Nell’anno dell’emergenza Covid l’Italia ha affrontato una spesa enorme per le prestazioni sociali in denaro, raggiungendo quasi quota 400 miliardi di euro. Il bilancio economico della Corte dei Conti.
L’Italia economica nel post-Covid in focus: solo le prestazioni sociali nel 2020 hanno avuto un valore di quasi 400 miliardi di euro.
A sottolinearlo è stata la Corte dei Conti in un rapporto sulla situazione attuale e sulle prospettive future del Belpaese.
Il debito pubblico resta osservato speciale: su di esso pesa anche una spesa per il sociale eccezionale nell’anno della crisi pandemica.
Italia: sanità e sociale pesano sui conti
La Corte dei Conti ha messo nero su bianco sull’anno pandemico, evidenziando criticità e sfide del sistema Italia.
Un passaggio interessante è quello che riguarda la spesa pubblica affrontata dallo Stato per prestazioni sociali e sanitarie. Nel pieno dell’emergenza pandemia, infatti, queste due voci avuto un peso rilevante nelle casse nazionali.
Nel dettaglio, la spesa sociale in denaro è stata pari a 399,4 miliardi nel 2020, risorse che “meglio esprimono lo sforzo dell’ultimo anno per mitigare gli effetti della pandemia. La forte espansione di tale componente di spesa pubblica, in parte non trascurabile di natura permanente, conferma che sarà necessario nei prossimi anni assicurare un quadro di sostenibilità.”
A consuntivo, la sanità ha avuto un valore di spesa di 123,5 miliardi, con un aumento del 6,7% rispetto al 2019.
Un dato che invita alla riflessione, secondo la Corte dei Conti:
“Le analisi segnalano anche l’eredità negativa in termini di mancate prestazioni sia a livello ospedaliero che ambulatoriale; un fenomeno che riguarda tutte le regioni e su cui poco hanno potuto fare, per ora, gli interventi finanziari introdotti. Occorrerà mantenere elevata l’attenzione sul tema delle risorse da destinare al settore.”
Occhio al debito dell’Italia
Attenzione particolare è stata rivolta al debito pubblico. L’Italia sconta l’anno eccezionale da un punto di vista di interventi pubblici e di spesa. Infatti, le misure ad hoc (come quelle sociali) e le minori entrate fiscali hanno generato un saldo negativo del 6% nel 2020.
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L’indebitamento netto è cresciuto di 7,9 punti, raggiungendo il 9,5% del PIL.
Il rapporto fra il debito/PIL è balzato al 155,8%, con un aumento del 21,2% (era al 134,6 a fine 2019).
La nota ha messo in chiaro che:
“Quanto al debito pubblico, per la sua necessaria, graduale, riduzione, prevista a partire dal 2022, sarà fondamentale che siano preservati tassi di interesse contenuti, per garantire i quali è cruciale la credibilità degli impegni affinché si minimizzi lo spread che va a sommarsi al tasso di interesse di fondo”
Pnrr, riforme della giustizia, del fisco, dell’amministrazione pubblica e trasformazione di debito in crescita saranno le uniche vie di uscita dalla crisi in Italia. Anche per la Corte dei Conti.
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