Nel primo faccia a faccia, Letta e Conte hanno discusso della futura coalizione di centrosinistra per le elezioni politiche del 2023, affrontando anche la spinosa questione delle elezioni a Roma.
Tutti gli occhi della politica italiana si sono concentrati sull’incontro tra Enrico Letta e Giuseppe Conte. Sono tanti gli argomenti che sarebbero stati affrontati nel faccia a faccia tra il nuovo segretario del Partito Democratico e il leader in pectore del Movimento 5 Stelle.
Innanzitutto la coppia, che secondo alcuni sondaggi potrebbe essere in grado di battere il tandem Salvini-Meloni, si sarebbe trovata a dover affrontare la questione della costruzione dell’alleanza di centrosinistra.
Gli elettori grillini, come rilevato recentemente da Demos, sarebbero ormai pienamente convinti ad allearsi con il PD, e lo stesso vale per la base dem. Tuttavia, Letta ha ribadito come sia fondamentale l’accordo con i 5 Stelle ma all’interno di un campo largo progressista, che dovrebbe prevedere anche Renzi a meno che l’ex rottamatore non se ne tiri fuori unilateralmente.
Conte, più restio a un accordo con Italia Viva, ha comunque dichiarato al termine come si sia trattato di “un incontro proficuo in cui abbiamo affrontato i problemi dell’Italia”, ribadendo quindi che “il PD sarà sicuramente un interlocutore privilegiato del Movimento 5 Stelle”.
Incontro Conte-Letta: di cosa hanno discusso
Sul tavolo sono finite anche altre questioni, come l’ingresso dei pentastellati nel gruppo del Partito Socialista Europeo e, soprattutto, la partita in autunno delle elezioni amministrative, con l’argomento sindaco di Roma in primo piano.
Proprio sulla capitale Letta, dopo aver bloccato l’annuncio di Gualtieri, potrebbe essere pronto a ripartire da zero insieme a Conte, nonostante le preoccupazioni di Calenda e Raggi anche loro in campo per la corsa al Campidoglio.
L’unico nome che potrebbe essere in grado di stoppare l’attuale sindaca e il leader di Azione sarebbe quello di Nicola Zingaretti, su cui il Movimento 5 Stelle potrebbe convergere senza troppi problemi, essendo l’attuale presidente del Lazio stimato sia dal gruppo dirigente che dalla base grillina.
Zingaretti, partecipando a Di Martedì in un’intervista in cui ha svelato le ragioni del suo addio alla guida del PD, ha però continuato a escludere una sua discesa in campo, sostenendo di sentirsi pienamente impegnato nell’amministrazione della Regione.
Non è escluso, però, che un pressing da parte dei due leader possa portare a una discesa in campo dell’ex segretario. Una situazione molto curiosa se si pensa che solo fino a qualche mese fa ci si trovava a parti invertite, con Zingaretti che pare avesse provato in più di un’occasione a convincere Letta a presentarsi come candidato sindaco di Roma.
PD e M5S: i problemi interni
Entrambi gli azionisti di maggioranza di quella che dovrebbe essere la futura coalizione di centrosinistra pronta ad affrontare nel 2023 il polo di centrodestra, sono però arrivati all’appuntamento con delle grane interne.
Giuseppe Conte, prima dell’annuncio della presa ufficiale della leadership del Movimento, prevista secondo alcuni rumor prima di Pasqua, si trova ad affrontare il problema Rousseau in quella che potrebbe sfociare addirittura in un’azione legale contro Casaleggio Jr.
Letta, dal canto suo, sta provando ad azzerare i vertici del PD, volendo incrementare anche la presenza femminile, ma l’ex renziano Andrea Marcucci, capogruppo al Senato, si starebbe mettendo di traverso per non abbandonare la propria carica.
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