Pensioni 2025, uscita anticipata per i nati negli anni ‘60

Simone Micocci

24 Aprile 2025 - 09:45

Chi può andare in pensione in anticipo? Ecco le regole per i nati tra il 1960 e il 1965 nell’anno corrente.

Pensioni 2025, uscita anticipata per i nati negli anni ‘60

Quando si parla di pensione in Italia, si tende spesso a pensare che il momento in cui si può finalmente lasciare il lavoro coincida con i 67 anni. Questo è infatti il requisito anagrafico previsto per accedere alla cosiddetta pensione di vecchiaia, ma la realtà è più articolata. Il sistema pensionistico italiano, infatti, prevede una serie di misure che offrono una maggiore flessibilità in uscita, permettendo in molti casi di anticipare il momento del pensionamento anche di diversi anni rispetto alla soglia standard.

A confermare questa tendenza è l’Inps che, nel suo rapporto annuale riferito al 2023, ha rilevato come l’età media effettiva di pensionamento in Italia sia pari a poco più di 64 anni. Un dato significativo, che evidenzia un anticipo di circa tre anni rispetto all’età anagrafica ordinaria, reso possibile grazie a una serie di strumenti previsti dalla normativa - inclusi alcuni introdotti già con la legge Fornero - che permettono l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per specifiche categorie di lavoratori.

Guardando al 2025, anno in cui alcune regole saranno confermate mentre altre potrebbero subire aggiornamenti, emerge con chiarezza che determinate fasce di popolazione lavorativa potrebbero trovarsi in una posizione favorevole per accedere alla pensione prima dei 67 anni. Questo vale in particolare per chi ha avuto una carriera continua, senza interruzioni nei contributi versati, e può così maturare i requisiti necessari per il pensionamento anticipato.

Un caso emblematico è quello dei lavoratori nati tra il 1960 e il 1965, che in presenza di determinate condizioni contributive possono accedere alla pensione già a partire dai 59 anni, fino a un massimo di 64, sfruttando le varie possibilità offerte dall’ordinamento previdenziale.

In questo aggiornamento andremo quindi ad analizzare tutte le opzioni di uscita anticipata disponibili nel 2025 per chi è nato tra il 1960 e il 1965, valutando quali sono i requisiti richiesti, le misure più vantaggiose e perché proprio il 2025 potrebbe rivelarsi un anno decisivo per mettere fine alla propria carriera lavorativa con qualche anno di anticipo.

Pensione anticipata

Oggi il diritto alla pensione anticipata in Italia si raggiunge indipendentemente dall’età anagrafica: basta aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi se uomini, un anno in meno (41 anni e 10 mesi) per le donne.

Ecco quindi che chi ha iniziato a lavorare da molto giovane, ad esempio già al compimento della maggiore età, e non ha subito brusche interruzioni con vuoti contributivi, può cogliere l’opportunità di andare in pensione nel 2025 senza dover attendere il compimento dei 67 anni.

Ad esempio, pensiamo a un uomo nato nel 1965 che a 18 anni ha avuto il suo primo lavoro e da lì non si è mai fermato: potrà smettere di lavorare all’età di 60 anni una volta tagliato il traguardo dei 42 anni e 10 mesi di contributi.

Chi invece ha iniziato a lavorare più tardi, ad esempio all’età di 22 anni, potrà invece andarci a 64 anni.

Ancora meglio va alle donne, in quanto come visto prima sono sufficienti 41 anni e 10 mesi di contributi per la pensione anticipata. Di fatto, una lavoratrice assunta a 18 anni che ha continuato a lavorare senza interruzioni, nel 2025 va in pensione persino prima dei 60 anni (comprendendo così anche le nate nel 1960).

Quota 41

Ancora meglio va a chi prima del compimento dei 19 anni ha lavorato per almeno 12 mesi e rientra in una delle seguenti categorie:

  • disoccupati;
  • invalidi almeno al 74%;
  • caregiver;
  • hanno svolto attività particolarmente gravose.

In tal caso, infatti, per l’accesso alla pensione basta aver lavorato per 41 anni (Quota 41 precoci). Nel 2025, quindi, se ne può ricorrere anche per smettere di lavorare all’età di 59 anni, diventando così un’opportunità di uscita dal mercato del lavoro per i nati nel 1960 (o persino negli anni prima laddove abbiano iniziato a lavorare già da minorenni).

Quota 103

Un’altra opportunità per il pensionamento anticipato è quella introdotta dalla legge di Bilancio 2023 e confermata da quella del 2024 (con qualche novità, una su tutte l’applicazione del ricalcolo contributivo per chi vi ricorre), conosciuta con il termine Quota 103 che sta a indicare il risultato che deve restituire la somma tra età e contributi per poter andare in pensione.

Tuttavia, sono previsti dei requisiti minimi: 62 anni di età e 41 anni di contributi.

Già i nati nel 1963, se hanno mantenuto una carriera costante, possono accedere a Quota 103 nel 2025, come pure chi è nato qualche anno dopo, ad esempio nel 1965, ma solo adesso ha raggiunto i 41 anni di contributi richiesti.

Ape Sociale

Per quanto non sia una vera e propria forma di pensionamento, l’Ape Sociale va comunque inserita tra le opzioni che consentono di smettere di lavorare con qualche anno di anticipo.

Complici le novità previste dall’ultima legge di Bilancio, oggi possono accedere all’Ape Sociale coloro che sono nati dopo il 1962, precisamente all’età di 63 anni e 5 mesi e al raggiungimento dei 30 anni di contributi, ma solo per chi appartiene a uno tra questi profili:

  • disoccupati;
  • invalidi almeno al 74%;
  • caregiver.

Per chi invece ha svolto mansioni usuranti, il requisito contributivo è pari a 36 anni (32 nel solo caso dei dipendenti delle imprese edili e affini per i ceramisti, come per i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta).

Opzione donna

Le donne nate nel 1963 possono andare in pensione con Opzione Donna, misura riservata a chi entro il 31 dicembre 2024 ha compiuto 61 anni di età, raggiunto i 35 anni di contributi e al momento della domanda appartiene a una tra le seguenti categorie:

  • caregiver;
  • invalide almeno al 74%;
  • lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa di cui all’articolo 1, comma 852, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

Nel caso delle lavoratrici con figli, però, il requisito anagrafico si riduce. Nel dettaglio, possono accedere a Opzione Donna le nate nel 1964 con 1 figlio (età di 60 anni), o persino le nate nel 1963 se con due o più figli (età di 59 anni).

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