trimestre del 2019 pari a +3,9%, contro i più +8,8% del periodo Gennaio-Marzo. Si delinea, così, l’andamento del residenziale nell’anno corrente, molto altalenante ma comunque positivo rispetto al 2018.
Immobiliare, i dati del secondo trimestre 2019
Per quanto riguarda le diverse aree territoriali, sono il Centro e le Isole quelle con il tasso di crescita delle compravendite più elevato, rispettivamente al 4,4% e al 4,5%. Anche in questi territori, seppur positivo, i tassi sono molto inferiori al trimestre precedente. Grandi città escluse, i comuni capoluogo presentano tassi di crescita doppio rispetto ai capoluoghi (rispettivamente +4,7% e +2,3%).
Nelle aree territoriali dove la crescita è stata minore, ovvero nelle Regioni del Nord e del Sud, l’espansione ha interessato soprattutto le classi di minore dimensione, ovvero fino a 50 metri quadri. Nel Centro e nelle Isole, le uniche che hanno registrato crescita oltre il 4%, l’espansione maggiore è stata di immobili di classe alta, oltre i 145 metri quadri, che nelle Isole ha superato il +10% (spinta anche dal dato palermitano).
Residenziale, le grandi città nel 2019
Per quanto riguarda le otto principali città italiane, sono stati messe in luce dinamiche molto diverse. I due mercati più significativi sono quelli di Roma e Milano, che hanno registrato compravendite per 8.769 e 7.080 unità. La prima ha incrementato i volumi del 2,7%, mentre Milano del 6,1%. L’espansione maggiore è quella di Bologna, che sfiora il 12%. Tutte le altre città, Torino, Napoli, Genova, Palermo e Firenze, presentano segno negativo rispetto all’anno precedente.
Il maggior calo è quello di Firenze, che ha peggiorato il dato del trimestre precedente, dal -5,2% al -9,1%. Il totale delle grandi città rivela una crescita dell’1,8%, circa la metà rispetto alla media nazionale.
Per quanto riguarda gli indici sul clima del mercato immobiliare, la percentuale degli operatori che segnalano pressioni al ribasso sulle quotazioni rimane contenuta (16%). La mancanza di proposte di acquisto a causa di prezzi troppo elevati rimane il principale motivo della cessazione dell’incarico a vendere (65%).
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