Il commercio elettronico avrà un ruolo chiave nell’immediato futuro della ripartenza poiché oramai tutte le imprese scrutano con attenzione al mondo online, ad avere prima ancora di un’identità fisica, un’identità digitale da costituirsi almeno mediante un website.
La mutazione degli scenari economici post-pandemia è oramai certezza inoppugnabile. Le restrizioni sociali, la paura dei contagi e dei propri vicini e la semplice idea che frequentare luoghi affollati possa aumentare la percentuale di rischio di contrarre il virus ha spinto i consumatori ad individuare nuove modalità di acquisto. La variazione degli acquisti da parte dei consumatori ha posto nuovi quesiti per gli imprenditori delle piccole e medie imprese che caratterizzano la nostra Penisola. Le imprese sono immerse nei ragionamenti della nostra attualità su come valorizzare i propri prodotti attraverso i Marketplace e su come ottimizzare l’utilizzo dei canali di vendita online.
L’e-commerce esiste da circa trent’anni ma è solo negli ultimi anni che ha subito una forte crescita da addurre nel cambiamento dello stile di vita avutosi a causa della pandemia, che ha fatto ulteriormente sviluppare le piattaforme di commercio elettronico come Amazon, Alibaba, eBay e Subito, per citare quelle più note in Italia. Il commercio elettronico avrà un ruolo chiave nell’immediato futuro della ripartenza poiché oramai tutte le imprese scrutano con attenzione al mondo online, ad avere prima ancora di un’identità fisica, un’identità digitale da costituirsi almeno mediante un website, una vetrina sul web, mediante l’acquisto di spazi sui social, investendo in comunicazione sui social network e sull’acquisto di operazioni di narrazione commerciale su testate online.
Assodata l’efficacia della metamorfosi commerciale che stiamo vivendo, gli imprenditori 4.0 non devono perdersi dietro i meccanismi fiscali e burocratici che accompagno il commercio online, che sta vivendo nuovi scenari, ma che comunque risulta caratterizzarsi per gli stessi requisiti del commercio al dettaglio. Tutti i commercianti al dettaglio possono decidere sin da subito di procedere nell’aggiungere alla propria attività quella di un e-commerce. Un’attività che può risultare particolarmente efficace anche in quei territori perennemente legati a problematiche economiche e di sviluppo come la realtà sociale del meridione italiano.
In un recente approfondimento sulle opportunità dell’e-commerce per le imprese campane, il commercialista e revisore legale Girolamo Nacca, esperto in impresa 4.0 e di Marketplace, aveva dichiarato che “anche l’attività online di costituzione di un’impresa, sia nella forma individuale che societaria con conseguente apertura di Partita Iva, Iscrizione CCIAA, Iscrizione all’Inps nella gestione commercianti e la presentazione scia per il commercio elettronico presso il comune dove è presente la sede dell’azienda sono elementi essenziali per avviare l’attività senza problemi fiscali. Bisogna prestare particolare attenzione all’e-commerce fuori dai confini nazionali. La normativa diventa leggermente più complessa qualora le vendite vadano oltre nazione sia intra-UE che extra-UE, in quanto la normativa iva varia a seconda di un e-commerce diretto, un e-commerce indiretto, BTB o BTC, a cui si collega il discorso MOSS”.
Tale scenario non deve spaventare gli imprenditori italiani che possono valorizzare la propria attività anche grazie al Piano Transizione 4.0 elaborato dal governo nazionale al fine di innescare agevolazioni per le aziende che investono in innovazione e digitalizzazione.
Il nuovo credito di imposta previsto dal Piano Transizione 4.0 modifica le misure già adottate nel 2020, identificando alcune priorità per l’acquisto di beni immateriali, in particolare software, favorendo l’innovazione e lo sviluppo delle imprese italiane. Opportunità ben evidenziate dal commercialista Nacca che ha ribadito: “Con Impresa 4.0 si tende a creare le sinergie giuste, tra l’automazione, la robotica, la banda larga, piani di Ricerca e Sviluppo, Innovazione, il tutto finalizzato all’ottimizzazione di tutti i processi produttivi presenti nelle aziende. Grazie al piano 4.0 ci sono una serie di agevolazioni che tutte le imprese possono sfruttare. A questi crediti d’imposta che sono applicabili in ambito nazionale è possibile cumulare ulteriori crediti d’imposta riservati ad alcune regioni come la Campania, con un ulteriore 45%, riuscendo a raggiungere un credito d’imposta pari al 95%”.
Sostanzialmente, l’attualità economica e commerciale post pandemia pone le imprese davanti a nuove visioni da intraprendere. Gli imprenditori delle piccole e medie imprese italiane hanno molte strade da seguire per una ristrutturazione o una riorganizzazione cofinanziata dallo stato. A tal riguardo, l’unica importantissima accortezza è quella di affidarsi a chi conosce questa materia ed è in grado di supportare l’azienda in questo momento storico particolarmente delicato, intraprendendo scelte fiscali, commerciali, innovative adeguate alla propria realtà economica e alla vita della propria azienda.
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