Secondo le stime del centro studi Prometeia il PIL italiano non tornerà sui livelli pre-crisi prima dell’ultimo trimestre del 2022. Le previsioni.
L’Italia, in termini di PIL, non tornerà sui livelli pre-pandemia prima del 4° trimestre del 2022. A rivelarlo, oggi, il centro studi bolognese Prometeia, che per il 2021 stima un rimbalzo del 4,7% dopo la contrazione monstre dello scorso anno, -8,9%.
A pesare sui numeri, come noto, la campagna vaccinale a singhiozzo nell’Eurozona, con la Commissione europea che continua a forzare la mano sui contratti siglati con le Big Pharma per vedersi riconoscere i volumi di approvvigionamento pattuiti in sede negoziale.
Sullo sfondo anche la variabile legata ai prestiti e ai finanziamenti a fondo perduto del Recovery Fund: secondo gli analisti solo un utilizzo efficiente delle risorse elargite dall’UE permetterà all’economia italiana di accelerare il recupero.
PIL sui livelli pre-crisi nel 4° trimestre 2022
Sarà un percorso a tappe, dunque: il +4,7% in termini di crescita del PIL tracciato per il 2021 supera le stime dell’OCSE sul sistema Italia di inizio marzo, a quota +4,1% dopo un taglio dello 0,2%, ma conferma la distanza per l’anno in corso tra le prospettive dell’Italia e quelle dell’economia globale, in crescita del 5,6% sempre secondo i dati OCSE.
Nel 2022, quarto trimestre, l’Italia riuscirà però a tornare sui livelli pre-pandemia, con un tasso di crescita medio annuo del PIL italiano del 3,8% tra il 2021 e il 2023 (del 4% il balzo nel 2022 secondo l’OCSE).
Tasso di espansione medio che tra il 2024 e il 2030 scenderà invece al +1,2%, per una crescita del PIL nazionale che a fine decennio si attesterà così a quota +10% rispetto ai volumi del 2019. Ma a giocare un ruolo decisivo nelle stime post-2021, che vedono di fatto l’Italia riallinearsi alla media europea (+3,6% nel 2021-2023, +1,2% nel 2024-2030), sarà soprattutto il Recovery Fund.
191,5, secondo l’ultimo aggiornamento del numero uno del Mef Daniele Franco, i miliardi che affluiranno nelle casse statali dopo la messa a punto del Pnrr.
Una massa monetaria che colloca l’Italia al primo posto – come già avvenuto per il programma SURE – tra i beneficiari dell’Eurozona. Eppure, rilevano gli analisti di Prometeia, il successo non è scontato: solo non sprecando le risorse UE e accelerando sulle riforme l’Italia potrà cavalcare il tasso di crescita tracciato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA