Insegnare l’importanza dei soldi ai bambini: 5 consigli utili

E. C.

08/07/2021

Il ruolo di genitori nell’insegnare ai bambini l’importanza del denaro è fondamentale. Ecco 5 consigli utili su come fare.

Insegnare l’importanza dei soldi ai bambini: 5 consigli utili

Fin da quando sono molto piccoli, nasce la necessità d’insegnare ai bambini l’importanza del denaro. C’è bisogno di far capire loro da dove vengono i soldi, a cosa servono, perché sono necessari e il loro valore per la vita.

Tuttavia, non bisogna insegnarlo facendo leva sul senso di colpa. Il rischio di farlo c’è un po’ su tutti gli aspetti della vita del bambino, ma potrebbe risultare un errore a lungo andare.

Non si tratta di un compito facile, come del resto niente lo è di tutto quello che riguarda il genitore. Ma guardando il lato pratico della faccenda: come insegnare l’importanza dei soldi ai bambini? Ecco 5 consigli utili per i genitori.

1) Parlare della gestione del denaro

Il primo consiglio è quello di non aspettare. Logicamente non bisogna essere invadenti o troppo pressanti nell’inserire questo discorso, ma parlare del denaro e di quella che si ritiene essere la sua corretta gestione è una cosa che va fatta fin da piccolissimi, intorno ai 5 anni circa.

In questo modo, magari sotto forma di gioco, il bambino, che a 5 anni ha un’idea fantasiosa del denaro - come di tutte le cose della vita, potrà rendersi conto che i soldi non vengono estratti dal cassetto come per magia, ma che provengono da un sacrificio.

Questo sacrificio, però, non deve in alcun modo essere fatto pesare al bambino come senso di colpa, poiché bisogna sempre ricordare che è il genitore a regalare una vita e in virtù di questo, serve molta delicatezza anche nell’insegnare il peso dei sacrifici.

2) Insegnare a contare le monetine

Anche insegnare a contare le monetine potrebbe essere molto utile perché il bambino possa riuscire a capire quante ne servono per comprare qualcosa. In questo modo, tante monetine equivarranno a tanti soldi e, conseguenzialmente, tanti soldi significheranno tanto impegno.

Può sembrare anche un gioco, ma - all’atto pratico - se per comprare un gelato serviranno 3 monetine e per comprare un giocattolo ne serviranno 30, il bambino potrà rendersi conto della differenza tra le due spese in modo sempre più consapevole.

3) Valutare una paghetta

Quando il bambino cresce un po’, l’educazione a un uso responsabile del denaro potrebbe avvenire attraverso una paghetta.

Con la paghetta non bisogna esagerare, altrimenti si rischia di viziare senza remore il bambino fin da piccolo. Tuttavia, possedere un quantitativo di denaro - che si è imparato a contare - implica il doverlo gestire.

Logicamente, un bambino non potrà provvedere alle sue spese con quella paghetta simbolica, ma potrà scegliere per cosa usare i suoi soldi e ponderare un acquisto anziché un altro, essendone felice o pentendosi della scelta, alla quale non dovrà sopperire il genitore rimediando all’eventuale tristezza.

4) Non ricompensare con denaro

Non si dovrebbe ricompensare un bambino con premi in denaro poiché potrebbe risultare deleterio per la sua educazione, specialmente se troppo piccolo o se questo comportamento viene reiterato più volte nel tempo.

Infatti, ricompensare un bambino con del denaro, ad esempio per un buon risultato scolastico o per aver semplicemente riordinato la camera, potrebbe far si che nostro figlio strumentalizzi queste azioni con lo scopo di giungere a ricompense.

5) Responsabilizzazione

Quando il bambino diventa un ragazzo, verso i 15 o 16 anni, potrebbe risultare un consiglio utile quello di invitarlo a svolgere alcuni lavori part-time o comunque che esulano dai suoi compiti quotidiani, come la scuola o l’ordine in cameretta.

Questo porterebbe a una responsabilizzazione. Farebbe capire al ragazzo la fatica che c’è dietro al denaro, specialmente per il fatto che a quest’età potrebbero iniziare a enfatizzarsi i paragoni con le situazioni economiche dei compagni di classe.

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