La partita del 5G è sempre più cruciale su diversi fronti: da quello tecnologico alla sicurezza, fino alle relazioni diplomatiche con gli USA. Le ultime decisioni del Governo al riguardo.
Nella sua ultima riunione sul 5G, il Governo Conte ha cercato di fare il punto su come il Paese intende affrontare la sfida dell’innovazione della rete veloce.
E, soprattutto, ha cercato la giusta strategia per non irritare gli USA sul tema, così cruciale a Washington per via dei tesi rapporti con la Cina e del dominio nel settore di Huawei.
La posta in gioco sul 5G, infatti, è duplice: avanzare nella tecnologia e difendere la sicurezza nazionale. Su questo ultimo punto insisterà di certo Pompeo, segretario di Stato USA in visita in Italia il 30 settembre.
5G in Italia: le linee guida del Governo
Resta ancora piuttosto vaga e ancorata ad alcuni principi base la strategia dell’Italia per sviluppare sul territorio nazionale la tecnologia del 5G.
Nell’ultima riunione tenuta da Conte sul tema il 24 settembre, sono emerse soprattutto indicazioni base senza eclatanti novità. In accordo con i ministri dell’Economia Gualtieri dello Sviluppo economico Patuanelli e con i capi delegazione della maggioranza, l’esecutivo ha innanzitutto sottolineato che c’è:
“la piena consapevolezza dei potenziali rischi connessi alle nuove tecnologie e della necessità di adottare sempre nuove iniziative che rafforzino il livello di protezione, avendo come primario criterio di riferimento la tutela della sicurezza nazionale”
L’intenzione, inoltre, è di seguire in modo scrupolo le raccomandazioni dell’UE sulla questione, adattando la normativa italiana a tutte le indicazioni legislative e giuridiche provenienti da Bruxelles.
Tutto ciò che riguarda Golden Power e Cybersecurity per il settore 5G in Italia, quindi, troverà la cornice dettata dall’UE.
Finora, come scritto nella nota ufficiale di Palazzo Chigi, “l’assetto normativo di cui l’Italia si è dotata appare ben strutturato, orientato alla definizione e prescrizione di standard di sicurezza molto elevati, e idoneo a garantire un adeguato livello di protezione delle infrastrutture e delle reti di comunicazione di rilevanza strategica”
Prossima importante scadenza sul 5G è la primavera 2021. Entro quella data il Governo, il Mise nello specifico, rilascerà i certificati di idoneità alle società che intendono sviluppare la tecnologia. Si prenderà in considerazione anche la situazione politica dei Paesi di provenienza delle imprese interessate a offrire il servizio.
Il tutto, sentito il Parlamento e in stretta collaborazione con il Copasir per la questione sicurezza.
Quale strategia per non irritare gli USA?
Enfatizzare il rispetto della cornice legislativa europea serve all’Italia anche per evitare slanci in avanti che gli USA potrebbero interpretare in modo ostile.
La partita del 5G, infatti, è strettamente politica e rischia di far crescere attriti con partner storici, quali gli USA, e strategici come la Cina. Nel mirino c’è Huawei e le sue attività nel mondo.
Non c’è dubbio che il segretario di Stato USA, in visita in Italia il prossimo 30 settembre, farà pressing sul Governo Conte affinché non ci si affidi al gigante cinese per la rete 5G.
Per Washington è una questione vitale bloccare le “spie” provenienti da Pechino. Per questo Pompeo insisterà sulla tecnologia occidentale. E l’Italia resterà neutra, puntando sulle regole dell’UE e sulla sicurezza nazionale.
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