L’Italia è di nuovo in lockdown: ora tocca alla politica non vanificare tutto

Alessandro Cipolla

24/12/2020

Scatta il lockdown di Natale: fino al 6 gennaio tutta l’Italia sarà zona rossa tranne quattro giorni in cui passerà ad arancione, ma se la politica non scioglierà nel breve tutti i nodi pendenti c’è il rischio di vanificare tutti i sacrifici che i cittadini saranno chiamati a fare in questi giorni.

L’Italia è di nuovo in lockdown: ora tocca alla politica non vanificare tutto

Questa estate quando il governo ha chiesto ai cittadini prudenza per “non vanificare tutti i sacrifici del lockdown”, gli italiani in fondo sono stati abbastanza ligi al loro dovere: a fronte di migliaia di persone che non hanno voluto rinunciare alla movida, ce ne sono state milioni che invece hanno tenuto la barra dritta.

Mentre una minoranza se ne è andata in Spagna o in Croazia, oppure si è accalcata nei locali della Sardegna e della Puglia in barba a ogni raccomandazione sanitaria, la maggioranza degli italiani ha invece rinunciato a molte delle sue abitudini a causa della pandemia.

Adesso che in Italia è scattato il lockdown di Natale, con tutto il Paese zona rossa fino al 6 gennaio tranne quattro giorni in cui sarà arancione, i cittadini sono pronti a questo nuovo sacrificio pur di non aggravare l’emergenza Covid.

Quando Giuseppe Conte nei giorni scorsi ha annunciato il lockdown, sarebbe stato ammirevole se avesse fatto anche questa promessa: non perderemo neanche un minuto di tempo, perché adesso tocca a noi non vanificare questo nuovo sacrificio chiesto al Paese proprio nel periodo di Natale.

A riguardo, quello che è accaduto negli ultimi giorni e le premesse per il futuro, non sembrerebbero promettere nulla di buono.

L’Italia in lockdown: ora tocca alla politica

Quando a inizio estate l’italia è venuta fuori dalla prima ondata del coronavirus, mentre si chiedeva responsabilità ai cittadini l’intera classe politica nostrana nei mesi successivi non è stata all’altezza del proprio ruolo.

Abbiamo assistito così a leader dell’opposizione che si rifiutavano di indossare la mascherina oppure invitavano a non scaricare l’app Immuni, in alcuni dei casi sposando pure le tesi di quei dottori che parlavano di un “virus clinicamente morto”.

Complice anche l’essere stati in molti casi in campagna elettorale, le Regioni non hanno fatto i loro compiti per l’estate: pochi progetti per utilizzare i miliardi stanziati (prima di invocare il MES andrebbero almeno spese le risorse già disponibili), assunzione del personale sanitario a singhiozzo, lavori di adeguamento negli ospedali con il contagocce e sistema di tracciamento non potenziato così come quello dei trasporti.

In tutto questo il governo non ha adeguatamente sollecitato le Regioni ad accelerare i tempi, con il risultato che i vari bandi sono tutti stati fatti in ritardo. Un mix di fattori questo che ha reso anche la seconda ondata particolarmente dura nel nostro Paese.

Adesso l’Italia è di nuovo in lockdown: una decisione presa per tenere sotto controllo la curva epidemiologica sotto il delicato periodo di Natale, così da scongiurare una possibile terza ondata e non iniziare la campagna di vaccinazione con il sistema ospedaliero sotto pressione.

Nuovi sacrifici richiesti ai cittadini che però cozzano con il teatrino andato in scena di recente tra le fila della maggioranza, visto che i continui ultimatum di Italia Viva hanno di fatto impantanato il governo in un momento in cui dovrebbe invece viaggiare spedito.

Il risultato è che la legge di Bilancio verrà approvata proprio sul filo del gong, i contagi non scendono come previsto e il Recovery Plan è fermo da due settimane viste le liti su chi gestirà i 209 miliardi in arrivo.

Così mentre i cittadini sono entrati nuovamente in lockdown dai Palazzi arriva un chiaro puzzo di opportunismo e mero calcolo politico: gli italiani sono pronti a fare la propria parte, ma la politica questa volta si dovrà dimostrare all’altezza altrimenti tutto sarà vano.

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