In pensione prima con Naspi e reddito di cittadinanza: i due casi a Salerno

Teresa Maddonni

21/02/2020

Si può andare prima in pensione sfruttando la Naspi e il reddito di cittadinanza? Si potrebbe e forse due casi a Salerno lo dimostrano.

In pensione prima con Naspi e reddito di cittadinanza: i due casi a Salerno

Andare in pensione prima si può con Naspi e reddito di cittadinanza basta farsi licenziare.

Il curioso esempio di pensione in anticipo “fai-da te” potrebbe arrivare da Salerno dove due dipendenti dell’azienda municipalizzata che si occupa dei rifiuti della città, la “Salerno Pulita”, si sono fatti licenziare.

Un modo originale e forse anche un po’ scontato di andare in pensione in anticipo beneficiando degli ammortizzatori sociali che lo Stato garantisce ai lavoratori.

I due dipendenti avrebbero un’età superiore ai 60 anni quindi in odor di pensione. Scegliere la strada della pensione usufruendo della Naspi è certo più redditizio di una Quota 100, la misura che garantisce la pensione anticipata con 62 anni di età e 38 anni di contributi.

I dipendenti di Salerno, invece di aspettare la tanto attesa riforma delle pensioni, hanno ben pensato di farsi giustizia da sé.

In pensione prima con Naspi e reddito di cittadinanza: ecco perché

In pensione prima con Naspi e Reddito di cittadinanza in realtà si può, anche se non è un metodo molto ortodosso. Perché è davvero possibile?

Basta mettere insieme tre ingredienti: essere stati licenziati dal datore di lavoro, avere un contratto regolare che dà diritto all’indennità di disoccupazione Naspi (e ovviamente se si è vicini alla pensione si presume che sia così) e avere tutti i requisiti per ottenere il reddito di cittadinanza quindi un ISEE basso da far rientrare nel limite reddituale stabilito dalla misura.

Anche qualora non si abbia diritto al reddito di cittadinanza resta comunque la disoccupazione che viene corrisposta per due anni.

È quello che potrebbe essere accaduto a Salerno dove due dipendenti della municipalizzata che si occupa dei rifiuti della città, la “Salerno pulita”, si sono fatti licenziare. Come riporta Italia Oggi, da una notizia del Mattino della scorsa settimana, negli ultimi quattro mesi l’azienda ha licenziato per giusta causa due dipendenti sulla sessantina per assenteismo.

Uno di loro non era rientrato dalle vacanze estive ed è stato licenziato nei primi giorni di novembre; il secondo è stato invece licenziato a febbraio dopo che da 43 giorni non si presentava a lavoro.

Insomma due casi che hanno portato a un licenziamento dato che i due dipendenti non hanno fornito spiegazioni, ma sono semplicemente spariti senza neanche presentare, per esempio, il certificato medico di malattia. Sembra proprio che abbiano voluto portare il datore di lavoro a licenziarli.

La decisione dei lavoratori, per andare in pensione prima con un metodo fai da te, è confermata non solo dal silenzio che ha accompagnato le assenze, ma anche dal fatto che i licenziamenti non siano stati contestati.

D’altronde come avrebbero potuto? A commentare la notizia anche alcuni colleghi uno dei quali, con acquisita consapevolezza, ha dichiarato:

“Possiamo definirlo auto-esodo, non è più una novità” [...] “Si transita attraverso la disoccupazione per poi andare direttamente in pensione. Nessuno di noi è meravigliato, qualcuno ne ha anche parlato apertamente. Il periodo della disoccupazione copre i mesi che mancano al pensionamento e, intanto, non si viene al lavoro. Queste persone si sono fatte cacciare, né più, né meno”.

Ma queste sono ipotesi, se sia stata quella l’intenzione lo possono sapere solo i protagonisti di questa storia. Sicuramente una forma di pensione anticipata siffatta è più conveniente di una Quota 100 che per far beneficiare dell’assegno prima del tempo lo taglia anche del 30%.

Farsi licenziare e raggiungere la pensione con Naspi e reddito di cittadinanza avrebbe sicuramente i suoi vantaggi e forse era questa l’intenzione dei due dipendenti salernitani.

In pensione prima con Naspi e reddito di cittadinanza

In pensione prima con Naspi e reddito di cittadinanza in linea teorica si può. Come abbiamo anticipato basta farsi licenziare per ottenere la disoccupazione Naspi che se mancano due anni alla pensione li copre tutti. Se poi il reddito familiare non supera la soglia dei 6.000 euro, 9.360 euro se in affitto si può chiedere anche il reddito di cittadinanza.

Un single poi con i requisiti riuscirebbe a ottenere un reddito di cittadinanza anche nella cifra massima di 500 euro o 780 euro se in affitto. La disoccupazione Naspi e il reddito di cittadinanza pertanto sono compatibili. C’è da precisare però che la Naspi fa reddito e di conseguenza anche l’importo del reddito di cittadinanza cambia.

L’indennità di disoccupazione Naspi che può dare accesso alla pensione anticipata viene corrisposta al lavoratore che abbia versato contributi per almeno 13 mensilità nel periodo che precedente la domanda e aver maturato nell’ultimo anno almeno 30 giornate lavorative effettive.

La Naspi viene corrisposta per un massimo di 24 mesi, ma non in caso di dimissioni volontarie (fatto salvo quelle per giusta causa). Il lavoratore percepisce il 75% dell’imponibile medio degli ultimi 4 anni di lavoro con una decurtazione del 3% dal quarto mese di disoccupazione in poi.

Quindi per chi vuole andare in pensione prima con la Naspi restano due anni con una somma che può essere abbastanza ragionevole. Non è detto che il lavoratore possa beneficiare anche del reddito di cittadinanza nel periodo che lo separa dalla pensione perché come abbiamo detto questo dipende dall’ISEE.

In ogni caso, anche se in minima parte, il reddito di cittadinanza, qualora se ne abbia diritto, può essere corrisposto per 18 mesi anche rinnovabili, sempre che si mantengano i requisiti.

In ogni caso la possibilità, se vicini alla pensione, di andarci prima in modo autonomo senza le regole dell’INPS c’è e forse non è una pratica così poco comune.

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