Inbound e Outbound Open Innovation: cosa sono e come funzionano i due maggiori approcci di innovazione aperta

Seedble

5 Gennaio 2022 - 06:47

Vediamo come funzionano i flussi di innovazione aperta quando provengono dall’esterno (approccio outbound) oppure dall’interno (approccio inbound).

Inbound e Outbound Open Innovation: cosa sono e come funzionano i due maggiori approcci di innovazione aperta

Le nuove idee non nascono unicamente da conoscenze e competenze interne all’azienda, ma anche, e soprattutto, da quelle esterne. Proprio questo principio si pone alla base dell’approccio Open Innovation ormai conosciuto da buona parte delle organizzazioni che stanno tentando di applicarne le metodologie.

Abbiamo già parlato dei molteplici strumenti a sostegno dell’Open Innovation, spiegando che possono  concentrarsi  su varie fasi del processo d’innovazione, dalla generazione e valutazione delle idee, fino all’implementazione e commercializzazione.

Analizzando proprio il modo in cui tali flussi di conoscenza attraversano i confini aziendali e prendendo in prestito la terminologia del marketing, possiamo distinguere due approcci generali all’Open Innovation, Inbound e Outbound, individuando per ciascuna di queste due macrocategorie alcuni strumenti che le aziende possono sfruttare per fare innovazione.

Inbound Open Innovation

L’approccio inbound si basa sull’internalizzazione di fonti e risorse di innovazione esterne all’azienda. In questo caso diventa importante, quindi, saper selezionare realtà esterne con cui stringere collaborazioni utili ad acquisire quante idee e competenze che, unite all’esperienza già presente tra le risorse interne all’organizzazione, possano innescare la contaminazione che fa esplodere l’innovazione.

Passiamo ora a descrivere brevemente gli strumenti più comuni dell’Inbound Open Innovation:

-* Collaborazioni con Università e Centri di ricerca
Può essere molto produttivo impostare una collaborazione con chi si occupa di ricerca, soprattutto in alcuni campi di grande interesse.
Chiaramente, utilizzare uno staff ampiamente qualificato può, di per sé, costituire anche una fonte di nuovi costi operativi, ma ciò va soppesato con i benefici che una ricerca qualificata in settori complessi può portare al modello di business.

-* Partner e solution scouting
L’individuazione di partner e soluzioni che possano migliorare le performance aziendali è sicuramente una delle declinazioni chiave di questo approccio.
Ad esempio, considerata la velocità con cui cambiano le caratteristiche del mercato e le esigenze di consumo, è indispensabile per le aziende riuscire a rimanere sempre aggiornate sui nuovi trend e sulle tecnologie emergenti, così da lavorare in ottica preventiva per anticipare futuri bisogni dei clienti o cogliere nuove opportunità per il proprio business. Per ottenere questo risultato, può essere creato un team ad hoc oppure può essere ingaggiata una società più esperta e inserita nell’ecosistema di startup italiano.

-* Corporate Venture Capital
Si tratta di una forma di investimento di venture capital attraverso il quale un’azienda matura e consolidata investe in un’impresa target (startup o PMI altamente innovative, con alto potenziale di scalabilità), ottenendo una quota di minoranza di capitale sociale.
In cambio dell’investimento in startup, la grande corporation ottiene di aprire una finestra di opportunità su tecnologie e aziende sinergiche che hanno le potenzialità per diventare partner.

-* Call4Ideas e Call4Startups
Con questi due strumenti un qualsiasi player può raccogliere candidature da parte di startup o giovani talenti che possano proporre una soluzione a uno specifico need. In questo modo è possibile, per esempio, migliorare un prodotto o servizio, premiando le startup che utilizzano tecnologie emergenti o nuovi modelli di business che possono aprire la strada a un rinnovamento dell’organizzazione che ha aperto la Call.

-* Hackathon e Challenge
Trattasi di un tipo di competizione che spesso si svolge in presenza (ma si può allestire anche virtualmente, se necessario) e può durare poche ore o alcuni giorni. L’evento nasce dalla voglia dell’organizzatore di entrare in contatto con innovatori giovani, con nuove prospettive potenzialmente interessanti e idee fresche e divergenti. Lo scambio culturale e, a volte, generazionale che si genera durante l’evento diventa, quindi, il vero obiettivo da raggiungere

-* Creazione di incubatori e acceleratori aziendali
La generazione di idee da sola non basta: per poter diventare opportunità, ogni idea deve essere valutata, testata e, infine, portata sul mercato. In tutte queste fasi è di grande aiuto creare dei programmi di avvio e crescita di startup con il coinvolgimento di mentor, esperti e investitori.

In una fase iniziale è bene collaborare con partner strategici che fanno di queste attività il proprio core business: Incubatori, Acceleratori e Innovation Hub. Una volta acquisite le giuste competenze, ogni azienda potrebbe allora creare e portare avanti il proprio percorso di accelerazione.

Outbound Open Innovation

L’approccio outbound si basa sull’esternalizzazione delle innovazioni generate all’interno dell’impresa. In questo caso, quindi, il flusso dell’innovazione aperta si inverte rispetto all’inbound ed è ciò che viene ideato e sviluppato all’interno dei confini aziendali che esce fuori dai confini organizzativi per essere messo a disposizione di partner e realtà esterne che abbiano interesse a contaminarvisi.

Commentiamo di seguito i principali strumenti utilizzabili in questo tipo di approccio:

-* Joint Venture
Sono accordi commerciali tra più imprese che si impegnano a collaborare per il perseguimento di uno specifico obiettivo, condividendo rischi, risorse ed eventuali profitti. In questo caso è importante scegliere il giusto partner e chiarire fin da subito gli obiettivi strategici comuni per ottenere una buona riuscita della collaborazione.

-* Spin-off aziendali
A volte un’idea di business che nasce all’interno di un’organizzazione (ad esempio, all’interno di un innovation lab dedicato al team interno) può avere bisogno di una struttura con risorse e budget dedicati per essere perseguita con un certo focus e portata sul mercato. È in questo caso che si creano spin-off aziendali: a tutti gli effetti, nuove aziende controllate con un proprio team e un proprio modello di business.

-* Vendita di brevetti
Mentre in passato l’ottenimento di un brevetto in tempi più rapidi rispetto ai competitor veniva visto come l’unico vantaggio competitivo di cui avvalersi nel campo dell’innovazione, in un approccio Open di tipo outbound, invece, l’utilizzo di tale brevetto da parte di terzi può essere considerata una grande fonte di revenue.
Senza contare il fatto che il brevetto potrebbe essere utile anche ad aziende che operano in altri settori e con altri modelli di business (e che quindi non sono considerabili competitor diretti), la concessione dei diritti a terzi potrebbe anche permettere di scoprire delle evoluzioni e delle intuizioni che non erano state considerate all’inizio del percorso.

Da che parte iniziare per fare innovazione?

Ora che abbiamo definito le tipologie di approcci all’Open Innovation non resta che iniziare a sperimentare. È importante tenere a mente che non esistono il giusto modello di Open Innovation, le best practice adattabili a tutte le aziende o le metodologie di sicuro successo: esistono solo la nostra azienda, gli obiettivi che si vuole porre e le risorse che si possono e vogliono sfruttare.

Sulla base di questi tre fattori chiave, ogni azienda può cogliere il meglio da ciascuno strumento di Open Innovation, testarlo per metterlo alla prova sulla propria realtà e scoprire i risultati della sperimentazione per valutarli in un processo di miglioramento continuo del proprio metodo.

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