Bilancio amaro per l’Italia sul fronte salari e stipendi: la perdita nel 2020 è stata pari a quasi 40 miliardi di euro. Chiusure e cassa integrazione hanno causato il tonfo peggiore in Europa.
Tegola sull’Italia dai dati Eurostat sui salari: nel 2020 sono stati persi ben 39,2 miliardi di stipendi nel nostro Paese.
Complice l’eccezionale situazione legata alla pandemia, con lockdown prolungati e chiusure di attività commerciali e produttive, tutta l’Europa dei 27 Stati ha subito cali degni di nota nel monte salari.
L’Italia, però, è risultata tra le peggiori per quantità di euro sfumati nei salari dei lavoratori. I dettagli.
L’Italia ha perso 40 miliardi di euro di salari nel 2020
I dati Eustat 2020 sulle principali componenti del PIL aggiornati hanno rivelato una drammatica realtà per l’Italia.
Nel triste anno segnato dalla pandemia, infatti, i lavoratori hanno perso 39,2 miliardi di euro di stipendi e salari. Cosa significa? Nello specifico questo enorme numero si è tradotto nel passaggio da 525,732 miliardi di euro di retribuzioni pagate nel 2019 a 486,459 miliardi nel 2020.
Il calo è stato del 7,47%, il peggiore tra i principali Paesi UE. Il dato 2020 ha di fatto cancellato l’aumento sui salari affermato dal 2015 ad oggi.
Il calo del monte salari nei Paesi UE
In generale, l’UE a 27 Paesi ha registrato un ribasso del monte salari dell’1,92%, guidato principalmente da blocchi di aziende in lockdown e massiccio ricorso alla cassa integrazione.
Per quanto riguarda i principali Stati del continente, perdite si sono verificate quasi ovunque, sebbene con ampiezza inferiore a quella italiana. Questi i dati sul calo del monte stipendi in alcune nazioni UE:
- Francia: 32 miliardi di euro persi (-3,42%);
- Germania: 15 miliardi di euro persi (-0,87%);
- Spagna: 28,37 miliardi di euro persi (-6,44%)
Da evidenziare, in controtendenza, che in Olanda nel periodo 2020 si è verificato un aumento della massa salariale a prezzi correnti del 3,29%.
Per quanto riguarda i contributi sociali dei datori di lavoro, l’UE ha mostrato un calo nel 2020 dell’1,37%. In Italia la diminuzione è stata del 5,24%.
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