L’Italia entra nella Fase 2 e allenta le misure restrittive. Nell’ultimo resoconto dell’Imperial College di Londra si analizzano le conseguenze dell’alleggerimento del lockdown nel nostro Paese.
La Fase 2 dell’emergenza coronavirus in Italia è iniziata il 4 maggio e già si moltiplicano gli studi che provano ad analizzarne le conseguenze.
L’ultimo studio dell’Imperial College di Londra è tra i più preoccupanti, visto che prevede una seconda ondata di contagi entro 8 settimane. Nella ricerca è stato infatti analizzato l’impatto del ripristino progressivo della mobilità, dipingendo due scenari cupi.
Fase 2 in Italia, Imperial College: “Potrebbe portare fino a 23mila morti”
Una seconda ondata di contagi potrebbe arrivare entro due mesi in Italia secondo l’Imperial College di Londra, che evidenzia più di qualche dubbio sulla capacità del nostro Paese di reggere la Fase 2. La penisola è entrata nel nuovo stadio dell’emergenza coronavirus il 4 maggio, con il rientro al lavoro di oltre 4 milioni di italiani e con diverse concessioni per quanto riguarda le riaperture delle attività commerciali e la mobilità dei cittadini. Una mossa che è stata definita prematura anche dagli studiosi cinesi.
L’università britannica ha ipotizzato un incremento della mobilità in Italia del 20% e del 40% rispetto alla situazione precedente. Due quindi gli scenari dipinti e consequenziali al ritorno cittadini sui mezzi pubblici, nei negozi e nei parchi. Nel primo l’allentamento delle restrizioni potrebbe portare dai 3.000 ai 5.000 morti in più, mentre nel secondo caso addirittura dai 10.000 ai 23.000 morti in più. Le stime riportano orientativamente dai 3.700 e di 18.000 nuovi decessi.
Ecco cos’ha detto il dottor Samir Bhatt della School of Public Health, coautore dello studio:
“L’Italia ha contenuto l’impatto del coronavirus imponendo restrizioni severe. Tuttavia, mantenere il distanziamento sociale e altre misure è fondamentale per non bruciare quanto di buono fatto in queste settimane. Il nostro studio è un monito per non lasciare che venga sottovalutato il sacrificio fatto finora”.
I limiti dello studio
I ricercatori dell’Imperial College hanno tenuto a sottolineare come si tratti di una stima pessimistica, visto che i numeri proposti non prendono in considerazione fattori come il distanziamento sociale, il tracciamento delle persone, la verifica dei positivi attraverso i test e l’isolamento degli infetti. L’intento dello studio è quello di far comprendere come anche modifiche quasi insignificanti alla mobilità dei cittadini provochino un innalzamento della curva dei contagi e possano portare a nuove morti.
Questa la precisazione della dottoressa Michaela A C Vollmer della School of Public Health e coautrice dello studio:
“Anche piccoli cambiamenti nella mobilità porteranno a nuove morti e a una seconda ondata. Questa potrebbe essere peggiore della prima che ha già messo in ginocchio l’Italia”.
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