In Italia il livello dei consumi è ancora allarmante. L’ultimo studio di Confcommercio ha mostrato che se il 2020 è stato un anno pessimo, il 2021 fatica ancora a riprendersi.
In Italia è ancora allarme per i consumi.
Le famiglie restano, infatti, intrappolate nelle spese obbligate e frenano su servizi e altri acquisti.
Il tutto rappresenta un segnale di debolezza per la ripresa della domanda e dell’economia. Lo ha ribadito Confcommercio, mettendo in guardia su un rilancio zoppo senza un recupero della spesa in consumi da parte delle famiglie italiane.
Italia: consumi al palo, spese obbligate ai massimi
Nel 2020 si è toccato il record negativo nei consumi delle famiglie italiane: le spese indicate come libere, legate a tempo libero e soprattutto ai servizi, sono state letteralmente annullate.
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I consumi in servizi sono calati del 15,6% sul totale della spesa e hanno così toccato i minimi (dal 1995). Il livello massimo, invece, è stato raggiunto dai soldi impiegati per i consumi obbligati, schizzati al 44% nell’anno pandemico (7.168 euro annue pro capite).
Per consumi obbligati si intendono tutti quelli legati all’abitazione, alla manutenzione, alle tasse, all’affitto, alle spese non rimandabili.
Nel 2021 il trend non è migliorato di molto e per questo Confcommercio ha dato l’allarme.
L’anno in corso, infatti, vede ancora le spese obbligate assorbire la maggioranza dei consumi (rappresentano il 42,8% delle spese totali delle famiglie). Tutto ciò che ruota intorno alla casa assorbe la gran parte dei bilanci, con una spesa di 4.074 euro pro capite, la somma più alta mai raggiunta dal 1995.
Un lieve recupero dei servizi si è palesato, con consumi in crescita nel 2021 per questa categoria del 16,9%.
Il quadro generale dei consumi in Italia, comunque, resta opaco e fragile. Il presidente di Confcommercio Sangallo ha commentato: “...occorre superare al più presto l’emergenza sanitaria con i vaccini per consolidare il clima di fiducia, precondizione necessaria per rafforzare la crescita economica e sostenere i consumi”
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