Gli atleti italiani ai Giochi Olimpici di Tokyo rischiano di gareggiare senza tricolore e senza inno nazionale suonato a causa dell’interferenza del governo italiano sullo sport. Ma il Consiglio dei ministri ha firmato il decreto che restituisce l’autonomia al Coni. Ecco cos’è successo.
Il Comitato olimpico internazionale (CIO) sta valutando la possibilità di imporre la libertà vigilata all’Italia per i Giochi Olimpici di Tokyo a causa dell’interferenza del Governo italiano sullo Sport, una questione che va avanti da due anni.
A meno di un cambiamenti dell’ultimo minuto, ciò significa che l’Italia rischia di andare alle Olimpiadi senza bandiera.
Aggiornamento ore 15.40
Oggi il Consiglio dei ministri ha approvato d’urgenza il decreto sull’autonomia del CONI che “salva” le Olimpiadi per l’Italia. Sarebbe quindi scongiurato il rischio per gli azzurri di essere esclusi o penalizzati ai Giochi di Tokyo, anche se la decisione ufficiale verrà comunicata dopo la riunione del CIO che si terrà mercoledì 27 gennaio alle 17.30.
Il ministro dello Sport Spadafora ha commentato l’approvazione del decreto:
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto contenente le norme che sanciscono l’autonomia del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Ora l’ultima parola spetta al Parlamento in sede di conversione. Per la lunga e gloriosa storia sportiva e democratica del nostro Paese era improbabile che l’Italia venisse così duramente sanzionata già domani, ma la decisione di oggi fuga ogni dubbio e risolve il problema dell’indipendenza del CONI lasciato aperto dalla riforma del 2019.
Italia senza bandiera alle Olimpiadi: i motivi
Il pomo della discordia è la creazione della società Sport e salute SpA e il fatto che con la legge di bilancio per il 2019 (legge 30 dicembre 2018) ne sono state ampliate le competenze diventando struttura operativa per conto delle autorità di governo, competente in materia di sport. Inoltre le è stata affidata la gestione di 368 milioni di euro sui 408 del finanziamento dello Stato al settore, mentre solo 40 milioni rimasti al CONI per lo sport di vertice e la preparazione olimpica.
“Il punto è che la Carta olimpica vieta a qualsiasi comitato olimpico di operare per il tramite del governo, e in questo momento Sport e Salute è un ramo operativo del governo. Per questo non si può fare un contratto di servizio con una società governativa”, spiega il presidente del CONI Giovanni Malagò.
In sostanza il CIO ha contestato la formazione da parte del governo italiano della nuova organizzazione Sport e Salute, creata all’inizio del 2019 per gestire le finanze sportive del Paese. Prima le risorse destinate allo sport erano controllate da un ramo del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano).
Alla fine dello scorso anno il presidente del CIO Thomas Bach ha scritto a Conte facendo notare che “i cambiamenti legali e strutturali significativi imposti al comitato olimpico nazionale italiano non consentono più al CONI di svolgere pienamente il suo ruolo di comitato olimpico nazionale riconosciuto dal CIO e di operare in conformità con la carta olimpica”. Bach ha poi avvertito che la presunta interferenza potrebbe, in circostanze estreme, portare alla privazione dell’Italia dei diritti di hosting per le Olimpiadi invernali del 2026 a Milano e Cortina d’Ampezzo.
Cosa vuol dire “senza bandiera alle Olimpiadi”
La Carta Olimpica vieta categoricamente che un comitato olimpico sia gestito dal governo. Senza un cambio di rotta, il CIO potrebbe impedire agli atleti italiani a Tokyo di indossare le divise della squadra nazionale e di ascoltare l’inno nazionale suonato.
Salvo un cambio dell’ultimo minuto da parte del governo, l’imbarazzante prospettiva dell’Italia in libertà vigilata alle Olimpiadi la metterebbe sullo stesso piano della Russia, a cui è stato vietato di usare nome, bandiera e inno alle prossime Olimpiadi e in qualsiasi campionato del mondo per i prossimi due anni a causa dello scandalo sul doping.
La soluzione
Ma la situazione si può ancora risolvere prima di mercoledì 27. Per scongiurare il rischio che l’Italia vada alle Olimpiadi senza bandiera, Conte dovrebbe convocare un consiglio dei ministri oggi e fare un decreto d’urgenza che verrebbe poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
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